Ape Lecco, "Nel selvaggio e aspro Sud America": Zambelli e Scotti raccontano il loro viaggio

Proiettato nella serata di ieri, mercoledì 17 aprile 2024, alla sede Ape di Lecco, il film "Nel selvaggio e aspro Sud America". Due ospiti speciali hanno trasportato i presenti sulle orme del viaggio che hanno compiuto, a piedi e in Mtb, attraverso le terre affascinanti e selvagge di Bolivia e Cile: parliamo di Maurizio Zambelli, scialpinista e socio del Cai Lecco, e Francesco Scotti, il medico delle "scorribande", che hanno raccontato il loro avventuroso viaggio - durato una ventina di giorni e durante il quale hanno percorso circa 700 chilometri - fra lagune, deserti di sabbia e salati, vulcani attivi e non, in sella alle Mtb e a piedi sulle cime di vulcani di 5300 e 5900 metri, con arrivo sull'oceano Pacifico.

Ape Lecco, "Nel selvaggio e aspro Sud America": Zambelli e Scotti raccontano il loro viaggio

Nel corso della serata sono stati proiettati diversi filmati con gli scorci dei paesaggi attraversati da Zambelli e Scotti, partendo da La Paz, in Bolivia, una città costruita sulla vecchia miniera: "Un traffico incredibile, una città tutta scale e funivie"; così la descrivono i due. Qui, spiega Zambelli, la quota non è mai sotto i 3600 metri: "Abbiamo pedalato fino a 4900 chilometri, è stato abbastanza impegnativo". I due hanno attraversato anche la Carrettera della Muerte: 62 chilometri di discesa e 3310 metri di dislivello, una lunga strada senza parapetti teatro di numerose tragedie. In più, le biciclette che i due avevano ordinato dall'Argentina non sono poi arrivate e quindi Zambelli e Scotti hanno dovuto comprarle in Bolivia, ovviamente meno funzionali di quelle ordinate in precedenza.

Anche il lago Titicaca è stato tra le tappe del viaggio dei due avventurieri, che non è stato certo privo di sorprese, tanto belle quanto brutte, come la scoperta, una volta arrivati all'hotel, delle stanze collocate al quarto piano: "Ogni volta era una tragedia greca risalire!", commenta Zambelli. E ancora l'isola del Sol; nel video di questa tappa è stato immortalato un bello spuntino a base di birra e formaggio... "Ma il formaggio era il nostro!", ci tengono a precisare. Tappa successiva il vulcano Tanupa, dove i due hanno pernottato in un hotel realizzato completamente in sale. E poi via pedalare lungo il Salar de Uyuni: una distesa di 11 mila chilometri quadrati di sale bianco, "sembrava di pedalare sulla neve", commentano Zambelli e Scotti.

Il viaggio è stato anche momentaneamente bloccato a causa di uno sciopero dei minatori, ma niente paura: "Abbiamo colto l'occasione per visitare il Museo del treno di Uyuni", spiegano. E poi si riparte di nuovo, alla volta del deserto di Siloli, quello più arido al mondo, dove piove ogni tre o quattro anni. E ancora a Laguna Colorada, dove l'acqua assume una tinta rossastra a causa della presenza di una particolare alga: è il paradiso dei fenicotteri, che spuntano nelle immagini proiettate.

Finita la Bolivia, Zambelli e Scotti, insieme al loro gruppo, hanno attraversato la dogana, ritrovandosi in Cile. Qui hanno visto ancora un vulcano, questa volta il Licancabur: "Quando siamo partiti per raggiungere la vetta c'erano -15°". Poi "un ritorno alla civiltà", come l'hanno definito loro, con l'arrivo a San Pedro De Atacama, località molto turistica in mezzo al deserto.

"Noi siamo abituati ad andare in Alaska, in Groenlandia... posti dove vedi solo montagne - la riflessione finale dei due avventurieri - Qui invece ogni giorno il paesaggio cambiava". Inoltre, per i due è stata la prima esperienza così lunga in bicicletta, con tutti i disagi dovuti all'assenza di acqua corrente e riscaldamento. "Dormivamo con mezzo metro di coperte addosso", chiosano i due.

Di seguito alcune delle slide proiettate durante la serata: