Lutto

L'addio a Mauro Caldirola, il 43enne trovato morto in un bosco a Bulciago

Di lui si erano perse le tracce da alcuni giorni: era stato visto l’ultima volta da un amico venerdì 24 marzo

L'addio a Mauro Caldirola, il 43enne trovato morto in un bosco a Bulciago
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L’improvvisa scomparsa di Mauro Caldirola, trovato morto in un bosco a Bulciago, nel lecchese, ha scosso l’intera comunità della quale era originario, quella di Macherio, in provincia di Monza. Il 43enne, operaio, da qualche tempo era residente a Costa Masnaga.

L'improvvisa scomparsa di Caldirola, ritrovato privo di vita in un bosco a Bulciago

Di lui si erano perse le tracce da alcuni giorni: era stato visto l’ultima volta da un amico venerdì 24 marzo. Dopo ripetuti tentativi di contattarlo, senza purtroppo ricevere alcuna risposta, la sorella Silvia ne ha denunciato la scomparsa, con un appello anche in televisione al programma «Chi l’ha visto?». Nel tardo pomeriggio di martedì scorso la tragica notizia del ritrovamento del corpo senza vita.
Sono stati attimi di grande apprensione, poi la conferma da parte dei familiari che purtroppo si trattava di Mauro. Nato a Pavia, il 43enne ha vissuto con la famiglia a Macherio, poi a Biassono prima di trasferirsi a Costa Masnaga. Mauro lascia la mamma Pinuccia, la sorella Silvia, la compagna Tiziana e due nipoti.

In tantissimi hanno partecipato, sabato mattina, ai funerali in chiesa parrocchiale a Macherio. Durante la funzione, celebrata da don Matteo Vasconi, l’invito del sacerdote alla discrezione: «Penso che le parole vadano sapientemente moderate e che bisogna affidarci alla preghiera stando vicino a chi in questo momento è ferito».

«In mezzo al dolore che ci colpisce in questo momento, ci troviamo davanti alla morte che è e rimane un controsenso per noi - le parole del sacerdote durante l’omelia - Facciamo fatica a stare davanti alla scelta che questo nostro fratello ha fatto. Noi chiediamo una presenza, abbiamo bisogno che ci prenda per mano e abbracci il nostro dolore, la nostra fatica e la nostra esistenza. E questa presenza può essere solo Gesù che ha abbracciato la morte: “Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno” disse Gesù. Non bastano le risposte facili ed emotive, serve una risposta che ci sveli il volto di Dio che è con noi e diventa il senso di tutta questa fatica e dolore. A lui possiamo affidare questo amico, fratello, figlio, compagno di una vita. A noi rimane il compito di camminare nella vita e di credere a questo. Chiediamo al Signore di riconoscere la sua presenza e gli affidiamo Mauro».
«Abbiamo conosciuto Mauro un anno fa in montagna - il ricordo di un’amica letto al termine del funerale, sul sagrato della chiesa, tra gli abbracci e il dolore dei familiari - In quel luogo isolato i rapporti con chi ti sta vicino possono essere liberi e semplici: così è stato con Mauro. In quel luogo ci ha dato la sua amicizia, anche qualcosa di più, una fratellanza davvero rara e preziosa. Bastava bussare alla porta ed era subito lì. In questi preziosi mesi Mauro ci ha portato in regalo il suo sorriso, aperto e sincero, ci ha fatto il regalo di lunghe e infinite chiacchierate su qualsiasi argomento, ci ha fatto dono della sua ironia. E tutto questo resta. Grazie Mauro».

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