"Lorenzo Rota - un botanico in rete": la mostra si è chiusa il 15 gennaio
Organizzata dagli studenti dell’Istituto superiore Lorenzo Rota di Calolziocorte, ha registrato importanti numeri
“Si chiude una porta e si apre un portone”. Si è chiusa tra gli applausi, nel tardo pomeriggio di mercoledì 15 gennaio, la mostra temporanea “Lorenzo Rota - un botanico in rete” organizzata e realizzata dagli studenti dell’Istituto superiore Lorenzo Rota di Calolziocorte in collaborazione con il Gruppo Muratori e Amici Ca’ Martì Aps di Carenno, con il supporto dell’Orto Botanico di Bergamo.
"Lorenzo Rota - un botanico in rete": un tesoro di informazioni sulla vita e le opere del botanico
Inaugurata lo scorso 16 dicembre, la “temporanea” ha fatto registrare importanti numeri con oltre 21 classi dell’istituto e altre provenienti dal comprensorio che hanno fatto visita per un totale di oltre 450 studenti e visitatori.
Un’esposizione insolita, caratterizzata da molti elementi digitali, realizzati dagli stessi studenti che, nel corso degli anni, hanno svolto un imponente lavoro di studio, catalogazione e digitalizzazione dei vari contenuti creando un vero e proprio tesoro di informazioni sulla vita, sulle opere e sul trascorso di un personaggio come Lorenzo Rota che, da semplice medico e botanico, ha saputo diventare un punto di riferimento ancora oggi molto attuale per gli studiosi di tutta la Valle San Martino.
Professor Lentini: "È stato un vero e proprio viaggio spazio-tempo nella conoscenza"
A fare gli onori di casa nell’evento di chiusura della manifestazione è stata la dirigente scolastica del “Rota”, Carmela Teodora Carlino che ha ricordato come questa “non sia la fine di un percorso ma solo la conclusione di una prima fase che porterà l’anno prossimo a nuove scoperte e attività sul tema”.
È toccato poi al professor Lentini, tra i più fervidi sostenitori dell’iniziativa riassumere l’attività svolta dai “suoi” ragazzi sul territorio: “Innanzitutto se oggi Lorenzo Rota è su Wikipedia e dovuto a noi. Se vogliamo trovare un senso a tutto ciò che è stato fatto lo possiamo riassumere nel tentativo di rendere visibile agli occhi l’invisibile, portando allo scoperto i gioielli nascosti della Valle San Martino, parte del patrimonio collettivo”.
Un lavoro lungo, partito dal lontano 2016 e che ha visto coinvolti moltissimi ragazzi, enti e associazioni del territorio come il Gruppo Muratori e Amici Ca’ Martì Aps di Carenno, l’Orto Botanico di Bergamo o la Comunità Montana.
“Siamo partiti da Carenno - continua Lentini - e dal Museo dei Muratori siamo scesi a valle, ripercorrendo tutte le tappe della vita di questo personaggio allargando sempre più i nostri confini e arrivando alla biblioteca nazionale austriaca dove abbiamo trovato i libri originali del Rota. È stato un vero e proprio viaggio spazio-tempo nella conoscenza”.
Presente, in rappresentanza del Gruppo dei muratori carennesi, Daniele Vanoli: “Ringrazio l’istituto Rota per averci dato questa possibilità. La nostra è un’associazione che si prende cura del territorio, quella cura di cui oggi c’è sempre più bisogno”.
L’intervento conclusivo è toccato infine al direttore dell’Orto Botanico di Bergamo, il dottor Gabriele Rinaldi entusiasta di aver collaborato con l’Istituto in questa iniziativa che ha messo al centro la figura molto importante di Lorenzo Rota nei suoi aspetti botanici e medici.
“Questa scuola ha fatto davvero molto - ha raccontato Rinaldi - Voglio solo sottolineare come il lavoro di quest’uomo, oggi guardato con interesse e tenerezza, lo riteniamo ancora di grande interesse e valore dopo 150 anni. Nel giro di alcuni decenni il cambiamento sociale del territorio e stato gigantesco, oggi con poco si può fare molto e con mille potenzialità in più spesso non siamo in grado di costruire ma solo di distruggere la biodiversità. Questa scuola invece sta lavorando nella direzione giusta, per arrivare ad essere consapevoli dell’inestimabile tesoro ambientale che è il nostro territorio”.
Luca De Cani