Tante rose bianche poste all’esterno e sulle panche della chiesa, volute dai parenti, hanno salutato per l’ultima volta Giovanni Bonacina. La concelebrazione funebre è stata presieduta dal prevosto di Olginate Matteo Gignoli con il parroco di Airuno Ruggero Fabris e il vicario di Aizurro Venanzio Viganò.
Rose bianche e palloncini per l’ultimo saluto a Giovanni Bonacina
Ad animare con i canti la corale In Canto di Olginate. Presenti anche i rappresentanti del gruppo Alpini della sezione locale. «In tanti avete voluto bene a Giovanni – ha detto don Matteo – Siamo senza parole per la ferita di una vita che si è interrotta, chiediamo a Dio di benedirci e di far sentire Giovanni nella luce di Dio che vince la morte, il Dio della resurrezione. Il Dio di Gesù non giudica perché comprende le nostre debolezze e fatiche, è misericordioso. Perdona e accoglie anche se per la nostra umanità ci perdiamo nelle pieghe della vita. Oggi Giovanni ha ricevuto l’abbraccio di Dio. Ricordiamo il tempo e il bene che abbiamo condiviso con lui, nel ricordo lo faremo rivivere ancora».
Commovente il ricordo di don Viganò, personalmente legato alla famiglia di Giovanni: «La sua grande passione per la campagna, i suoi boschi. Chi ci sta vicino è prezioso e unico, è importante saper custodire anche le domande a cui non sappiamo dare risposta. In questi giorni ci siamo posti tante domande e perché, ma ora dobbiamo lasciare stare queste richieste a Dio perché Dio ora sta asciugando le lacrime dagli occhi di Giovanni. Agli amici e a tutti dico: parlate con coloro in cui avete fiducia, non abbiamo soluzioni in tasca ma possiamo provarci per aiutarvi».
All’uscita della bara sono stati liberati nel cielo palloncini bianchi.
Mario Stojanovic
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