"Cerro Torre Dance": immagini e testimonianze di un'impresa divenuta leggenda
La proiezione del video realizzato da Daniele Chiappa e restaurato da Maurizio Camponovo
Una serata di ricordi diventati leggenda, quella di ieri sera, sabato 13 gennaio 2024: la storia della salita al Cerro Torre, 50 anni fa, nel 1974, di tutte le sue peripezie e dell'impagabile felicità nel raggiungere la vetta. Un'impresa che ha reso orgogliosa non solo la città di Lecco, ma l'Italia intera, ripercorsa attraverso testimonianze e la proiezione del video realizzato da Daniele Chiappa e restaurato da Maurizio Camponovo.
Uno spezzone del filmato:
"Cerro Torre Dance": immagini e testimonianze di un'impresa divenuta leggenda
Avevano tentato l'impresa Walter Bonatti e Carlo Mauri nel 1959, "scontrandosi" con una squadra di alpinisti trentini, ma a causa della scarsità dei materiali a disposizione dovettero tornare indietro; ci aveva ritentato Mauri nel 1969, insieme a Casimiro Ferrari, raggiungendo un punto mai toccato, ma la spedizione dovette rinunciare a proseguire a causa del maltempo. Infine, il successo: nel 1974, dopo due mesi tra i ghiacciai, i Ragni di Lecco Casimiro Ferrari, Mario Conti, Daniele Chiappa e Pino Negri conquistano la vetta del Cerro Torre.
Dopo i saluti istituzionali da parte della vicepresidente della Comunità montana del Lario orientale, Marina Calegari, del consigliere regionale Giacomo Zamperini, della presidente della Provincia Alessandra Hofmann, e del sindaco Mauro Gattinoni, si è entrati nel vivo della serata attraverso un dialogo con Serafino Ripamonti dei Ragni di Lecco e il giornalista Giorgio Spreafico, moderato da Sara Sottocornola.
"Un monolite di roccia e ghiaccio"
"Il Cerro Torre è una montagna alta poco più di 3000 metri, però è quasi surreale: un monolite gigantesco di roccia e ghiaccio, tant'è che anche Casimiro, la prima volta che la vide, disse che per lui sarebbe rimasto per sempre solo l’amore platonico dell’alpinismo. Siamo alle estreme latitudini meridionali, dove le correnti umide del Pacifico si scontrano con la cordigliera e generano continue bufere che portano umidità, che condensa e genera il ghiaccio famigerato del Torre", spiega Ripamonti.
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"Non fu facile portare a compimento l'impresa - aggiunge Spreafico - La spedizione del centenario del Cai Lecco, che ricorreva quell'anno, non doveva essere al Cerro, ma al Fitz Roy. Un ragno però non era convinto: era Casimiro, che sosteneva che al Cerro c'era un lavoro da finire e che il mondo non aspettava altro che portarcelo via. Alla fine riuscì a convincere tutti".
Una scelta difficile: solo in 4 possono proseguire alla conquista della vetta
"Ma ad un certo punto i viveri scarseggiano e succede una cosa mai accaduta nelle altre spedizioni extraeuropee dei Ragni: bisogna decidere chi sale e chi scende - prosegue Ripamonti - Casimiro deve dire a otto dei suoi compagni che devono scendere per dare la possibilità a due cordate di compiere l’ultimo tentativo disperato. Gigi Alippi, vice capo spedizione, propone: 'Scendo io, vedrai che gli altri mi vengono dietro'; e così è stato". "La rinuncia pesava a tutti - la testimonianza di Giuseppe Lafranconi, uno degli alpinisti che tornò indietro - Ma, siccome eravamo un gruppo, abbiamo deciso così".
"Restano in quattro e la situazione è eccitante e preoccupante al tempo stesso: il tempo è brutto - conclude Spreafico - Ma sono tutti alpinisti fatti ed esperti, ciascuno responsabile di sé stesso, anche se Casimiro porta sulle spalle la responsabilità di capo spedizione. In vetta esplode la felicità, piena di commozione, dove le lacrime si mischiano ai pezzi di ghiaccio. I quattro costruiscono una specie di fantoccio, una sorta di pupazzo di neve, a cui mettono il maglione rosso: il Cerro Torre era ufficialmente dei Ragni di Lecco. Una volta chiesi a Mariolino se fossero sicuri che sarebbero tornati indietro vivi da quell'impresa, e lui sorrise con l’angolo della bocca allargando le braccia".
"Fortunatamente la spedizione è andata bene, se no eravamo tutti nella palta... - scherza Felice Anghileri, allora presidente dei Ragni - Il conto era in bianco quando me ne sono andato: di rosso c'era solo il maglione".
I ricordi di chi partecipò alla spedizione del '70
Presente alla serata anche Piero Ravà, che partecipò alla spedizione del '70: "Io avevo 20 anni, per me era un’avventura. I ricordi sono tanti e belli, anche se purtroppo non siamo arrivati in cima, ma siamo riusciti ad agevolare la salita di quattro anni dopo".
Anche Roberto Chiappa, fratello di Daniele, aveva partecipato alla spedizione del '70: "Avevamo una piccola azienda artigianale e non potevamo partire entrambi: io avevo già partecipato alla spedizione del '70; ora toccava a lui. La rinuncia nel '70 non è stata così dolorosa; bisognava arrendersi alle evidenze: non c'era più niente da mangiare, negli ultimi giorni ci dividevamo metà scatola di carne Montana. Imperversavano vento e neve, eravamo tutti bagnati, non asciugava niente... un disastro. Quella del '74 fu un'impresa importante per l'alpinismo lecchese e quello italiano, erano tutti uomini tosti, ma tosti veramente".
Sul palco è salita anche Laura Ferrari, figlia di Casimiro: "Tutto è iniziato un anno fa, quando durante una chiacchierata con Mariolino abbiamo iniziato a parlare del 50esimo anniversario del Cerro Torre. Gli eventi in programma sono mostre, proiezioni, filmati... il programma è ancora in via di sviluppo ed è reperibile sul sito della Comunità montana del Lario orientale (https://www.comunitamontana.lc.it/index.php/area-documentale/accesso-civico-4/avvisi-news/795-programma-cerro-torre-1974-2024-12-01-2024-def-1). Il primo appuntamento si terrà a febbraio: un convegno ed una mostra dedicata a padre padre Alberto Maria De Agostini". Si ricorda che fino ad oggi, domenica, resteranno accese le proiezioni in piazza XX settembre.
I primi appuntamenti in programma
I dettagli dei primi appuntamenti del programma per il 50esimo anniversario della salita al Cerro Torre:
- dal mese di febbraio a settembre i Comuni di Abbadia Lariana, Ballabio, Mandello, Lecco organizzano un allestimento di gigantografie fotografiche a testimonianza della spedizione;
- venerdì 9 febbraio a Palazzo della Paure alle 15 si terrà il convegno "Immagini di un mondo scomparso (1883/1960). Padre Alberto Maria De Agostini: l’uomo, la natura, l’arte e la scienza", organizzato dal Cai sezione Riccardo Cassin di Lecco; alle 18 l'inaugurazione della mostra correlata allestita alla Torre Viscontea, aperta dal 10 febbraio al 10 marzo.
Durante la serata non poteva mancare un lungo applauso dedicato a Mariolino Conti, il ragno di cui si sono perse le tracce lo scorso novembre nei boschi della Valmalenco.