visite istituzionali

L'agricoltura in Lombardia vuole la sua seconda chance

L’assessore regionale Alessandro Beduschi ha visitato la sede del Gruppo Netweek, poi ha incontrato gli stakeholders lecchesi e sondriesi della filiera agroalimentare

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"La politica del fare delle scelte e guidare le istituzioni sulla base dell’ascolto dei territori". Alessandro Beduschi, nominato a inizio anno assessore regionale ad Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste, martedì 17 ottobre in occasione dell’incontro al Ristorante Le Salette di Verderio Superiore organizzato dal Gruppo Netweek, ha voluto ascoltare il maggior numero di sollecitazioni possibili da parte dei rappresentanti del settore agroalimentare e non solo.

La visita dell'assessore Beduschi a Netweek

L'incontro dell'assessore con gli stakeholder del territorio

Gli ambiti dell'assessorato di Beduschi sono vari (agricoltura, agroalimentare, sistema industriale della trasformazione agroalimentare e tutela delle produzioni tipiche, risorse forestali e florovivaistiche, caccia e pesca, consorzi irrigui e di bonifica) e ai tavoli della colazione di lavoro c’erano rappresentanti di ognuno di questi settori delle province di Como, Lecco e Sondrio.

"Il settore primario ha fatto e continua a fare grande la Lombardia. Condivido con voi un valore che è nel vostro Dna: il lavoro, la voglia di fare. L’assistenzialismo non fa parte del nostro essere - ha esordito l’assessore - In questo momento Regione Lombardia sta cercando di andare incontro alle richieste dell’Europa che riteniamo alcune più e altre meno giuste. Condividiamo la logica della tutela dell’ambiente e riteniamo che i migliori cultori della natura siano proprio gli agricoltori e non avevamo bisogno di lezioni di tutela dall’Europa, ma non ci appartiene l’osservazione passiva perché riteniamo che serva sostenibilità ma anche pragmatismo e realismo. In questa legislatura vogliamo avvicinare il realismo lombardo alla pubblica amministrazione".

I prossimi passi dell'assessorato all'agricoltura: modificare i Psr

Quindi è entrato nel merito di come desidera portare avanti alcune tematiche.

"Sto lavorando alla modifica del Psr (Programmi di sviluppo rurale, Ndr), perché al momento sono illeggibili. Servono un Psr semplice e misure che devono essere sussidiarie. In questo momento storico i soldi ci sono e devono essere a vostra disposizione: se voi non partecipate ai Psr significa che gettiamo soldi comunitari e regionali senza aiutare chi ha voglia di lavorare in questo settore - ha proseguito l’assessore Beduschi - Il Programma di sviluppo rurale ha una potenzialità di 1,2 miliardi di euro e la metà di questi fondi verrà utilizzata per l’innovazione del settore, per acquistare macchinari di nuova generazione perché l’agricoltura ha un forte bisogno di rinnovare il parco macchine, affinché diventino meno energivore. Inoltre dobbiamo affrontare la crisi idrica: la poca acqua che arriva, va utilizzata con un’agricoltura di precisione".

E ha aggiunto:

"Dobbiamo affrontare le sfide sull’uso dei farmaci: l’Europa ci chiede di ridurre, di quasi azzerarne, l’utilizzo. Eppure ci sono molti parassiti che oggi stanno attaccando le viti e molte altre colture e dobbiamo trovare un modo per difenderci. E’ positivo quindi che dal Ministero dell’Agricoltura sia arrivato l’ok a nuove sperimentazioni".

Sostenibilità, innovazione e infine promozione.

"Abbiamo tante risorse, possiamo innovare e riscrivere la storia di alcune zone della nostra Regione. La bellezza dei vostri territori deve essere raccontata al grande flusso turistico che arriva a Milano: bisogna portare i visitatori a fare esperienze a Como, Lecco, Sondrio - va a concludere - Questo significa fare sistema, organizzando esperienze di qualità".

Gli agricoltori chiedono meno burocrazia e interventi più mirati

Un parterre di stakeholders ricco e variegato quello che ha accolto l’assessore all’Agricoltura Alessandro Beduschi. E ognuno ha portato suggestioni, sollecitazioni, richieste al rappresentante di Regione Lombardia.

"E’ positivo che l’assessore ci abbiamo presentato la volontà che ci sia un cambio di passo - ha sottolineato Gianluca Macchi, direttore Consorzio di Tutela Mela di Valtellina - Sondrio e Lecco sono due aree montane, zone diverse per la morfologia dal resto della Lombardia che necessitano di attenzioni particolari. Nel nostro territorio c’è un allevamento meno intensivo che altrove, si punta sui prodotti tipici e dobbiamo lavorare sull’aspetto comunicativo".

Gli ha fatto eco il presidente del medesimo Consorzio Bruno Delle Coste:

"Le nostre battaglie sono contro la cimice, il bostrico, ma anche la grandine che da qualche stagione arriva ogni anno e non più ogni venti. Eppure se per la grandine ci sono le reti, per la cimice è più difficile e il bostrico sta facendo uno scempio nei boschi - ha aggiunto - Frutticoltura e viticoltura sono eroiche, ma soffriamo di mancanza di ricambio generazionale, l’anziano che smette non ha ricambio. Servirebbero più fondi per pagare meglio le persone del settore".

