Grande manifestazione

Metalmeccanici: oltre 300 in presidio davanti alla Prefettura di Lecco

"Oggi le politiche di questo Governo orientano a una competizione al ribasso sulla pelle delle persone"

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Tanti e soprattutto convinti che sia necessario un cambio di rotta per sostenere e migliorare un comparto che a Lecco e nel Lecchese, ma non solo, è pilastro dell'economia. Sono stati ben oltre 300 i metalmeccanici che nel pomeriggio di oggi, venerdì 7 luglio 2023, hanno manifestato durante il presidio organizzato da  FIOM CGIL, FIM CISL e UILM UIL  al termine dello sciopero di 4 ore promosso per invocare "rilancio industriale, l’occupazione, gli investimenti e le transizioni ecologica e digitale sostenibili".

Metalmeccanici: oltre 300 in presidio davanti alla Prefettura di Lecco

Una manifestazione, quella davanti all'Ufficio territoriale del Governo di corso Promessi Sposi, estremamente partecipata, come non se ne vedevano da tempo a Lecco, segno inequivocabile del malcontento e della frustrazione vissuti da operaie e operai di un settore che, sebbene trainante, è stato vittima di uno smantellamento continuo. Uno "stillicidio" che esiste anche nel nostro territorio, tra delocalizzazioni e chiusure.

I dati dell'adesione allo sciopero

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A guidare i manifestanti i rappresentanti  sindacali Gabriella Trogu (Uilm) prima donna segretario nel nostro territorio in un "settore" storicamente appannaggio maschile,  Enrico Vacca (Fim-Cisl), Maurizio Oreggia (Fiom-Cgil).

Presente alla manifestazione dei Metalmeccanici anche il senatore Tino Magni

"Sono qui per solidarietà con  i metalmeccanici, categoria che fa parte della mia storia lavorativa e sindacale da sempre - ha sottolineato il senatore Tino Magni eletto con l'Alleanza Verdi Sinistra e presente sia al presidio che all'incontro istituzionale - Oggi stanno scioperando contro il Governo che non ha una linea sulla politica industriale. Sono giustamente preoccupati per il loro futuro e noi sosteniamo la loro lotta".

Incalzare quindi  il Governo, a cui fanno capo le politiche industriali, e il sistema delle imprese "che troppo spesso si arroccano sulle proprie rendite di posizione, affinché siano messe in campo tutte le sinergie possibili per invertire queste tendenze negative": questo secondo i rappresentanti dei lavoratori il motivo che ha spinto tante operaie a tanti operai lecchesi a partecipare alla manifestazione.

"Siamo qui a scioperare per i  nostri diritti"

"Siamo qui a scioperare per i  nostri diritti, chiediamo al Governo e all'Italia di essere ascoltati - ha rimarcato  Gabriella Trogu  - Continuiamo a partecipare a tavoli di trattative, ma ne usciamo sempre senza certezze. L'industria è trainante per il nostro Paese. Chiediamo un piano industriale serio e un salario minimo garantito per avere dignità. Chiediamo occupazione e libertà per i nostri giovani, chiediamo università senza numeri chiusi. Chiediamo professionalità perchè a noi rimane solo la bassa manovalanza. Chiediamo insomma di essere ascoltati. Oggi in Italia non lo siamo".

"Fase critica per tante transizioni"

"Da troppo tempo, da alcuni decenni,  non viene messo al centro del discorso politico il piano industriale - ha aggiunto Enrico Vacca - Oggi però viviamo una fase particolarmente critica perché  il nostro sistema produttivo si sta trovando ad affrontare la transizione ecologica, quella digitale, il passaggio dai carburanti alle auto elettriche".

"Il manifatturiero resta un settore trainante"

"Il manifatturiero rimane un motore trainante dell’economia nel Lecchese e, di conseguenza, se non si agisce potrebbero esserci ricadute sull’intero tessuto sociale - ha detto Maurizio Oreggia - Abbiamo tutte le potenzialità per farcela, partendo dalla necessaria riflessione sulla riappropriazione di un ruolo centrale all’interno della produzione delle catene del valore, puntando anche sul rientro di asset industriali dall’estero (il cosiddetto reshoring) e sulla qualità del lavoro. Chiediamo al Governo di sostenere il reddito da lavoro, contrastare il precariato, vincolare a precisi risultati in termini di qualità occupazionale gli indispensabili investimenti pubblici e privati nei settori considerati strategici. Chiediamo inoltre di predisporre una riforma degli ammortizzatori sociali per tutelare appieno le lavoratrici e i lavoratori dentro i grandi processi di transizione".

Sindacalisti dei metalmeccanici ricevuti dal viceprefetto

Al termine del presidio i segretari sono stati ricevuti da Paola Cavalcanti, viceprefetto aggiunto di Lecco alla quale hanno sottoposto il documento unitario inerente alla centralità del lavoro metalmeccanico.

"Abbiamo raccontato alla dottoressa Cavalcanti la situazione insostenibile che ogni giono viviamo nelle fabbriche - ha concluso Oreggia - E abbiamo sottolineato cosa secondo noi servirebbe a questo Paese. Temiamo che senza un confronto tra Governo, parti sociali, industriali e lavoratori non andiamo da nessuna parte. Vediamo settori importanti come siderurgia, automotive, impianti, smantellati poco per volta. Si deve tornare a investire in questi settori che generano ricchezza che viene reinvestita nella società".

" Le sfide complesse che abbiamo di fronte vanno affrontate con un tavolo di regia in termini sistemici. C'è un grande potenziale di forze e intelligenze nel nostro Paese che, se ben coordinato, può invertire la tendenza negativa di insicurezza e precariato. La dottoressa Cavalcanti si farà carico delle istanze che abbiamo presentato e ci ha garantito che informerà il Governo centrale. Il nostro auspicio è che si apra un confronto vero che dia risposte. Oggi le politiche di questo Governo orientano a una competizione al ribasso sulla pelle delle persone. Basti pensare ai voucher o agli appalti. Noi abbiamo fatto sentire la nostra voce in maniera molto chiara. Se non verremo ascoltati andremo avanti a manifestare".

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Mario Stojanovic

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