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Una cascata di gente e di risate in piazza Garibaldi con Carlo Verdone

L'attore romano ha divertito la folla con aneddoti e ricordi nel suo inconfondibile stile.

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"Certo che si vede proprio la differenza tra l’accoglienza di qui e l’accoglienza romana... qui tutti gentili, scusi, posso rubarle due minuti?". Così è entrato in scena, ieri sera in piazza Garibaldi, il grande Carlo Verdone, accolto dal caloroso applauso della numerosa folla presente.

 

 

Una cascata di gente e di risate in piazza Garibaldi con Carlo Verdone

L’attore romano ha poi iniziato a raccontare e raccontarsi, grazie anche alle puntuali domande di Marina Sanna e Valerio Sammarco, della Rivista del Cinematografo.

Ecco le loro domande e le risposte dell’attore-regista.

Qual è il segreto delle scene cinematografiche che restano impresse nella storia?
"Non c’è un segreto: è un mistero, è la magia del cinema. Ad esempio, quando stavo scrivendo Bianco, Rosso e Verdone, ad un certo punto mi è uscita la battuta Magda, tu mi adori? Lo vedi che la cosa è reciproca?. E mia moglie scoppia a ridere. Io penso: Ah, ma questa “cretinata” funziona? A volte anche solo una sigaretta poteva far ridere, diventando la coprotagonista della scena". E così Verdone inizia a mimare una famosissima scena in cui, sulla nave, fuma la sigaretta e pensa ad alta voce Ma cosa trasporterà... droga?". E giù fragorose risate da parte del pubblico.

Il numeroso pubblico

Quali sono i tuoi attori preferiti?
"In Italia Sordi, ma quando era in bianco e nero: a colori non aveva la stessa potenza. Ho molto amato anche Ugo Tognazzi e poi ho un debole per Massimo Troisi per i suoi tempi comici e la sua filosofia. Oggi ci manca quel numero di grandi attori che avevamo negli anni Sessanta, come i caratteristi: oggi tutti vogliono fare subito il protagonista. Lì è necessario un regista che sappia entrare nell’anima delle persone: io ho dovuto combattere per veder riconosciuta Sora Lella. Sergio Leone diceva Ma questa ha il colesterolo, ci muore qui e non è neanche coperta dall’assicurazione, e poi cosa facciamo se muore a metà film, dobbiamo ripartire da zero?". E vai con un altro scoppio di risate.

Verdone ha anche confidato: "Io non pensavo di fare l’attore; è vero, facevo ridere, ma ero anche molto riservato. Dicevo: non farò mai il lavoro di mio padre, parlare di fronte a più di cento persone... Ho iniziato facendo teatro, piacevo molto al pubblico - per lo più miei amici - Un giorno quattro attori si ammalarono, dovetti sostituirli tutti io, mi cambiavo e rivestivo man mano i vari ruoli. Funzionò così bene che quando gli attori guarirono non furono più voluti".

Insomma, tanti gli aneddoti raccontati dall’attore, che alla fine ha concluso, fra scroscianti applausi: "Avete visto in scena la vita di Verdone".

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