"Lo chiamavano Gibus" al Palladium di Lecco
Gino Buscaglia, il noto critico cinematografico, ha spiegato al pubblico la magia del cinema in sala in occasione della proiezione del docufilm "Lo chiamavano Gibus".
«Il sogno sognato tutti insieme in una sala è impagabile» - così Gino Buscaglia, il noto critico cinematografico, ha spiegato al pubblico la magia del cinema in sala in occasione della proiezione del docufilm "Lo chiamavano Gibus".
"Lo chiamavano Gibus" al Palladium
Buscaglia, classe ‘44, originario di Lecco, ha lavorato per 30 anni per la Rtsi, la tv svizzera, e per quasi dieci anni è stato presidente del Festival internazionale dei cinema giovane di Bellinzona, Castellinaria; nella sua carriera ha incontrato tutti i grandi del cinema, da Leone, a Truffaut, da Fellini ad Antonioni e di tutti ha un ricordo, un aneddoto, una storia da raccontare, come, in parte, fa anche nel docufilm «Lo chiamavano Gibus», prodotto dalla Goodfellas Motion Pictures dello svizzero Jack Martin, che ne ha curato anche la regia, e proiettato mercoledì 25 ottobre, al cineteatro Palladium di Lecco
Ma come è nato il rapporto tra Buscaglia e Martin e questo corto?
«Jack – racconta Gino - era il nipote dell’amministratore delle RTSI, studiava a Firenze e un giorno (allora si chiamava Jacopo) è arrivato da me in ufficio e mi ha detto che voleva fare del cinema e mi ha portato delle sceneggiature da correggere; cosa che io ho fatto; in realtà sono stato anche molto severo, gli ho stroncato un sacco di pezzi, ma lui non ha desistito».
«Poi – continua Buscaglia - è tornato dicendomi che aveva prodotto un cortometraggio dal titolo “sine imperio”, che parlava di un crociato che torna dalla terra santa e cerca la sua famiglia. L’ho guardato, un po’ scettico, devo dire, e ho pensato “cavolo, questo è cinema! Bravo, ce l’hai fatta!”».
«Dopo sine imperio – racconta Jack Martin – che purtroppo non ha avuto molto successo, deluso, mi sono fermato per quattro anni. Poi, leggendo di una famosa sala di Lugano che sarebbe stata demolita, mi è venuta l’ispirazione e ho prodotto “Mister G”, un film sul cinema, di cui Gino interpreta un gestore di sala un po‘ burbero»; Mister G è stata la seconda proiezione della serata, il corto in cui compare anche, come guest star, Eugenio Finardi.
Durante la serata Buscaglia ha ricordato la sua infanzia di cinefilo a Lecco: «il mio primo film, a 5 anni, è stato “Totò al giro d’Italia”, visto al cinema Marconi, dove mi portò mio padre» (cinefilo a sua volta, ndr) e la sua giovinezza quando, ai tempi dell’università, ha organizzato e diretto diversi cineforum, «tra cui quello di Pasturo, che ho portato avanti addirittura per 51 anni».
Francesca Fiori