Su questi temi Beduschi ha sottolineato l’apertura all’utilizzo di nuove tecnologie, di colture più resistenti e dell’apertura di Misura Giovani anche all’agricoltura. Quindi ha preso la parola Tiziano Maffezzini di Uncem Lombardia (Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani):

"Il 45% del territorio lombardo è montano e per questo motivo chiediamo che vi sia una declinazione anche montana ai provvedimenti regionali, quindi abbiamo la necessità di essere ascoltati e capiti quando andiamo a Milano - ha spiegato - Tra una valle e l’altra c’è differenza, l’omologazione non esiste sul nostro territorio. Uncem raccoglie le voci dei più piccoli e ci piacerebbe avere un ruolo attivo: non vogliamo solo mettere a terra provvedimenti già redatti, ma aiutare a costruirli sulla base delle esigenze dei territori".

L'intervento delle associazioni di categoria

Non sono mancate all’appuntamento le associazioni di categoria, ha detto Rodolfo Mazzucotelli, direttore di Coldiretti Como Lecco:

"Il nostro territorio è la terra di mezzo tra la montagna vera e la pianura milanese. Una fascia dove vivere l’agricoltura è difficile. Gli agricoltori investono tanto, ma alle spalle ci devono essere istituzioni che ascoltano. Serve lo snellimento della burocrazia e l’attenzione alla frammentazione degli appezzamenti, porre attenzione al consumo di suolo. Un altro problema è la fauna selvatica: cinghiali e cervi sono un pericolo. Serve strutturarsi per avere un adeguato numero di agenti polizia provinciale, cacciatori e agricoltori che possano intervenire perché debitamente autorizzati. E invece ci scontriamo con alcuni piani di gestione faunistica, che non conoscono la reale presenza di alcune specie".

Gli ha fatto eco Silvio Maspero, presidente di Confagricoltura Como Lecco:

"Como e Lecco sono un’area di transizione che vive la convivenza con le zone urbanizzate e ha esigenze diverse. Attualmente non c’è una regolamentazione specifica regionale per queste aree, ma questa agricoltura pedemontana ha peculiarità da affrontare: rifiuti a bordo strada, cittadini che entrano nei campi, spostamenti rallentati per il traffico sulle arterie. Chiediamo un’attenzione specifica per queste situazioni: aderiamo di striscio ad alcuni bandi per la montagna e ad altri per la pianura, ma senza iniziative mirate. Non abbiamo un interlocutore in regione, vorremmo poter avere un confronto diretto".

Presente anche Andrea Beri, commissario del comprensorio di Caccia e Pesca di Lecco:

"Il recupero ambientale e il mantenimento dei boschi da parte dei cacciatori è un’opera fondamentale che oggi però è vista negativamente: i comprensori di caccia sono in pericolo. Questo malgrado siamo una risorsa, anche per il turismo, tanto che alberghi e operatori turistici ci cercano per accompagnare i visitatori a vedere la fauna selvatica".

Gli ha fatto eco Paolo Valsecchi, presidente di Atc Merate:

"I cani da caccia sono fondamentali ma mancano le zone di addestramento per una selezione d’eccellenza. Oggi non ci è più possibile neppure andare nei parchi cittadini, malgrado i cani domestici possano entrarvi".

Le esigenze delle piccole imprese dell'agricoltura

All’appuntamento non sono mancate le piccole imprese di settore. Ha spiegato Valerio Galbusera della Galbusera Società Agricola

"Porto avanti l’azienda agricola dei nonni e recentemente ho acquistato un nuovo terreno a Vimercate per la coltivazione in serra degli ortaggi -  - Ho investito milioni ma il 5 agosto mi è stato notificato un esproprio perché Pedemontana costruirà uno svincolo che smembrerà l’azienda: saremo morti nel giro di due anni e con me 39 dipendenti".

Amarezza anche nelle parole di Alessandro Bonanomi, titolare della Floricoltura Bonanomi:

"La riduzione del consumo di suolo e il diffondersi di malattie ci stanno mettendo in difficoltà: perché alcuni fitofarmaci in Europa in alcuni Paesi possono essere usati e in Italia no? Dateci strumenti per rispondere alle nostre esigenze".

A chiudere Fabio Villa dell’azienda agricola Maggiocindolo:

"Gli apicoltori sono in difficoltà per il cambiamento climatico. Quando dovremmo produrre il miele, dobbiamo invece nutrire gli alveari e i conti fanno fatica a quadrare".

All’evento sono intervenuti anche Giacomo Camozzini (Gal dei Laghi), Carmen Gigliotti (Abilitiamo Autismo), Marco Casati (Terre Lariane), Claudia Crippa (azienda agricola La Costa, che ha offerto i vini per il pranzo), Emilio Molteni (Cia Alta Lombardia)Rnago Pagani (Sec Milano)Peppino Titone (Cia Alta Lombardia), Massimo Ottelli (Comunità Montana Val Trompia), Dario Bianchi (Confagricoltura Como Lecco), Emanuele Bezzi (Coldiretti Como Lecco), Giacomo Guffanti (Coordinatore Campagna Amica Como Lecco).

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