Smartphone e musica

Quanti di voi ascoltano musica solamente attraverso telefonino?

Quanti di voi ascoltano musica solamente attraverso telefonino?
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La musica è sempre stata per molti una compagnia costante; alzi la mano chi è abituato a collegare momenti importanti della vita a un brano musicale; oggi la fruizione musicale avvine molto spesso attraverso piattaforme di streaming accessibili tramite i telefoni cellulari.

Ma quanto tempo effettivamente trascorriamo immersi nelle note delle nostre canzoni preferite e quali implicazioni ci sono sul fronte delle radiazioni emesse dai dispositivi ? Approfondiamo questo argomento, utilizzando lo studio di Federico Cremonesi basato sui dati del Bundesamt für Strahlenschutz.

Di Cremonesi è nota la sua passione per i dati, la statistica e la ricerca che lo ha spinto a ottenere un Master in Data Science and Business Analytics.

Lo streaming musicale è diventato un “must have” delle nostre giornate quotidiane. Attraverso piattaforme come Spotify, Apple Music o Deezer, possiamo creare playlist personalizzate, esplorare nuovi generi e ascoltare album interi con un semplice tocco sullo schermo del nostro smartphone. Ma quanto tempo effettivo dedichiamo all'ascolto musicale?

Recenti studi indicano che ogni utente trascorre in media oltre due ore al giorno ascoltando musica tramite le app di streaming sui loro telefoni. Questo dato, sebbene possa sembrare sorprendente, riflette la nostra crescente dipendenza dalla musica come mezzo di svago, compagnia durante gli spostamenti e colonna sonora della vita quotidiana.

Federico Cremonesi ha recentemente condotto un'analisi approfondita basandosi sui dati forniti dal Bundesamt für Strahlenschutz. Il suo obiettivo? Esplorare le differenze di emissioni SAR (Specific Absorption Rate) tra i vari modelli di smartphone utilizzati per lo streaming musicale. I risultati rivelano dati significativi nei livelli di radiazioni emessi da diversi dispositivi, sollevando interrogativi.

Sebbene tutti gli smartphone rispettino i limiti di legge, la ricerca di Cremonesi suggerisce che la variazione nei livelli di radiazioni tra i modelli potrebbero avere implicazioni sulla salute degli utenti, specialmente considerando il tempo significativo trascorso con il dispositivo durante l'ascolto musicale. Anche se il tema delle radiazioni elettromagnetiche è oggetto di dibattito, l'analisi di Cremonesi solleva l'importanza di una maggiore consapevolezza e ricerca nel settore.

Il rapporto tra il tempo dedicato all'ascolto musicale e le emissioni SAR degli smartphone sottolinea l'importanza della consapevolezza del consumatore. Gli utenti devono essere informati sulla quantità di radiazioni cui sono esposti durante le lunghe sessioni di streaming e su come queste differiscano tra i vari modelli di telefoni. Questa consapevolezza potrebbe influenzare le scelte di acquisto degli utenti, spingendo l'industria verso una maggiore attenzione nel processo produttivo.

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