Lecco celebra Santo Stefano con la tradizionale accensione del Pallone
Rispettata l'antica tradizione di fede
Anche quest'anno Lecco ha celebrato Santo Stefano con la tradizionale accensione del pallone. Lo ha fatto nella mattinata di oggi, martedì 26 dicembre 2023, durante la celebrazione officiata dal prevosto monsignor Davide Milani con Fra Giuseppe Panzeri nella Basilica di San Nicolò.
Ad animare la funzione è stata la corale della Basilica diretta dalla maestra Floranna Spreafico con all' organo Luca Sesana. All'inizio della cerimonia il Prevosto ha dato fuoco al globo che, bruciando ricorda il martirio di Santo Stefano.
"Stefano è stato uno dei primi martiri della chiesa - ha detto il prevosto dal pulpito - Egli ha dato la sua vita per Cristo non come un eroe, un guerriero coraggioso. Stefano aveva messo Gesù al centro della sua vita e la sua figura ci fa capire meglio cosa sia il Natale. Infatti in questo giorno scopriamo il senso della nostra esistenza. Da Santo Stefano in poi iniziò una grande persecuzione nei confronti dei cristiani. Se ciò fosse accaduto ai giorni nostri le televisioni, i giornali avrebbero detto che il Crestianesimo era destinato a finire. Molti anche oggi affermano che la gente viene meno in chiesa, che i sacerdoti sono sempre di meno. Ma non dimentichiamo che al centro della vita della chiesa c'è Cristo. Non dobbiamo avere paura se anche nelle nostre comunità ci saranno meno sacerdoti. Nulla potrà cambiare poiché Gesù ,come Stefano, ha dato la vita per la Chiesa e per tutti noi"
Perchè si accende il pallone a Santo Stefano
Bisogna ricordare che nella chiesa primitiva il martirio era l'unica forma di santità possibile: il martire è colui che si rende in tutto simile a Cristo - luce che viene dalle tenebre per illuminarle - perché come Cristo ha sacrificato la propria vita per testimoniare la fede partecipando col proprio corpo alla funzione sacerdotale del Salvatore. Così, il "pallone" che prende fuoco dalle candele alzate dal sacerdote è simbolo della vita del martire che si consuma per la fede ardente nella trinità.
Anche il colore bianco della bambagia di cui è composto il pallone non è casuale. Liturgicamente il bianco è il colore riservato alle solennità di Cristo (come il Natale o la Pasqua), è il colore dello splendore e della gloria di Dio e, fin dall'antichità, è anche il colore riservato ai martiri proprio perché uniti nella gloria di Cristo.
La forma sferica, invece, probabilmente rappresenta la "totalità" del sacrificio del martire.
Secondo la tradizione, il celebrante, accingendosi a bruciare il globo, dice in latino: «sic transit gloria mundi», cioè: «così passa la gloria del mondo» per richiamare che il martire, affrontando la prova suprema del dono della vita al Signore, testimonia che per lui la vita di questo mondo passa in secondo piano rispetto alla vita in Cristo.
Mario Stojanovic