moda e sostenibilità

Con la Piccola Sartoria Sociale la sostenibilità sfila in passerella

Sabato 24 giugno in occasione del Festival Bri-Up è stata presentata la prima collezione interamente realizzata con materiali di recupero

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Il “red carpet” diventa green: sabato 24 giugno, nella cornice dell’ex monastero della Misericordia di Missaglia, è stata presentata la nuova collezione di abiti della Piccola Sartoria Sociale. La start-up per il recupero dei rifiuti tessili promossa da Silea insieme alla Cooperativa
Paso, ha realizzato una linea di 10 capi, cucendo esclusivamente scarti e materiali destinati altrimenti a venire gettati.

L'intervista e il video della sfilata della Piccola Sartoria Sociale

L'evento in occasione di BriUp

In occasione della seconda edizione di “BriUp”, il Festival brianzolo che unisce musica e incontri a tema artistico-culturale, si è svolta infatti una sfilata di moda, che ha dato luce ad alcuni giovani stilisti esordienti del territorio. Jeans consumati, vecchi maglioni e persino ombrelli rotti sono stati trasformati in giacche, completi e abiti dalla giovane stilista di Cooperativa Paso Francesca De Capitani: la moda si è trasformata, utilizzando solo ed esclusivamente mezzi usati e di scarto, in un vero e proprio inno all’ecologia e al riuso, in un grido contro lo spreco delle risorse.

Così, quella che un tempo era la chiesa del monastero, di origine quattrocentesca, è diventata la passerella per una sfilata davvero unica. Una location resa ancora più suggestiva grazie all’allestimento con visual e sound design preparati per l’occasione sotto la direzione artistica di Sempo.

Creare una moda più sostenibile si può

Si chiama “Piccola Sartoria Sociale”, ma questa realtà sta diventando ogni giorno sempre più grande. A spiegarlo è stato Pietro Antonio D’Alema, direttore generale di Silea, la multiutility lecchese dell’economia circolare, che ha creato e promosso il progetto insieme alla Cooperativa Sociale Paso

"Si tratta di una start-up in continua evoluzione che, in un solo anno di attività, è riuscita a distinguersi e a farsi conoscere anche al di fuori del nostro territorio, ricevendo il Premio Sviluppo Sostenibile. Abbiamo festeggiato un anno di attività con questa prima sfilata, nata grazie al coinvolgimento di una giovane stilista e presentata ad un pubblico di giovani: le nuovi generazioni stanno dimostrando di voler mettere tutta la loro creatività e le loro competenze a disposizione della sostenibilità ambientale".

La Piccola Sartoria Sociale ha sede presso l’Isola del Riuso di Garbagnate Monastero ed ha lo scopo di recuperare potenziali rifiuti tessili, riutilizzarli e trasformarli in beni con nuovo valore d'uso. Scarti di lavorazione tessili, vecchi vestiti rovinati, stoffe, abiti usati vengono lavorati e rielaborati per dare vita a nuovi capi nei quali si incontrano attenzione all’ambiente e sociale. Ha affermato il presidente di Cooperativa Paso, Raffele Pirovano 

"Siamo davvero contenti di essere stati qui questa sera, fin dalla nascita della Piccola Sartoria Sociale noi avevamo in mente di poter fare una cosa del genere, e ce lo siamo posti come obiettivo da raggiungere. Ora il nostro desiderio sarebbe creare una sfilata, esclusiva all’interno del nostro centro di raccolta, per mostrare come veramente, dagli scarti, e dai luoghi più impensabili, come quelli in cui le persone “buttano via” le loro cose, sia nato invece un progetto che da nuova vita non solo agli abiti, ma anche ai luoghi".

Piccola Sartoria Sociale è anche inserimento lavorativo

Scopo della Piccola Sartoria Sociale è infatti quello di favorire l’inserimento lavorativo di giovani e di persone svantaggiate. Ricucire vecchi abiti per imparare un mestiere artigianale oggi sempre più richiesto e, di conseguenza, cucire anche il proprio futuro: anche a questo serve la Piccola Sartoria Sociale. Ha spiegato la stilista Francesca De Capitani:

"La collezione che abbiamo presentato è composta da 10 diversi abiti ed è stata realizzata anche con la collaborazione di alcuni giovani coinvolti nel progetto di inserimento lavorativo “Abili al lavoro”: sono state utilizzate 5 tipologie diverse di materiali, realizzando per ciascuna un outfit maschile e uno femminile. Lavorare materiali di riuso non è limite ma uno stimolo. In questo tipo di lavorazioni non conta la qualità del tessuto quanto la creatività. In un momento in cui si discute dei danni del “fast - fashion ”, dello sfruttamento della manodopera, la Piccola Sartoria Sociale rappresenta una risposta concreta e un esempio reale di economia circolare".

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