Tempio crematorio a Lecco: Ats dice no
Per il 60% dei defunti lecchesi, negli ultimi anni, è stato scelto il rito della cremazione eppure a Lecco non c’è, e continuerà a non esserci un tempio crematorio.
Per il 60% dei defunti lecchesi, negli ultimi anni, è stato scelto il rito della cremazione eppure a Lecco non c’è, e continuerà a non esserci un tempio crematorio. L’impianto, che era stato pensato dall’Amministrazione comunale per essere realizzato all’interno del cimitero di Castello, è stato stralciato dal Piano Regolatore Cimiteriale che verrà approvato in sede di consiglio Comunale.
Tempio crematorio a Lecco: Ats dice no
E’ quando emerso martedì scorso durante la Commissione Consiliare Seconda presieduta da Casto Pattarini. Il no al tempio crematorio è arrivato in via ufficiale (dopo le anticipazioni telefoniche fatte lo scorso fine dicembre all’assessore Roberto Pietrobelli) da parte dell’Agenzia di Tutela della salute. Il motivo? «In estrema sintesi non sussistono le distanze necessarie dalle case» ha spiegato l’assessore.
Secondo uno studio di fattibilità che risale al 2016 e che era stato inserito nel Piano Regolatore Cimiteriale il tempio avrebbe dovuto trovare spazio all’interno del camposanto nel vertice sud-est nell’edificio che oggi è utilizzato come deposito confinante con via Lusciana. L’impianto avrebbe inoltre contemplato sale del commiato con camere ardenti, due forni contrapposti, sale refrigerate e tutti i locali servizi.
Il piano, a fine 2023, come da prassi, era stato inviato ad Arpa e all’Agenzia di tutela della Salute. Entrambi gli enti avrebbero dovuto esprimere un parere entro 60 giorni. Ma se quello dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente è arrivato nei tempi previsti, quello dell’Agenzia di tutela della salute è arrivato, nero su bianco, solo lo scorso 18 marzo.
«Il Comune avrebbe potuto farsi forte del silenzio assenso - ha sottolineato durante la Commissione l’architetto Marco Turati - ma ha preferito attendere le prescrizioni ufficiali che hanno sancito il diniego di Ats, quindi la parte relativa al tempio è stata stralciata dal Documento di Piano. Sempre da parte di Ats c’è stata invece una apertura alla conversione loculi in ossari cinerari anche in deroga alle dimensioni minime di 40 per 40 previste».
Ma il no al tempio crematorio lascia sul campo anche un altro problema, ovvero quello legato alle sale del commiato, luogo che viene adibito per dare l’ultimo saluto al defunto prima che venga chiuso nella bara e sepolto o cremato a seconda delle sue volontà, soprattutto durante le cerimonie laiche. «La sala del commiato era inizialmente nell’edificio a rustico che c’è nel cimitero di Castello - ha aggiunto l’architetto - Ebbene, secondo le norme vigenti la sala del commiato, essendo un servizio funebre, quindi privato, e non cimiteriale, ovvero pubblico, può sussistere all’interno del camposanto solo se collegata al tempio crematorio. Venendo meno la possibilità di realizzare quest’ultimo, decade alche la possibilità di realizzare la seconda».
Sulla questione è intervenuto il capogruppo di con la sinistra Cambia Lecco Alberto Anghlieri che ha sottolineato che la sempre più crescente «richiesta» di cerimonie non religiose dovrebbe imporre all’Amministrazione il dovere di trovare una via alternativa. Una soluzione è stata prospettata in questo senso dal capogruppo di Appello per Lecco Corrado Valsecchi che ha profilato l’ipotesi di utilizzare la sala dello Spazio Teatro Invito situata in via Ugo Foscolo, a poca distanza di cimiteri di Acquate e di Castello.