Bonaccini alla festa dell'Unità: "Ripartiremo in nove mesi"
"Noi ci stiamo mettendo tutto l’impegno possibile - ha detto Bonaccini - e se il Governo ci starà vicino ce la faremo".
"Mi sa che stasera i microfoni sono messi come il Foggia!". La battuta è valsa a Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia Romagna e presidente del Pd, una vera e propria ovazione.
E’ cominciato così l’incontro con il leader del Partito democratico, ieri sera, venerdì 16 giugno 2023, alla Festa dell’Unità organizzata al Circolo Libero Pensiero di Lecco.
Bonaccini alla Festa dell'Unità
Quello della Festa dell'Unità è un appuntamento che i politici lecchesi, il consigliere regionale Gian Mario Fragomeli in testa avevano preparato prima della drammatica alluvione che ha colpito l’Emilia Romagna. Ma Bonaccini - nonostante l’emergenza - ha voluto tenere fede alla promessa di tornare a Lecco. Ed è arrivato da solo, a bordo della sua auto. "Non mi trattengo fino a tardi - ha spiegato - perché ho davanti due ore e mezza di viaggio".
Sala gremita per la cena e l'incontro
Il primo saluto Bonaccini, lo ha fatto in una sala gremita (dove non c’era il microfono per l’appunto) per poi rilasciare una lunga intervista all’avvocato Agnese Massaro - questa volta con la giusta strumentazione - e rispondere alle domande. Schierati venerdì sera c’erano il sindaco Mauro Gattinoni, il segretario Pd Manuel Tropenscovino, il segretario dei Giovani Pd Pietro Radaelli. E poi l’assessore Maria Sacchi che sfoggiava la maglia della Festa dell’Unità la stessa donata a Bonaccini, insieme a quella del Lecco Calcio. Una sera, quella di ieri, con cena organizzata per raccogliere i fondi da donare all’emergenza Emilia Romagna.
Il saluto di Fragomeli
"Non pensavamo che Bonaccini avrebbe mantenuto la promessa - l’esordio di Gian Mario Fragomeli - perché sapete tutti quello che è accaduto e con le puntate continue a Roma per capire quando arriverà un commissario straordinario. Invece ha voluto esserci, solo per questa sera, ma c’è anche sul volantino un iban per rendere questo passaggio importante per la sua terra (Iban IT 69G0200802435000104428964 intestato ad Agenzia per la sicurezza territoriale e la Protezione civile dell’Emilia Romagna causale Alluvione Emilia Romagna ndr)".
Raccolti già 4mila euro
"Abbiamo tanti limiti - ha detto Tropenscovino - ma sulla solidarietà, la simpatia e lo stare insieme non ci batte nessuno. Abbiamo già raccolto 4mila euro senza contare gli incassi della serata e quanto stanno raccogliendo i circoli in questi giorni che saranno totalmente devoluti per l’emergenza Emilia Romagna. E’ un piccolo simbolo rispetto a quanto si dovrà costruire per l’Emilia Romagna, ma il Pd è anche questo nei momenti di difficoltà sappiamo rimboccarci le maniche".
Danni per nove miliardi di euro
Poi la parola è passata a Bonaccini che, come dicevamo, ha fatto il pieno di consensi con la battuta sul Foggia. "Grazie davvero per l’affetto, la solidarietà, la stiamo sentendo da tutta Italia. L’Emilia Romagna è una terra in cui quando succede una calamità è sempre la prima a muoversi con la sua Protezione civile. Quando fai del bene, il bene poi lo ricevi. Questa alluvione è stata per noi una botta molto pensate. Ieri, giovedì, abbiamo consegnato al ministro Musumeci la prima stima dei danni: senza i danni indiretti parliamo di 9 miliardi di euro. Quello che è avvenuto è un evento che gli scienziati dicono possa succedere ogni 200 anni. E’ scesa una quantità d’acqua che non si poteva proprio contenere, un fenomeno tropicale e non siamo all’Equatore ma in Emilia Romagna. Se non ci mettiamo di buona lena a contrastare i cambiamenti climatici succederà ancora".
"Noi abituati a rimboccarci le maniche"
"Noi ci stiamo mettendo tutto l’impegno possibile - ha proseguito Bonaccini - e se il Governo ci starà vicino, come ci sono stati vicini sei Governi dal 2012 in poi per il terremoto ce la faremo. Per il terremoto abbiamo ricevuto 12 miliardi di euro che sono serviti a ripagare al 100% i danni che le imprese e le famiglie avevano subito: 28 vit6time, 300 feriti 45mila famiglie senza più una casa, 10mila imprese e attività economiche colpite. Quest’anno dopo nove anni termino la mia funzione di commissario per la ricostruzione del terremoto, non chiederemo proroghe perché abbiamo finito tutto. Al Governo ho detto: “Ogni euro che ci darete vi ritornerà indietro con gli interessi, come è già avvenuto per il terremoto. Nella striscia di terra colpita si produceva il 2% del Pil nazionale, oggi siamo al 2,5%. Ci sono più imprese e posti di lavoro di allora".
"Serve un commissario straordinario"
Di qui l’invito al Governo. «Ad un mese di distanza dall’alluvione non abbiamo ancora un commissario straordinario, abbiamo bisogno delle risorse perché la nostra gente quando è accaduta questa grave calamità ha pianto e si è disperata, ma il giorno dopo stava spalando il fango cantando Romagna mia. Noi siamo già pronti. A chi dice che ci vorranno nove anni sto provando a spiegare che gli edifici non sono crollati, se si esclude l’agricoltura che è devastata, il resto, dal turismo all’industria, una volta tolto il fango e l’acqua stanno già lavorando: altro che nove anni vogliamo essere in piedi in nove mesi!".