Botte al nonno: anziano fa arrestare il nipote
Violenza sugli anziani: ne è vittima un over 65 ogni sei, ma spesso tace per vergogna
Botte al nonno: anziano fa arrestare il nipote: E' successo in provincia di Lecco, ad Abbadia. Ma la storia che più sotto vi raccontiamo non è purtroppo isolata. Gli abusi e la violenza sugli anziani sono purtroppo così diffusi da aver convinto anche l’UE a dedicare al delicato tema uno studio. Su questo fronte prosegue anche "Dalla parte dei nonni" l'iniziativa del Giornale di Lecco e dei Carabinieri del Comando Provinciale di Lecco che hanno preparato apposta per i nostri lettori utili suggerimenti in ottica di prevenzione dei reati commessi ai danni degli anziani . Un ringraziamento speciale a Lario Dental che ci affianca in questa importante iniziativa di sensibilizzazione. Dopo l'approfondimento legato ai reati informatici , quello su come comportarsi in casa quando bussano degli sconosciuti , quello sui raggiri ai danni degli anziani quello sul tema della ludopatia oggi affrontiamo il tema della violenza sugli anziani : ne è vittima un over 65 ogni sei, ma spesso tace per vergogna
Violenza sugli anziani: ne è vittima un over 65 ogni sei, ma spesso tace per vergogna
È nato così il progetto Erasmus+SAVE, (Screening for Abuse of Vulnerable Elders), che ha coinvolto cinque paesi europei: Italia, Polonia, Finlandia, Portogallo e Cipro.
L’obiettivo? Promuovere le pratiche di screening per identificare e contrastare la violenza verso le persone anziane in contesti sanitari e sociali. Il progetto ha realizzato un programma formativo per gli operatori del settore e ha testato la validità di uno strumento di screening chiamato EASI (Elder Abuse Suspicion Index). Presentati a Bologna lo scorso mese di febbraio, i risultati dello studio destano preoccupazione.
Secondo la ricerca firmata da Yon, Mikton, Gassoumis e Wilber, quasi una persona anziana su sei (tra gli over 65) è vittima di abusi fisici, finanziari e sessuali: il tasso medio di prevalenza globale è pari al 15,7% e in Europa del 15,4%.
La sperimentazione dello strumento EASI in diverse strutture sanitarie e sociali, ha rilevato, inoltre, che la forma di violenza più comune è quella psicologica, che è anche la più difficile da misurare e osservare.
Poiché è di fondamentale importanza riuscire a riconoscere gli episodi i violenza, il progetto ha previsto anche la realizzazione di un programma formativo per gli operatori socio-sanitari, che ha coinvolto 30 professionisti provenienti dai cinque paesi coinvolti e che ha fornito conoscenze teoriche e pratiche su come riconoscere e contrastare la violenza verso le persone anziane.
In effetti, i motivi per cui è difficile riuscire a riconoscere quando una persona anziana subisce una violenza sono diversi: in primis, gli anziani hanno spesso difficoltà ad ammettere di subire abusi per una questione di dignità, inoltre hanno spesso timore delle ripercussioni che una simile ammissione potrebbe generare.
«D’altra parte, è fondamentale rilevare gli abusi in tempo, perché così si può evitare che si ripetano e si può limitare il danno alla salute che ne deriva. L’impiego di strumenti di screening per l’identificazione è un valido aiuto per i professionisti per diagnosticare e misurare la violenza e la negligenza verso le persone anziane, ma in tutta l’UE sono ancora poco usati» si afferma nella pagina del progetto Erasmus+SAVE.
Botte al nonno: anziano fa arrestare il nipote
Un ex-imprenditore di 77 anni, B.Z. di Abbadia, è stato costretto a fare arrestare il proprio nipote, G.A. di 27 anni, dopo aver sopportato ripetuti episodi di violenza ai suoi danni. «Pur avendo cercato in tutti i modi i coinvolgerlo nell’attività di famiglia - ha spiegato l’uomo in lacrime ai Carabinieri - non c’è stato verso di convincerlo a unirsi a noi».
La telefonata alle Forze dell’ordine è partita martedì sera quando il ragazzo, evidentemente ludopatico, ha chiesto per l’ennesima volta i soldi per andare a giocare alle slot-machines. Vedendosi opporre un secco rifiuto, il giovane ha dapprima alzato la voce, poi ha alzato le mani sul nonno, colpendolo ripetutamente al volto, fratturandogli il setto nasale. «Per me - ha ripetuto B.Z. ai militari - è una sconfitta.
Essere costretto a chiamare i Carabinieri per fare arrestare un mio nipote è qualcosa che mi distrugge dentro». Nonostante il dispiacere, l’anziano ha comunque trovato il coraggio di telefonare ai Carabinieri: «La stessa cosa dovrebbero fare tutti gli anziani che diventano vittima dei propri congiunti - affermano i militari - Prima di tutto per difendere la propria integrità fisica e poi per dare inizio a un percorso di recupero che, per quanto difficoltoso, può dare buoni frutti».
Nonno e nipote denunciati dalla nonna
Ancora una storia dai contorni drammatici in un comune del Lecchese. A.S., nonna di 68 anni, l’altra sera si è vista apostrofare in malo modo dal nipote R.T. che di anni ne ha 22: «Se non mi date i soldi per comprarmi la macchina nuova racconto al nonno di quella volta che lo hai tradito».
La donna, consapevole di non avere mai tradito il proprio marito, ha opposto un netto rifiuto, allora R.S. è andato dal nonno I.T., 73 anni, ancora molto geloso della moglie, al quale ha raccontato una storia di tradimento apparentemente verosimile e ricca di particolari, affermando che fosse un fatto di cui era stato testimone quando era piccolo, avvenuto nel 2010. L’uomo, infuriato, ha reagito perdendo le staffe nei confronti della moglie che, vanamente, ha tentato di difendersi.
Tutto inutile: in preda a un raptus incontrollabile l’anziano ha spintonato la donna, sofferente di osteoporosi, fino a farla cadere a terra, provocandole la frattura del femore, e un taglio in fronte molto profondo. Tornato in sé in seguito all’accaduto I.B. ha chiamato l’ambulanza che è protamente giunta sul posto. E’ stato agli infermieri che A.S. ha raccontato la dinamica dell’accaduto e sono stati questi ultimi a convincere la signora a sporgere denuncia ai Carabinieri.
I consigli del maresciallo
Denunciare immediatamente comportamenti violenti verbali o fisici da parte di qualsiasi congiunto.
Confidare la propria situazione servendosi dei servizi preposti tipo numero antiviolenza 1522.
Non ritenere mai di essere noi stessi la causa del problema.
Raccontare ai propri familiari o amici stretti della difficile situazione del momento senza vergognarsi di essere giudicati.
Valutare di prendere le distanze dal congiunto violento per evitare che i suoi atteggiamenti possano degenerare.
Qualora ci si dovesse sentire minacciati e/o si ritenesse di essere in pericolo di vita contattare subito il numero unico d’emergenza 112.
Anche in caso di violenze psicologiche chiamare il 112 e richiedere l’invio di una pattuglia a tutela della propria incolumità.