IV Novembre: la cerimonia lecchese
Il discorso del sindaco di Lecco Mauro Gattinoni
IV Novembre con cerimonia ufficiale oggi a Lecco.
La celebrazione del IV Novembre
La cerimonia del IV Novembre si è aperta questa mattina al Santuario della Vittoria con la celebrazione della messa da parte di monsignor Davide Milani, prevosto di Lecco. Quindi, alle 11, la commemorazione di tutti i defunti sul lungolago, proprio accanto al monumento ad essi dedicato.
Il discorso del sindaco Mauro Gattinoni
Rivolgo i miei saluti a tutti i presenti, alle Associazioni e Amministrazioni di Stato qui rappresentate e alle Autorità intervenute: il Presidente di Assoarma Filippo di Lelio, la Presidente della Provincia di Lecco Alessandra Hofmann, il Prefetto di Lecco Sergio Pomponio.
La Giornata dell'Unità Nazionale e delle Forze Armate è l’unica festa nazionale che sia stata celebrata dall’Italia prima, durante e dopo il fascismo: oggi si ricorda la fine della Prima guerra mondiale, si commemorano i soldati caduti, si esprime gratitudine ai componenti militari della Repubblica Italiana per il servizio reso ogni giorno.
Un anno fa, in occasione di quest’importante ricorrenza, abbiamo celebrato i 100 anni dalla deposizione del “Milite Ignoto” presso l’Altare della Patria e il 95° anniversario del Monumento ai Caduti della Grande Guerra, davanti al quale oggi ci troviamo riuniti. In quell’occasione abbiamo ricordato l’immane tragedia della guerra, le terribili conseguenze del conflitto armato, il dramma vissuto dalle vittime e dai reduci.
Mai avremmo potuto immaginare che un anno dopo ci saremmo ritrovati a commemorare il 4 novembre dopo essere stati testimoni del ritorno della guerra nel nostro continente, aver assistito ai bombardamenti sui civili, essere immersi in un clima di angoscia e paura guardando al futuro. All’invasione russa in terra ucraina la nostra Città, come tutto il nostro Paese, ha saputo rispondere con tempestiva generosità, accogliendo quanti in fuga e inviando beni di prima necessità a quanti rimasti in Ucraina: desidero cogliere l’occasione per ringraziare la solidarietà della comunità lecchese e di tutta la rete di ospitalità.
Voglio, oggi, lasciarvi con due citazioni.
La prima è tratta da una poesia di David Maria Turoldo: “La pace è l'uomo e quest'uomo è mio fratello il più povero di tutti i fratelli. La libertà è l'uomo e quest'uomo è mio fratello il più schiavo di tutti i fratelli. La giustizia è l'uomo e quest'uomo è mio fratello: per un'idea non posso uccidere! […] E se la chiesa non è per l'uomo non è degna di fede non può essere chiesa. E se le politiche non sono per l'uomo vadano alla malora tutte queste politiche […]”.
La seconda è del Presidente della Repubblica Sandro Pertini, le cui parole espresse in questa giornata di 40 anni fa rivolgendosi alle Forze Armate Italiane mai come oggi risultano attuali: “Nessuno più di noi anziani, che quegli eventi vivemmo e soffrimmo di persona, è in grado di testimoniare l'enorme e tragica inutilità della guerra, le mostruose ingiustizie che essa scatena, i solchi incolmabili che essa spalanca tra i popoli. […] Noi tutti crediamo e vogliamo che non più alla guerra, bensì agli strumenti del diritto e del consenso, sia affidato d'ora innanzi il comune destino del nostro popolo. Nella difesa della pace così come nella tutela dell'unità, della sicurezza e dell'indipendenza nazionale consiste dunque il fine ultimo delle forze armate, garanti e depositarie dei più alti valori spirituali e morali consegnatici dalla lotta di Liberazione.”
Con questo messaggio denso di significato, rinnovo un sentimento di ringraziamento a quanti quotidianamente impegnati nel servizio della Nazione e un saluto a tutti i presenti, con l’augurio di coltivare un crescente sentimento per un comune avvenire di giustizia e pace.