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Nonna Ines: 100 anni di forza e dolcezza

La "fornarina" ha ricevuto la visita del sindaco Marco Ghezzi e dell’assessore Tina Balossi

Nonna Ines: 100 anni di forza e dolcezza
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Un’altra calolziese ha da poco tagliato il traguardo delle 100 primavere e, per questo, è stata degnamente festeggiata alla presenza delle autorità cittadine. Lei è "Nonna Ines", per tutti semplicemente "la fornarina", come la chiamavano a Foresto Sparso, il suo paese natale sul lago d'Iseo dove lavorava al forno nel "prestino" dei genitori, che nella giornata di giovedì 18 gennaio 2024 ha ricevuto la visita del sindaco Marco Ghezzi e dell’assessore ai Servizi sociali Tina Balossi.

Nonna Ines festeggia 100 candeline

Nonna Ines: 100 anni di forza e dolcezza

Una storia, quella della signora Ines, che inizia da lontano, a partire dal suo soprannome. A raccontarla è la stessa Balossi: "Questa sorta di nomignolo - spiega - le è stato di buon auspicio, e ha segnato un po' tutta la sua vita incominciando dal primo incontro con Silvio, il ragazzo calolziese che, dietro suggerimento di un commilitone andò a conoscere 'la bella ragazza' di Foresto Sparso".

Quando giunse in paese fu la prima persona che vide: stava fuori dalla chiesa a distribuire immaginette. Silvio non ebbe dubbi e in seguito dirà: "Quando la vidi capii che quella ragazza sarebbe stata la donna della mia vita". Dopo pochi anni diventerà sua moglie ed iniziarono la loro vita insieme a Calolziocorte.

Nonna Ines in gioventù

Ed è proprio qui, nel negozio di alimentari e macelleria Mangili di Via Fratelli Calvi, che molti calolziesi l'hanno conosciuta e sono stati accolti con gentilezza e con il sorriso come solo lei sapeva fare. Nella sua lunga vita ci sono ricordi tristi e felici, amicizie forti, desideri realizzati, rimpianti e dolori, tutto vissuto con coraggio e tanta fede, ma anche ricordi di guerra, come lo scampato pericolo in seguito ad una "mitragliata" di un aereo che le causò una settimana di febbre per il grande spavento.

Oggi, sono però molti di più i ricordi felici: le scampagnate in montagna, i viaggi in treno in compagnia dei genitori e dei suoi sette fratelli e sorelle per visitare musei e mostre e ancora le si illuminano gli occhi al ricordo del suo bellissimo abito di nozze confezionato con un tessuto di seta ricavato dal telo di un paracadute. Ci sono amicizie solide e durature come quella con Eleonora, la sua amica del cuore, una ragazza ebrea che le confezionò e le regalò una bambola di pezza.

Ines e il marito nel giorno delle nozze

"Voglio vivere, perché la vita merita di essere vissuta"

"Il suo primo grande desiderio - continua l’assessore Balossi - si è realizzato con la sua grande famiglia, formata da cinque figli, dieci nipoti e 9 pronipoti. La sua vita è fatta anche di grandi pazzie, come quel viaggio intrapreso da sola quando aveva cinquant' anni fino a Johannesburg, in Sudafrica, per raggiungere la figlia Marilena e la nipote. Tante gioie e un unico grande rimpianto: non aver potuto proseguire gli studi dopo la terza avviamento perché doveva aiutare la sua numerosa famiglia, ma la passione per lo studio l'ha spinta a leggere molto e a scrivere poesie tra le quali una che si intitola 'La bambola di pezza', in ricordo del suo gioco preferito, e una che dice 'lascerò come testamento alla mia famiglia' ".

Oggi la signora Ines si stupisce di essere arrivata a questa importante età, ha conservato il suo dolce sorriso e la sua golosità, che viene accontentata con cioccolata, panna e gelato quasi giornalmente.

Ha ancora molte esperienze da condividere con tutti coloro che le sono accanto e che la circondano di tanto affetto e, al momento di lasciarla, ha salutato le autorità con un "Voglio vivere, perché la vita merita di essere vissuta" e questo saluto sa di augurio per tutti noi.

La poesia di nonna Ines

Luca De Cani

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