“Di spalle al vento”, un romanzo che indaga la nostra contemporaneità
Un’esperienza narrativa sorprendente, una scrittura incalzante, in cui ogni parola è esattamente dove dovrebbe essere.
“Di spalle al vento” è il titolo del romanzo d’esordio di Gianluca Bruno, giornalista ed esperto di comunicazione istituzionale politica lucano, vissuto per studio e lavoro in diverse latitudini della Penisola ed ora tornato nella sua terra, la Basilicata.
Il libro, edito da edigrafema, seduce dalle prime righe per l’intensità della prosa e delle domande che si pone. Sin dal prologo emerge il tema che rimarrà sottotraccia per tutto lo svolgimento del romanzo, da un lato la domanda su chi porti il giogo del destino, se gli uomini o gli dei possenti, dall’altro l’accenno alla tragedia del ponte Morandi nei cui “sogni in transito ammassati tra le macerie” l’autore rivede quelli terremoto dell’80 e degli abitanti dei sassi di Matera, in universalità che definisce il nostro essere umani. Ed il Ponte Morandi, proprio nel momento in cui rivela la sua fragilità e si spezza, diviene davvero “ponte”, collegamento tra i molti crolli che hanno attraversato la nostra storia di Paese e le nostre storie personali, proprio come accade al protagonista.
Il romanzo racconta le vicende di Andrea Vitale, giornalista politico di origini lucane che per lavoro vive a Genova. Un personaggio scomodo, con una vita “ordinaria” che viene sconvolta dal presentarsi repentino della leucemia mieloide cronica. Una diagnosi che lo costringe a rallentare e a rivedere i suoi piani professionali e personali. Un’inversione di priorità che lo accompagna in un viaggio reale ed intimo, da Genova a Rotondella, dal suo presente al suo passato, e dal suo apparire alla sua essenza.
Un’essenza che scopre tornando alle sue radici, ma non semplicemente inseguendo un irraggiungibile passato, come dimostra in diverse occasioni, non in un “nostos” all’insegna di un’elegiaca nostalgia, ma alla ricerca di un nuovo sé.
Alternando scrittura in terza persona e flussi di coscienza del protagonista, la narrazione risulta vivace ed intima al tempo stesso, in un continuo capovolgersi della prospettiva, ora esterna ora interna. La prosa è rigorosa, scientifica a tratti, sempre intensa. Le questioni che il protagonista pone accarezzano e indagano la nostra contemporaneità e riguardano l’uso della tecnologia, l’importanza di agire sempre una scelta di campo.
Nel suo soggiorno a Rotondella, Andrea riannoda i fili del suo passato e sperimenta quando sia labile il confine tra il nostro e gli altri mondi e quanto le permanenze della volontà scrivano o “riscrivano” la realtà.
“Di spalle al vento” è un libro che colpisce quanti hanno fatto l’esperienza di lasciare la propria terra per costruire un futuro migliore e s’intuisce la delicatezza con cui Bruno accarezza queste corde in parte autobiografiche, ma è un romanzo perfetto anche per chi improvvisamente coglie l’incertezza del futuro e l’impermanenza del presente, pur avvertendo d’essere parte di un gigantesco ecosistema in cui nulla è senza conseguenze.
Un’esperienza narrativa sorprendente, una scrittura incalzante, in cui ogni parola è esattamente dove dovrebbe essere.