XIX delegazione lariana

Soccorso alpino lancia l'allarme: "Estate terribile, si va in montagna senza preparazione". Già 18 le vittime

Vitali: "Il  2023 si avvia ad essere un anno con un numero record di interventi"

Soccorso alpino lancia l'allarme: "Estate terribile, si va in montagna senza preparazione". Già 18 le vittime
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La montagna è di tutti, ma non è per tutti. Questo il messaggio chiaro, senza se e senza ma, che era emerso la scorsa primavera nel corso dell'incontro istituzionale durante la Commissione IV in Comune a Lecco. Una commissione che era stata convocata per fare il punto sull’importanza di una informazione corretta nella prevenzione degli incidenti in montagna. Un messaggio che, di fatto, è stato ribadito ieri, giovedì 14 settembre 2023, sempre a Lecco, ma stavolta nella sede operativa del Soccorso alpino al Bione.

Soccorso alpino lancia l'allarme

Una convinzione che si è fatta ancora più forte alla luce dell'impennata di interventi effettuati dai volontari della Diciannovesima delegazione Lariana del Cnsas nel mese di agosto. Uno stillicidio, con punte di 6 uscite in una sola giornata per soccorrere persone che spesso (sempre più spesso, troppo spesso) affrontano le uscite sulle vette senza una adeguata preparazione.

Estate terribile

"Se guardiamo i valori assoluti i dati generali degli interventi compiuti dai nostri volontari (perché è bene ribadirlo, gli uomini del soccorso alpino operano su base volontaria, per vivere devono fare altri lavori, lavori che spesso lasciano quando vengono allertati per andare a salvare persone ndr) nel 2023 non si discostano molto da quelli del 2022 - ha sottolineato Marco Anemoli, responsabile della XIX Lariana, una delle delegazioni  con il maggior numero di operazioni e tra le più ampie per estensione geografica - Ma questa estate, ed in particolare nel mese di agosto, la situazione è peggiorata, per non dire precipitata".

Luca Vitali, presidente del Soccorso Alpino Lombardia

«Dopo questa estate il  2023 si avvia ad essere un anno con un numero record di interventi - ha ribadito Luca Vitali, presidente del Soccorso Alpino Lombardia presente ieri a Lecco - Questa situazione ci ha spinto a pianificare un accordo con Areu che ha anche l'obiettivo di diminuire il carico di lavoro per i soccorritori. In particolare si sta pensando all'utilizzo di elicotteri regionali, anche non medicalizzati, per il trasporto delle persone illese, ad esempio quelle smarrite, che sono in aumento. E’ necessario che le persone capiscano che per andare in montagna è necessario essere preparati. Ci vuole consapevolezza». Una consapevolezza che, dati alla mano, manca.

I dati

Ma vediamoli nel dettaglio quindi questi numeri: per quanto riguarda la 19esima Delegazione Lariana gli interventi  compiuti tra il primo gennaio e il 14 settembre 2023 sono stati 316 a fronte dei 1717 in tutta la Lombardia. 18 le persone decedute, 66 in totale nella nostra regione.  487 i soccorsi effettuati l'anno precedente  (35 deceduti), 433 nel 2021 (31 deceduti).

Dei 316 interventi 78 sono stati effettuati dalla Stazione di Lecco, 75 Valsassina Valvarrone, 47 Triangolo Lariano, 46 Lario Occidentale  Ceresio 46, 30 Varese,  19 Dongo e 5 Pavia Oltrepò.

Se guardiamo alle principali cause degli incidenti a farla da padrone sono le cadute, 109, seguite da  41 malori e 31 scivolate. Ma i volontari del Soccorso alpino sono anche intervenuti 26 volte per aiutare persone che hanno perso l'orientamento, 20 volte per trarre in salvo escursionisti incapaci di proseguire il cammino, 11 volte per soccorrere persone sfinite. 9 le persone precipitate, 6 quelle ferite a seguito di una scarica di sassi. In tre casi gli escursionisti erano «semplicemente in ritardo» e ci sono state anche tre false chiamate.

La maggior parte delle persone soccorse, 190, stava facendo attività escursionistica, ovvero camminate lungo sentieri. 21 erano impegnate in attività alpinistiche, 15 stavano affrontando una ferrata, 14 erano in mountain bike, 10 stavano facendo arrampicata sportiva, 6 stavano volando con il parapendio  e uno era impegnato nella ricerca di funghi.

