Un tesoro inestimabile

La Calolzio che fu: il ‘900 in mostra negli scatti dell’archivio fotografico Marenzi

Visita guidata "speciale" alla mostra fotografica “Controluce”

La Calolzio che fu: il ‘900 in mostra negli scatti dell’archivio fotografico Marenzi
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C’era una volta la Calolzio che fu: Il ‘900 calolziese in mostra negli scatti dell’archivio fotografico Marenzi. Si è svolta nel primo pomeriggio di oggi, giovedì 3 novembre 2022, all’interno dei locali dello spazio espositivo del Monastero di Santa Maria del Lavello una speciale visita guidata alla mostra fotografica “Controluce”, organizzata per i membri della Pro Loco di Calolziocorte tra i quali  il vicepresidente Antonio Rocchi e l’ex sindaco e consigliere Cesare Valsecchi. Si tratta della prima di una serie di esposizioni attraverso le quali l’Amministrazione comunale con la collaborazione della biblioteca “C. Cittadini” intende restituire ai calolziesi e a tutti gli abitanti della Valle San Martino una parte della loro storia recente.

La Calolzio che fu: il ‘900 calolziese in mostra negli scatti dell’archivio fotografico Marenzi

In mostra solamente alcune delle oltre 50.000 stampe, lastre e negativi che compongono l’archivio fotografico degli storici fotografi calolziesi Marenzi, che per tre generazioni hanno messo a disposizione la loro passione e la loro esperienza per immortalare dei veri e propri frammenti di storia.

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“A questa famiglia - ha spiegato Marisa Gandolfi per la biblioteca - vanno riconosciuti due meriti. Il primo è quello di aver conservato per anni tutto il materiale scattato a partire dal capostipite della famiglia Ercole Marenzi, passando per il figlio Iginio e alla terza generazione rappresentata da Elena Marenzi. Il secondo è quello di aver scelto di donare questo inestimabile patrimonio al Comune di Calolziocorte e alla biblioteca per far si che venisse messo a disposizione di tutti i cittadini, rendendolo pubblico”.

Ercole Marenzi

Da qui il grande lavoro, ancora in corso, di catalogazione e digitalizzazione delle immagini che coprono, da sole, dagli anni ’30 fino agli anni 2000, periodo in cui per la maggior parte del tempo i Marenzi hanno rappresentato l’unico studio fotografico presente sul territorio.  Nelle immagini sono ritratti soggetti di ogni tipo. Vi sono ritratti realizzati in studio o all’aperto, fototessere, momenti di infanzia, di svago e di studio, momenti di vita cittadina e di lavoro, eventi pubblici e privati ma soprattutto ricordi indelebili della guerra e del periodo fascista.

Iginio Marenzi

Numerosi scatti infatti testimoniano la complessa vicenda storica che anche la città di Calolziocorte ha vissuto nel corso della prima metà del ‘900 ritraendo momenti di assoluto valore storico quali l’ingresso del primo carro armato americano in città o le immagini del battaglione di soldati mongoli stanziato in Valle San Martino e ancora oggi ricordati per la loro ferocia.

Il primo carro armato americano entrato a Calolziocorte

Un tesoro inestimabile

Nell’archivio sono anche ampliamente documentati importanti momenti civili e religiosi che rappresentano la cronaca dei principali eventi cittadini, manche una preziosa testimonianza di cambiamenti nella vita e nei costumi di Calolziocorte e dei paesi della Valle nel corso dei decenni.

Una narcisata in Valcava

“Tra le foto più toccanti e più apprezzate vi sono sicuramente quelle degli agricoltori, - ha commentato la bibliotecaria - e delle “narcisate” che almeno una volta ciascuno di noi ha vissuto in Valcava. Tra le più dure, invece, troviamo le immagini dell’incidente aereo del 12 giugno 1954 avvenuto nei pressi della fabbrica Sali di Bario, o dell’imboscata a Cisano che i tedeschi fecero ai partigiani”.

L'incidente aereo alla Sali di Bario del 1954

Tutto questo però, non è altro che un leggero antipasto di quello che saranno poi le “portate principali” di questo progetto: “Ciascun tema, può essere sviluppato ampiamente a sé, con centinaia e centinaia di fotografie. Quelle in mostra oggi rappresentano solamente una piccola parte dell’archivio e, più precisamente, dagli anni ‘30 agli anni ‘60. È bello ed emozionante essere qui e vedere le persone riconoscere in questi scatti i loro genitori, i loro parenti o immedesimarsi di nuovo in ricordi di vita vissuta”.

Non finisce dunque qui con questo importantissimo tesoro di inestimabile valore storico e culturale donato alla cittadinanza da una famiglia che per anni è stata e lo sarà per sempre sinonimo di fotografia.

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Luca de Cani

 

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