Straziante addio a Nicolò Maggioni, ora diventato "la stella che brilla di notte"
"Ora tu sei con noi ,ma sei tutt'altro che noi: siamo qui per te perché siamo legati a te, ma tu hai scelto di sprofondare nell'infinito per guardare oltre alle cose terrene e sei tu a consolarci"
"Io sono il risveglio degli uccelli nella tranquillità del mattino. Io sono la stella che brilla di notte. Non andate alla mia tomba per piangere. Io non ci sono. Io non sono morto". Così si conclude "Lasciatemi andare", meravigliosa preghiera indiana che è stata letta oggi, mercoledì 7 settembre 2022 al termine della cerimonia funebre di Nicolò Maggioni, amato 37 di Malgrate che se ne è andato dopo aver lottato per lunghi anni contro un male che gli aveva fiaccato il corpo ma mai lo spirito, che gli aveva tolto le forze ma mai il sorriso, che lo aveva piegato ma non gli aveva mai rubato la speranza e il desiderio di combattere. E ora tutti quelli che gli hanno voluto bene, la mamma Amelia, papà Marino, il fratello Filippo, la compagna Michela con la quale si era trasferito a Montevecchia, e i tantissimi amici, devono trovare la forza per lasciarlo andare.
Straziante addio a Nicolò Maggioni
Riuniti nella chiesa di San Leonardo a Malgrate e sul sagrato in tantissimi hanno voluto tributare un ultimo omaggio al giovane, già portiere del settore giovanile della Calcio Lecco, che ha combattuto la malattia e che poi è stato vinto da quel virus che da oltre due anni ha cambiato le nostre vite. "Maggio", come tutti affettuosamente lo chiamavano, è stato accompagnato nel suo ultimo viaggio da una intera comunità, che ora è orfana di quel raggio di sole che lui sapeva portare in ogni stanza in cui entrava.
Nicolò Maggioni, un guerriero coraggioso
Ha combattuto Nicolò: circondato e sorretto dell'amore dei suoi cari ha affrontato il calvario della malattia, dei trapianti, della sofferenza ha vissuto con intensità tutto ciò che la vita gli ha offerto. Lo ha ricordato raccontato bene don Bruno Maggioni, parroco di Margno fraterno amico di papà Marino sin dai tempi del servizio militare, che oggi ha officiato il rito funebre.
"Non aspettarti la solita predica istituzionale, ma dal cielo accetta e ascolta le parole a briglia sciolta che vengono dal cuore e che ascolteranno anche i tuoi cari. - ha detto il sacerdote cercando nell'animo la forza per parlare con il sorriso sulle labbra - Certo che se volevi una grande festa con tutti gli amici potevi dirlo, e non fare tutto questo casino... Ho in mente mamma e papà lì seduti inginocchiati nella chiesa di Margno davanti alla Madonna durante il periodo del trapianto. Ci speravano Erano lì a chiederle di guarire il loro figlio. E' passata solo una manciata di anni e ora vedo lacerato il legame che ci ha uniti in questi 37 anni. Solo la tua mamma e il tuo papà hanno sentito fin dal primo istanti il battito del tuo cuore, il tuo cuore stanco ma sempre pieno d'amore. Un papà e una mamma che ti hanno rincorso, che hanno ancora il fiatone dell'affanno del venire a cercarti per non separarsi da te. E poi un gesto d'amore, amore vero, che non fa calcoli, amore dei genitori che hanno sperato fino alla fine per te. Ora si asciugano le lacrime nella consolazione a chi sta loro accanto".
Il legame indissolubile con Filippo
La voce di don Bruno, è stata spezzata dalla commozione e le lacrime e l'istrionico sacerdote è stato incapace di trattenere le lacrime pensando al fratello di Nicolò, che nella potenza dell'amore ha avuto un ruolo attivo nel trapianto. "Filippo si è donato a che ti ha dato un po' di sé, rischiando tutto. Ora porta con lui un pezzo della tua vita con quella intimità che solo tra fratelli si può comprendere".
E poi Michela, l'amore della vita di Nicolò. "E' stata la tua compagna di viaggio, la donna donna che ti ha voluto bene, che ha condiviso con te le passioni, il calcio, la pesca, i cani, la natura. La tua vita è stata breve ma intensa e forte Nicolò. La tua grande umanità si vede qui, in tutta questa gente che piange in silenzio. Nella commozione del personale dell'ospedale che non è stato solo un luogo di cura, ma un posto dove tutti volevano vederti star bene. Tutto il San Gerardo era con te. Ora tu sei con noi ,ma sei tutt'altro che noi: siamo qui per te perché siamo legati a te, ma tu hai scelto di sprofondare nell'infinito per guardare oltre alle cose terrene e sei tu a consolarci".
Tu resterai con noi
"La tua vita non è stata vana, siamo orgogliosi di te. Le nostre mani e in nostri occhi sono su di te e ti riscaldano. Tu resterai con noi" ha concluso il sacerdote che poi invitato tutti a mandare un bacio alla bara di Nicolò.
Il messaggio letto a nome dello zio Marco
"Saremo sempre connessi, sono sicuro che saremo sempre vicini. Grazie per gli insegnamenti che mi hai dato. Ti ho visto soffrire con il sorriso sulle labbra, ti ho visto lottare e non mollare mai. Hai dato speranza a tutti noi rendendo più facile starti vicino nella malattia. Sono stato orgoglioso di averti come nipote".
Mario Stojanovic