Lecco-Bergamo: la variante San Girolamo continua a far discutere
Un'assemblea a Calolziocorte per valutare i vari progetti sul tavolo
Niente da fare, la variante San Girolamo della nuova Lecco-Bergamo non piace a nessuno e continua a far discutere. Non sono mancate le critiche e le lamentele da parte dei (pochi) cittadini che, nella serata di venerdì, hanno preso parte all’assemblea pubblica organizzata dal Comune nel salone don Duci dell’Oratorio di Sala per illustrare i progetti sul tavolo del commissario Valerio Luigi Sant'Andrea e rassicurare i calolziesi sulle possibili ripercussioni sulla città.
Lecco-Bergamo: assemblea a Calolzio sulla variante San Girolamo
A intervenire, in solitaria, il sindaco Marco Ghezzi che, con l’aiuto del suo vice Aldo Valsecchi ha preso la parola illustrando le caratteristiche delle tre possibili soluzioni in ballo. Presenti in sala, oltre ad una cinquantina di cittadini anche i rappresentanti delle minoranze consiliari di Cambia Calolzio e Bene Comune.
«La cosa migliore – ha esordito Ghezzi – sarebbe stata che a questa assemblea avesse partecipato chi ha organizzato i progetti, cioè Anas, poiché è l’unico soggetto che ha tutti gli elementi per rispondere ai quesiti. Temo che lo farà però solamente quando il commissario si sarà espresso. Tutte e 3 le soluzioni sono impattanti per la vita quotidiana dei cittadini e i lavori potrebbero causare problemi. L’area più critica, di circa 100/150 metri, si interseca col tessuto urbano e quindi è molto impattante. Ogni soluzione presenta problematiche diverse e tutte coinvolgono persone. Proprio per questo il comune dovrà diventare il supporto per i cittadini che avranno rapporti con Anas».
Diverse le proposte sul tavolo del Comune
In estrema sintesi, il problema riguarderebbe il tratto a valle di corso Dante, il cui sottofondo presenterebbe depositi lacustri che necessitano di opere di consolidamento dall’alto, tecnica utilizzata nella prima (il progetto originario) e nella terza ipotesi (quella che compie un arco più alto per scendere dritta da via Galli).
Quale ipotesi sia la «preferita» dal Comune non è dato sapere ma è stato lasciato intendere: «Con le proposte 2 e 3 c'è la possibilità che per un caso sfortunato il cantiere si blocchi per mesi. L’ipotesi originaria (la 1) potrebbe sembrare la più impattante per la presenza di edifici da abbattere lungo il percorso, espropri e trasferimenti. Guardando più attentamente però, siamo in una zona di edifici abbandonati, dove poi potrebbe esserci anche la possibilità di riqualificare quegli spazi a beneficio della collettività. Essenziale però, sarà capire quale sarà il destino del terzo lotto (quello che dalla zona del cimitero dovrebbe portare alla rotonda del ponte Cantù a Sala)».
Dal canto loro, i cittadini di Calolziocorte, hanno espresso tutte le loro perplessità e il loro pessimismo riguardo l’opera, ritenuta nella sostanza inutile così come è stata pensata poichè dispendiosa e non risolutiva. Ta le varie osservazioni, la richiesta è stata quella di una gestione delle risorse più oculata per prolungare (o almeno provarci) di prolungare il tunnel fino a Sala, alla rotonda del ponte Cantù.