Le opere di Anas

Lecco Ballabio: riapertura a doppio senso di marcia ma a corsie ristrette. Poi altri 4mesi di lavori

Il macigno che ostruiva l’imbocco della galleria Giulia, e che oggi è stato frantumato, aveva un volume pari a 100 metri cubi e un peso di oltre 250 tonnellate

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Tre milioni di euro: a tanto ammontano i lavori predisposti per mettere in sicurezza la zona della frana del 9 dicembre scorso e ripristinare l’agibilità completa della nuova Lecco Ballabio, la Strada Statale 36 Rac che collega il capoluogo alla Valsassina. Opere che verranno realizzate in due distinte fasi, come ha spiegato l’ingegner Nicola Prisco (ultimo a destra nella foto di copertina), responsabile della struttura territoriale di Anas Lombardia: la prima, quella avviata immediatamente dopo la terrificante "pioggia" di massi, che si concluderà entro il 10 gennaio con la riapertura della strada, e una seconda fase, che avrà una durata di circa quattro mesi, che ha come obiettivi il consolidamento e la sistemazione definitiva del versante.

Lecco Ballabio: riapertura a doppio senso di marcia ma a corsie ristrette

 

"Entro il 10 gennaio, sperando che il meteo ci assista, dobbiamo ultimare le opere di disgaggio e dobbiamo ancora rimuovere una gran parte di massi». E non stiamo parlando di sassolini: basti pensare che il macigno che ostruiva l’imbocco della galleria Giulia, e che oggi è stato frantumato, aveva un volume pari a 100 metri cubi e un peso di oltre 250 tonnellate. «Dobbiamo inoltre realizzare una barriera paramassi ad elevata resistenza a circa trenta metri dal piano viabile e costruire un muro provvisorio fatto di blocchi», ha sottolineato Prisco illustrando tanto al ministro Matteo Salvini quanto agli amministratori locali il cronoprogamma di Anas.
Ultimate queste operazioni la strada verrà riaperta in modalità di cantiere. "La Rac sarà accessibile nel doppio senso di marcia - ha assicurato Prisco - Le corsie, che saranno più strette rispetto al solito, saranno delimitate da strisce gialle".

 

Poi altri 4mesi di lavori

Tra gennaio e maggio, quindi, gli operai saranno ancora al lavoro per realizzare una ulteriore barriera paramassi posizionata più a monte rispetto alla prima e un vallo con un argine con terre armate di contenimento.

Durante le operazioni Anas installerà un sistema di monitoraggio radar a interferometria che controllerà tutta l’area tanto per la sicurezza dei lavoratori quanto per quella degli utenti della strada. "Stiamo affinando questo progetto per valutare la possibilità di rendere questo sistema di monitoraggio definitivo".

E il resto della strada?

"Il punto delle frana, secondo le nostre valutazioni, rappresenta l’unico elemento di criticità di questa arteria - ha assicurato il dirigente di Anas - Per altro prima dell’evento franoso la montagna non aveva dato nessun segno premonitore. Abbiamo fatto anche alcune ricerche storiche, ritornando indietro di mezzo secolo e non abbiamo riscontrato nessun tipo di avvisaglia che potesse destare preoccupazione. Nella vita delle montagne, purtroppo, possono avvenire questi fenomeni provocati delle fasi di gelo e disgelo che modificano i volumi e che interessano anche queste pendici rocciose"

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