Serie B

Calcio Lecco, è il giorno del Consiglio di Stato sulla serie B: blucelesti in vantaggio di una sentenza

Quello di oggi sarà l'ultimo atto della battaglia legale ma il provvedimento potrebbe essere pubblicato solo domattina

Calcio Lecco, è il giorno del Consiglio di Stato sulla serie B: blucelesti in vantaggio di una sentenza
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Dai festeggiamenti sfrenati post Lecco – Foggia alla doccia gelata di 72 ore più tardi, dall’iniezione di sollievo del 7 luglio al nuovo ingresso nell’incubo, fino alla terza esplosione di gioia. Un turbinio di sensazioni contrastanti guida la piazza lecchese e la Calcio Lecco verso l’ultimo atto di una logorante battaglia legale, che si terrà oggi, martedì 29 agosto, a conclusione di due tra i più surreali mesi dell’ultracentenaria storia bluceleste.

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Calcio Lecco, è il giorno del Consiglio di Stato: blucelesti in vantaggio di una sentenza

Sarà il Consiglio di Stato a pronunciare l’ultima parola sull’estate delle ammissioni/non ammissioni alla Serie B già cominciata. E lo farà dopo aver esaminato, nella giornata odierna, le posizioni coinvolte, incluse quelle di Perugia e Reggina. Il riesame che si prospetta non ha l’aria di essere immediato, motivo per cui la pubblicazione della sentenza potrebbe slittare alla mattinata di domani. Ad ogni modo, i blucelesti si affacciano all’ultimo grado di giudizio con una sentenza a proprio favore da difendere, quella con cui il Tar, lo scorso 3 agosto, ha accolto la tesi difensiva del club di via Don Pozzi, contestualmente rigettando il ricorso incidentale perugino. Rispetto a quanto già emerso, ad ogni modo, le difese avverse a quelle lecchesi non sembrano poter puntare su elementi di novità tali da poter prospettare uno stravolgimento del verdetto del Tar.

L'adempimento era inesigibile...

La granitica motivazione del provvedimento è in questo senso l’arma in più del club di via don Pozzi. Quest’ultima, si ricorda, è stata incardinata sull’inesigibilità, da parte del Lecco, dell’adempimento concernente il deposito della documentazione sullo stadio, poiché alla scadenza originariamente stabilita per esso (15 giugno, mentre la data del 20 valeva soltanto per integrazioni) il club di via Don Pozzi ancora non era certo della promozione in B (il ritorno con il Foggia si è infatti disputato tre giorni più tardi), né versava nelle condizioni per poter indicare nella relativa documentazione il Rigamonti – Ceppi (non a norma per la B) o uno stadio alternativo, dal momento che la deroga si sarebbe potuta chiedere solo in funzione di una Serie B...a cui il Lecco ancora non era sicuro di partecipare; soltanto una volta maturato il titolo per la serie cadetta, la società ha potuto muovere passi in tal senso, come poi ha fatto, tempestivamente, prospettando l’Euganeo di Padova come impianto «secondario» e completando le incombenze a proprio carico il giorno 23 giugno. Dal giorno successivo alla finale al 23, insomma, in soli quattro giorni, il Lecco ha fatto quanto doveva (e quanto avrebbe dovuto fare, se la finale si fosse giocata come da calendario originario l’11, con il doppio del tempo a disposizione).

Lecco scalpita

Il club bluceleste, insomma, che anche al Consiglio di Stato sarà sostenuto dal Comune di Lecco, dispone di fondati motivi per tenere a bada la fisiologica apprensione pre-sentenza. È peraltro verosimile che, alla fine, il Consiglio di Stato si trovi a giudicare sempre sugli stessi elementi, in virtù dell’«effetto devolutivo pieno» del giudizio di appello, per cui tutto ciò che è stato preso in esame al Tar può esserlo allo stesso modo nel grado successivo. Lecco, insomma, scalpita. Ora più che mai. Ma ai nastri di partenza dell’ultimo atto si parte da una posizione di vantaggio. E questo è un fatto.

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