Commosso addio a Felice Corti, "Sapeva farsi voler bene"
"Era stato stimato da tutti grazie alla sua grande empatia, il suo sorriso accogliente, la sua disponibilità discreta e la sua grande creatività"
E' stata un cerimonia commossa e commovente, e non poteva essere altrimenti, quella con la quale oggi, lunedì 24 luglio 2023, Lecco ha detto addio a Felice Corti, "decano" delle onoranze funebri cittadine, che si è spento nella notte fra venerdì e sabato a 62 anni. Un uomo che "Sapeva farsi voler bene". Basterebbero queste parole, pronunciate nella Basilica di San Nicolò a Lecco da don Paolo Ventura, ex parroco di Castello, oggi a Valgreghentino, per raccontare "Felicino", come tutti affettuosamente lo chiamavano.
Commosso addio a Felice Corti
Un professionista stimato, un uomo attento, preciso, disponibile, generoso. In una parola, amato. Dal marito Luca Cristofoli (il loro amore era stato suggellato dal sindaco Mauro Gattinoni nella cerimonia di unione civile), dalla sua famiglia, dai suoi amici, dai colleghi, dai datori di lavoro, dai sacerdoti, dalle tante persone che aveva sorretto nel momento del lutto, dai volontari dell'associazione Renzo e Lucio. Da tutti. Davvero da tutti.
"Sapeva farsi voler bene"
"All'interno di questa chiesa i nostri sguardi sono rivolti verso Gesù ma sono rivolti anche verso il nostro fratello Felice - ha detto don Paolo dal pulpito - Il filo che ci lega a lui è diverso per ciascuno di noi, come differenti sono i nostri sguardi: lo sguardo dei familiari carico d'amore, ma c'è il filo dell'amicizia che lega a lui tante persone. Perché Felice è stato un uomo che ha saputo nella sua vita farsi voler bene. Potrei dire Felice di nome e di fatto. Era stato stimato da tutti grazie alla sua grande empatia, il suo sorriso accogliente, la sua disponibilità discreta e la sua grande creatività. E poi il suo servizio puntuale e preciso nell'accompagnare nell'ultimo viaggio tanti fratelli e sorelle defunti".
Tenerezza e commozione nella parole di don Paolo in ricordo di Felice Corti
Don Paolo, con commozione e tenerezza, ha anche posto l'accento su una nota particolare: "La sua pazienza con i sacerdoti nell'organizzare il funerale. Che pazienza! Ma felice diceva: "Lo so che siete fatti così". Felice non si risparmiava in nulla". Era sempre pronto là dove doveva organizzare una cerimonia funebre oppure allestire una chiesa per una festa. Era venuto anche nel mio paese in occasione della mia prima messa e con il suo gusto insuperabile aveva parato la mia casa e il mio balcone. A dire il vero aveva aggiunto lo stemma della diocesi di Milano e del Papa, tanto che io gli avevo chiesto se non aveva un po' esagerato. Ma lui era sempre così preciso e puntuale. Non l'ho mai visto arrabbiato in tutta la mia vita. Aveva anche una grande capacità di stare in mezzo alla gente di farsi voler bene. Ecco allora che io vi dico che questo non è un addio ma un arrivederci".
Micaela Crippa