ieri sera

Rapporto 2023 della Fondazione comunitaria del Lecchese: "Ci siamo dati una missione: divulgare la cultura della donazione"

Tante le tematiche affrontate, tra progetti e partnership

Rapporto 2023 della Fondazione comunitaria del Lecchese: "Ci siamo dati una missione: divulgare la cultura della donazione"
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Presentato nella serata di ieri, lunedì 16 ottobre 2023, alla Casa dell'Economia, il rapporto sulle attività della Fondazione comunitaria del Lecchese. Una presentazione diversa dal solito, come ha spiegato il segretario Paolo Dell'Oro, che ha introdotto la serata, durante la quale  quale è stato lasciato più spazio a stimoli, domande e riflessioni, piuttosto che ad un mero elenco di dati.

Fondazione comunitaria del Lecchese: presentato il Rapporto 2023

Quattro i capitoli affrontati nel corso della serata:

  • i fondi di comunità;
  • la partnership con le società pubbliche
  • due progetti che stanno a cuore alla Fondazione: quello di Officina Badoni e quello del riconoscimento Unesco per San Pietro al Monte
  • la relazione tra la Fondazione del Lecchese e la Fondazione Cariplo, attraverso un dialogo tra i rispettivi presidenti Nasazzi e Azzone

Prima di tutto, però, è stato riservato uno spazio per i saluti istituzionali:

"Investire in relazioni comunitarie, non poteva esistere titolo più adeguato per questo rapporto - ha esordito la presidente della Provincia Alessandra Hofmann - Si investe per portare a termine progetti in vari ambiti che sembrano separati tra loro ma in realtà sono tutti correlati al territorio e al benessere della comunità".

 

Alessandra Hofmann

 

"Questo tessuto di relazioni è il patrimonio del territorio, il capitale che si rinnova in virtù del lavoro svolto - ha aggiunto il sindaco di Lecco, Mauro Gattinoni - Restando nella metafora bancaria, la moneta che ci scambiamo è quella della fiducia: siamo una comunità compatta proprio per questo; alimentare le relazioni con la moneta della fiducia rende la nostra comunità più solida e resiliente".

 

Mauro Gattinoni

 

"La Fondazione tende ad estendere le sue attività sia come quantità che come qualità, sulla base di premesse di condivisione e senso di appartenenza, che rappresentano la base ma anche il limite della Fondazione - ha concluso il prefetto Sergio Pomponio - Quando il senso di appartenenza è troppo sviluppato si può infatti cadere nel pericolo di pensare esclusivamente al territorio, senza progettare iniziative oltre i confini".

 

Sergio Pomponio

 

12 fondi di comunità attivi in Provincia

Si è quindi affrontato il primo tema in programma, quello relativo ai fondi di comunità: sono 12 i fondi attivi in Provincia, gestiti direttamente da cittadini di quella comunità, che hanno tre compiti, analoghi - seppur più in piccolo - a quelli della Fondazione: individuare i bisogni della comunità; stimolare la nascita di progetti per risolvere questi problemi; ricercare fondi per realizzare i suddetti progetti. "Appartengo, sostengo, curo": questo il motto con cui sono nati i fondi di comunità, poi adottato dall'intera Fondazione.

Sono stati quindi chiamati a raccolta sul palco i presidenti o, in loro assenza, i membri del comitato di tutti e 12 i fondi di comunità: quelli di Premana, Introbio, Laorca e Malavedo, Malgrate, Valmadrera, Civate, Galbiate, Olginate, Valgreghentino (nato a luglio), Oggiono, Molteno e Garbagnate e La Valletta Brianza (nato un anno fa).

 

 

"Ci siamo dati una missione: divulgare la cultura della donazione, cambiare il sistema di fare beneficienza - ha spiegato il presidente emerito Mario Romano Negri - Tramutandola in un senso di responsabilità dei singoli nell’affrontare i problemi dei territori. Abbiamo quindi realizzato un bando di raccolta fondi: la Fondazione avrebbe dato contributi solo se la comunità avesse partecipato raccogliendo fondi. Abbiamo capito che la radicalità nei singoli territori era fondamentale, perchè ogni territorio ha una sua ascendenza. Il codice civile all'articolo 39 prevede lo riunirsi di un comitato di cittadini che raccolgono fondi per un obiettivo comune, e l'articolo 40 afferma che i componenti del comitato hanno la responsabilità del raggiungimento dell'obiettivo prefissato".

 

Paolo Dell'Oro e Mario Romano Negri

 

Un fondo per sostenere l'ambiente e i siti storici e uno per sostenere le arti dal vivo

E' toccato poi al punto relativo alla collaborazione con le società pubbliche, affrontato con il presidente di Lario Reti Holding, Lelio Cavallier, e al sindaco di Mandello, Riccardo Fasoli. Dal 2019 infatti esiste una collaborazione tra la Fondazione e i Comuni soci di Lario Reti, che ha portato all'istituzione di un fondo con una donazione di 2 milioni e mezzo di euro (2 milioni forniti dai Comuni soci e mezzo milione dalla Fondazione), utilizzato per la manutenzione dei sentieri pedonali e delle piste ciclabili e per l'apertura o il potenziamento di apertura dei siti di interesse storico-artistico (circa 60 i siti che ne hanno beneficiato). Fondo che, come ha sottolineato Cavallier, aveva l'obiettivo di "Superare il campanilismo e creare un valore che fosse superiore a quello della somma delle singole parti, una cornice comune per realizzare iniziative di sistema".

