Foschi alla vigilia di Lecco - Foggia: «Serve grande attenzione. Le polemiche? Non me ne frega niente...»
Le parole del tecnico bluceleste a poco più di 24 ore dal ritorno della finale
Ci siamo. L’atto finale della storica stagione 2022-23 è alle porte e la Lecco del pallone si prepara all’appuntamento più importante dell’ultimo mezzo secolo di storia bluceleste. Esattamente cinquant’anni fa, il 17 giugno 1973, il Lecco disputava il proprio ultimo incontro ufficiale in cadetteria (Genoa – Lecco 1-0, 17 giugno 1973). Una suggestiva coincidenza ma non è tempo per i sentimentalismi: è invece il momento di immergersi anima e corpo nella «partitissima» che potrebbe valere l’accesso alla prossima Serie B. Davanti a microfoni e telecamere, nel pieno di una vigilia arroventata, Luciano Foschi presenta il match decisivo per la promozione in Serie B, con fare serafico e con un generale ringraziamento verso tutti in premessa
«Mi sento di ringraziare tutto il mio staff per quanto mi ha dato, i medici e i fisioterapisti che sono stati fantastici, la segreteria che ha fatto i salti mortali per accontentare quanta più gente possibile e la società. Mi hanno dato molto e io spero di aver dato loro qualcosa, ci tenevo a ringraziare tutti indipendentemente da come andrà domani».
Sei teso per domani?
«Lo ero di più fino a stamattina. La partita la vivo di più prima, mentre si gioca devo solo guardare e cercare di capire cosa sta succedendo per dare una mano ai ragazzi».
Una settimana caldissima dal punto di vista mediatico per il Lecco, complici le polemiche generatesi attorno la direzione arbitrale di Foggia: la sensazione è che si parta da 0-1...
«Non me ne frega niente, anche perché non ci posso fare nulla. Io sono ancora uno che vive di sentimenti e che ha fiducia nella professionalità del prossimo. Possiamo discutere sugli errori ma un professionista è un professionista, lo è l’arbitro di domani e lo è stato l’arbitro di Foggia, che mi sembra non abbia sbagliato nulla. Mi sono sempre affidato ai direttori di gara con estrema fiducia, ho sempre ritenuto che la categoria degli arbitri italiani sia buona, una scuola efficace gestita da persone che sanno fare il proprio mestiere. Ognuno può pensare di vincere o di voler vincere le partite come meglio crede, in campo scenderanno due squadre per una finale nella quale vincerà chi sarà più bravo. Non mi sono mai preoccupato degli arbitri, non me ne preoccupo adesso.... posso dire che mi fa sorridere che un onorevole (Giandonato La Salandra, che ha presentato un’interrogazione parlamentare per verificare eventuali irregolarità in merito alla gestione arbitrale della gara d’andata) si preoccupi della partita Foggia – Lecco con tutti i problemi che ha il paese: se lui sente l’importanza di gestire questa cosa più di altre non lo deve dire a noi ma lo deve raccontare agli altri 60 milioni di italiani che sperano di migliorare il nostro paese in altro modo e non tramite la decisione dell’arbitro di Foggia – Lecco. Rimane una partita di calcio, importantissima, può cambiare i risvolti della prossima stagione e del futuro di queste società ma rimane una pagina di sport».
La condizione della squadra e il tipo di partita da affrontare:
«Ardizzone lo portiamo in panchina ma si è stirato, domattina faremo un ulteriore test ma difficilmente sarà recuperabile, così come Ilari. Abbiamo diversi acciaccati com’è normale che sia, recuperiamo Giudici dalla squalifica, così come Battistini. Non dobbiamo pensare a quello che è successo all’andata, l’abbiamo cancellata già dal giorno dopo. Non abbiamo nessun vantaggio, il Foggia per gli elementi che ha è anche più forte, noi dobbiamo fare una prestazione sopra le righe per portare a casa il risultato. Non ci dobbiamo scoraggiare se le cose si dovessero mettere male, bisogna insistere, la prestazione è fatta di grande attenzione e di tutte le componenti che ci hanno permesso di fare fin qui. Dobbiamo prendere un pezzettino di tutto quello che abbiamo fatto da settembre ad oggi e metterlo in campo, per cercare di terminare questa stagione al meglio».
L’arma in più del Lecco nei playoff è stata la palla inattiva...
«Abbiamo subìto anche tanti gol su palla inattiva; sono partite talmente equilibrate che è chiaro che gli episodi nascano da palle inattive, che poi determinano il risultato. Noi dobbiamo portare gli episodi dalla nostra parte, con grande determinazione in fase difensiva e concretezza in quella offensiva; la nostra filosofia deve rimanere questa. I dati sui calci piazzati non riguardano soltanto noi ma tutte le squadre che hanno fatto i playoff, perché si arriva logori ai playoff, ci sono tante piccole cose che fanno sì che i calci piazzati possano essere determinanti ma lo sono stati anche in campionato...».
Le immagini nitide della stagione?
«Il mio arrivo qui è stato da libro Cuore. La lettera di benvenuto scritta dai tifosi credo sia stata la cosa che mi ha riempito di responsabilità nei confronti di questa gente. In quel momento, il giorno che sono arrivato, non so dire che cosa mi abbia fatto scattare quella lettera ma mi ha fatto sentire in debito. Poi ci sono stati tanti episodi, varie situazioni che hanno riempito me, i ragazzi e la società di orgoglio, ma anche le difficoltà ci hanno aiutato a crescere. Le cose sono troppe per poter essere elencate».
Che effetto fa al tecnico partire nuovamente da sfavorito?
«Il solito. Noi siamo sempre stati la vittima predestinata, da quando sono arrivato qua. Il fatto di non essere favorito mi stimola, non è facile dimostrare di essere sempre all’altezza e di andare contro chi parla».