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Alex e Andrea: "Vorremmo un bimbo, ma con l’adozione"

Intervista all’assessore Lgbt+ di Morterone e al marito

Alex e Andrea: "Vorremmo  un bimbo, ma  con l’adozione"
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Certo che lo vorremmo, ma dobbiamo potergli garantire un futuro sereno, senza incertezze». Loro sono Andrea Grassi, 34 anni - noto esponente del partito Gay Lgbt+ e assessore  a Morterone - e il marito Alex Garau, 31 anni, imprenditore che si era candidato come consigliere nel Comune più piccolo d’Italia. Dopo anni di convivenza, tre anni fa si erano uniti civilmente con una grande festa, ma il passo di avere figli, un passo molto importante, quello non lo hanno ancora fatto. Anche se entrambi vorrebbero diventare genitori.

Alex e Andrea: "Vorremmo un bimbo, ma con l’adozione"

In Italia, però, non è facile per una coppia omosessuale avere un bimbo: tanto per cominciare è preclusa la fecondazione assistita, perché per legge è accessibile a coppie con sessi differenti. Le coppie arcobaleno possono adottare il figlio biologico che l’altro partner ha avuto attraverso  la fecondazione eterologa (nel caso delle madri lesbiche) o con la maternità surrogata (nel caso dei padri gay) - possibile in alcuni Stati esteri - oppure in modo naturale.

La maternità surrogata

«Adotteremo un bimbo quando la norma lo consentirà ad una coppia arcobaleno - precisa Andrea - Oggi come oggi questa prassi non è consentita, in Italia, alle coppie gay. Ecco perché spesso devono avviare le pratiche della "maternità per altri"».
Ma per la maternità surrogata è necessario rivolgersi all’estero con costi elevati: stando ad alcune pubblicità in internet, si aggira fra i 140mila euro e può arrivare a 250mila in caso di gravidanza gemellare.

«Ma questo non è il solo ostacolo. Una volta che si rientra in Italia può essere trascritto come genitore un solo componente della coppia arcobaleno. Se dovessi essere io, per esempio, si potrebbero presentare tutta una serie di problemi: se il bambino deve subire un ricovero in ospedale mio marito non potrebbe stargli accanto perché non risulta essere parente. E se per caso dovessi venire a mancare, che ne sarebbe di lui visto che mio marito non risulterebbe ufficialmente genitore?».

"Perché non consentire l’adozione anche alle coppie arcobaleno? "

Aggiunge Alex: «Credo che la cosa migliore per una bambino rimasto solo al mondo sia avere due genitori che lo amano. Perché non consentire l’adozione anche alle coppie arcobaleno? E’ preferibile lasciarlo in un orfanotrofio? In un Paese in guerra come l’Ucraina? Per esempio noi abbiamo la possibilità di mantenerlo e saremmo disponibili ad accogliere un bimbo (o una bimba) italiano, straniero ma anche disabile. Ci sono nazioni come Spagna, Francia e Inghilterra, Belgio e Paesi Bassi, dove una coppia dello stesso sesso può tranquillamente avviare le pratiche per l’adozione. Non in Italia, dove alcune famiglie arcobaleno pur di averne si rivolgono a madri surrogate. Io sono contrario alla mercificazione del corpo femminile, ma l’utero in affitto, all’estero, ha leggi ben precise e ci sono donne che lo fanno per scelta e anche per vocazione, perché vogliono aiutare chi non ha la possibilità di avere figli. Resta il fatto che sarebbe opportuno aprire le adozioni alle coppie gay anche in Italia».

E ancora. «Abbiamo preso in considerazione la possibilità di rivolgerci a una madre surrogata, ma l’abbiamo scartata perché noi vogliamo assicurare al nostro bambino un futuro splendido, non possiamo vivere nell’incertezza, perché uno solo di noi può essere registrato come genitore».

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