Inoltre durante il Covid è nata l'esigenza di sostenere le arti dal vivo, comparti tra i più penalizzati dalla pandemia, che rischiavano di non aprire più dopo il lockdown. Così è nato il Fondo Arti dal vivo, promosso sempre dalla Fondazione, dai Comuni soci di Lario Reti e da Acinque. In tutto sono stati raccolti 450 mila euro, che hanno permesso la realizzazione di oltre 1000 eventi dal vivo in questi due anni. "Abbiamo aiutato le attività e stimolato tanti giovani. Ora l'obiettivo è che il Fondo non diventi un'assuefazione per le associazioni, ma che esse piano piano si rendano autonome", ha spiegato il sindaco Fasoli, che ha seguito il progetto Fondo Arti dal vivo. "Stiamo lavorando perchè le cose vadano avanti: dobbiamo continuare a investire sul territorio nei filoni della valorizzazione ambientale e culturale, i due capisaldi attorno a cui costruire - ha concluso il presidente di Acinque, Marco Canzi, attraverso una diretta streaming, riferendosi alla prosecuzione del progetto Fondo Arti dal vivo - Ci immaginiamo di proseguire almeno per tre anni; l'dea è che la Provincia di Lecco diventi attrattiva a partire dalle sue caratteristiche migliori: l'ambiente e la cultura".

 

Paolo Dell'Oro, Lelio Cavallier e Riccardo Fasoli

 

Officina Badoni: illustrato il progetto della Fondazione comunitaria del Lecchese

Simone Buzzella, coordinatore del progetto, e Maddalena Medici del Fai di Lecco, hanno poi presentato il progetto Officina Badoni 2030. Buzzella ha illustrato nel dettaglio il progetto: i lavori di restauro finiranno nel febbraio 2024, verso giugno la Fondazione stabilirà lì la sua sede e a settembre partirà il progetto gestionale; l'idea è quella di destinare l'immobile ai giovani e ai temi dell'Agenda 2030.

L'edificio, che si sviluppa su tre piani, prevede al piano terra uno spazio bar e un luogo per studiare, lavorare o dialogare, dove l’incontro fa da padrone; al secondo piano un luogo dove proporre attività strutturate con le associazioni, imperniate principalmente sulla tematica dell'orientamento, sviluppata sotto molteplici aspetti; al terzo piano un terreno dove proporre attività e restituire un luogo aperto alla cittadinanza. "Il Fai sta dedicando particolare attenzione al recupero di aree abbandonate, quindi alla rigenerazione urbana e alla rivalutazione industriale - ha spiegato Medici - Quindi l'apertura di Officina Badoni è pienamente in linea con i nostri interessi. A Lecco abbiamo 5 luoghi Fai e nelle giornate del Fai dello scorso weekend sono giunti 5000 visitatori, oltre 1000 all'Officina Badoni".

 

Maddalena Medici e Simone Buzzella

 

La candidatura Unesco di San Pietro al Monte, un iter lungo che ci si augura possa portare ad un risultato positivo

Si è poi naturalmente affrontato il tema della candidatura Unesco del monastero di San Pietro al Monte di Civate, sito capofila del progetto Unesco degli insediamenti benedettini, che, come ha spiegato Marco Valle della Fondazione Links di Torino, risponde al criterio Fai della regola benedettina, al criterio dell'interazione uomo-ambiente (in quanto la cultura monastica ha avuto un grande impatto nell'Europa medievale) e al criterio dei centri formativi: i monasteri nell'Alto Medioevo erano infatti i principali centri culturali.

Alla candidatura stanno lavorando diversi partner: il coordinamento scientifico di Links, l'ordine monastico benedettino, la Fondazione comunitaria del Lecchese e il Ministero della Cultura.

"Il 15 settembre è stato pubblicato il preliminary assessment, un dossier di candidatura ridotto che serve per una prima dichiarazione di fattibilità della candidatura. Siamo fiduciosi che questo progetto, seppur con tempi lunghi, possa portare ad un risultato positivo", ha concluso Valle.

 

San Pietro al Monte

 

La serata si è infine conclusa con il dialogo tra Maria Grazia Nasazzi, presidente della Fondazione comunitaria del Lecchese, e Giovanni Azzone, presidente di Fondazione Cariplo.

"Le fondazioni sono degli integratori che facilitano la comunicazione - queste le parole di Azzone - Non mi stupisce che la Fondazione sia partita da Lecco, perchè si tratta di una comunità che ha una grande capacità di lavorare insieme. La Fondazione è una risorsa importante che nasce dalla comunità e da alcune persone in particolare che hanno posto la comunità davanti a se stesse".

"Il Fondo Aiutiamoci, contrasto alla povertà ha cambiato la nostra comunità. Hai definito la nostra Fondazione il braccio operativo di Cariplo sui territori", ha proseguito Nasazzi, rivolgendosi ad Azzoni.  "La presenza di una Fondazione che ci permetta di comprendere le fragilità e le potenzialità del territorio è fondamentale per Cariplo - la sua risposta - Non esiste una soluzione unica ai problemi, perchè le persone sono tutte diverse. La sfida è proprio questa e richiede uno sforzo molto più grande, perchè è molto più facile ideare una sola soluzione per tutti". Infine Azzone ha concluso, in risposta alla domanda di Nasazzi che gli chiedeva se gli piacesse il suo ruolo di presidente: "Se hai la fortuna di poter, col tuo impegno, cambiare la vita di alcune persone, questa cosa è bellissima, e essere presidente di Fondazione Cariplo mi permette di farlo".

 

Maria Grazia Nasazzi e Giovanni Azzone
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