Il problema principale? L'impreparazione

Ma come detto i numeri assoluti, sebbene di per sé impressionanti, non danno la reale dimensione di un fenomeno che è sempre più preoccupante: l'impreparazione, l'incapacità (o la non volontà) di affrontare l'uscita in montagna con una adeguata pianificazione. "Gli interventi ormai sono praticamente quotidiani, così come quotidiano è il sacrificio dei volontari  - ha ribadito Anemoli - Questa estate l'attività è stata a dir poco intensa, anche 3 o quattro uscite al giorno, in un periodo in cui anche i tecnici sono in ferie. Le montagne, soprattutto nell'era post covid, sono state prese d'assalto".

Il tutto con una leggerezza che ha delle conseguenze pesantissime. "Quello che ci ha impressionato, ad esempio, è l'aumento degli interventi dovuti ai malori. Il caldo è stato impietoso, e le persone, anche in condizioni climatiche pesanti, non hanno rinunciato ad andare in montagna, senza pensare ai rischi. Ormai questa è una abitudine".

 

Alessandro Spada - Valsassina Valvarrone

Alessandro Spada

A confermare la situazione critica sono stati i Capistazione a partire da Alessandro Spada - Valsassina Valvarrone: "Agosto è stato drammatico con 33 interventi compiuti in un mese, più di uno al giorno. 10% i deceduti. 30% gli illesi. Ed è su questa percentuale che noi dobbiamo agire".

 

Un mese massacrante anche per la Stazione di Lecco, coordinata da Massimo Mazzoleni

"Ad agosto c'è stata una impennata mostruosa, in un giorno solo abbiamo effettuato ben sei soccorsi - ha aggiunto Massimo Mazzoleni -  motivi sono evidenti e non si possono negare: impreparazione, scarsa capacità fisica, abbigliamento non adeguato, scarsa capacità di lettura e conoscenza del territorio. Ci sono state persone che non sapevano dove si trovavano, che nemmeno con un telefonino funzionante in mano sapevano spiegare dove fossero. Tutto questo  anche con la complicità  cartellonistica a volte un po' confusionaria a causa della coesistenza di cartelli nuovi e vecchi. Il caldo poi ha creato problematiche enormi. Abbiamo soccorso intere famiglie sfinite, che a causa si l'impreparazione e dello scarso equipaggiamento, anche a livello alimentare, hanno impiegato sei ore per effettuare una escursione da un'ora. Tanti poi gli interventi sulle ferrate, in particolare quelle che non sono state oggetti di manutenzione come la Gamma 1 e la Gamma 2".

Massimo Mazzoleni

"Lecco sta facendo poco per la montagna"

" Su questo fronte Lecco, a mio parere, sta facendo poco, troppo poco, per non dire nulla. Basti pensare alla Direttissima della Grignetta: ha 100 anni, un secolo, e nessuno ha investito un euro per metterci mano". Il mondo virtuale, della rete, ha una responsabilità pesante in questa situazione. "Le persone si approcciano alla montagna dopo aver visto immagini sui social network sapendo poco o nulla di cosa vuol dire andare per monti: sembra tutto facile, tutto accessibile, tutto a portata di mano. Ma così non è".

Luciano Giampà  -  Soccorso alpino Triangolo Lariano

Il capostazione della Triangolo Lariano Luciano Giampà ha registrato numeri invece in controtendenza nel mese di agosto rispetto agli altri territori, ma ha evidenziato un aspetto comune ai suoi colleghi: "Quasi tutti gli incidenti succedono in discesa, quando le persone stanche, una stanchezza dovuta principalmente alla mancanza di un corretto allenamento".

Luciano Giampà e Riccardo Botta

Riccardo Botta -  Soccorso Alpino Lario Occidentale

E poi ci sono i nuovi sport che stanno prendendo sempre più piede, come ha ricordato Riccardo Botta responsabile della zona del lario occidentale: "Penso ad esempio al downhill. Un incidente su un sentiero può provocare anche traumi pesantissimi e stabilizzare una persona in una zona impervia non è esattamente la stessa cosa che farlo in sua una strada di città".

La stagione dei funghi

Ora questa estate rovente sta volgendo al termine, ma si sta aprendo un altro periodo potenzialmente estremamente critico, quello della raccolta dei funghi.  "Ieri abbiamo già effettuato un intervento per un fungiatt disperso - ha confermato Alessandro Spada - Situazione risolta, ma ribadiamo che è necessario prestare molta attenzione. E' necessario avere un adeguato abbigliamento, non stivali di gomma giusto per dirne una. E' necessario dare indicazioni su dove si ha intenzione di andare. E' necesario conoscere il territorio. Non è un caso se nella  maggior parte dei casi le persone che soccorriamo non sono della nostra zona. E' fondamentale prestare attenzione al meteo e alle condizioni del suolo".

Niente è semplice, tutto va studiato. Ne va della propria vita e a volte, anche di quella delle persone, dei volontari, che mettono a rischio la loro vita per aiutare gli altri.

 

 

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