Castagna: "Ognuno deve fare la sua parte per migliorare il nostro mondo"
Intervista al presidente di Novatex Italia, che anche quest’anno sostiene la nostra iniziativa: "L’aspetto educativo è importante".
"Per migliorare il nostro mondo ognuno deve fare la sua parte, anche nel suo piccolo quotidiano".
Per Natale Castagna, presidente di Novatex Italia, questo è il compito a cui siamo chiamati tutti per salvaguardare l’ambiente e la nostra iniziativa “Facciamo l’orto in casa!” si inserisce proprio in questo pensiero.
Castagna di Novatex: "E’ nostro dovere riavvicinarci alla natura"
Anche quest’anno l’azienda leader nella produzione di reti per rotopresse, con sedi a Oggiono (Lecco) e Ferrandina (Matera), ha deciso di sostenere il nostro gruppo editoriale in questo progetto e valorizzare le storie virtuose dei nostri territori.
"Il nostro sistema di vita sta affrontando dei cambiamenti sostanziali, non possiamo più restare inermi con le stesse abitudini di prima - sottolinea Castagna - Tutti siamo chiamati a vivere un mondo più sostenibile. Basta pensare che da mesi non piove, la natura si sta arrabbiando e stravolgendo con catastrofi naturali frequenti, pronti ad assistere a nuove manifestazioni. E’ nostro dovere riavvicinarci alla natura, perché non possiamo pensare che il mondo continui così. Bisogna intervenire subito e ognuno può farlo nel suo piccolo".
Orti urbani, didattici, sociali e aziendali. Quali, secondo lei, i vantaggi di queste iniziative?
"Gli orti riconducono le nostre vite alla natura e possono insegnare ai più giovani la realtà - spesso sono abituati a vedere certe cose solo in tv o su internet. Per questo l’aspetto educativo è molto importante, come anche quello sociale: permettono di recuperare nella società persone in difficoltà, che vivono una disabilità o una fragilità sociale. Senza dimenticare il tema della socialità anche per gli anziani e i pensionati: dopo mesi chiusi in casa per il Covid è importante per loro uscire di casa, tenersi impegnati, sentirsi utili e vedere crescere qualcosa, raccogliendo il frutto del proprio lavoro".
Che riscontro avete ricevuto rispetto alla scorsa edizione di “Facciamo l’orto in casa”.
"Noi siamo vicini al mondo dell’agricoltura in generale organizzando diverse iniziative. Sinceramente l’interesse suscitato nelle persone da questo progetto è stato molto elevato, perché Netweek è presente capillarmente su diversi territori e per noi è stato importante essere riconosciuti partner. Continuo a sostenere che l’aspetto educativo è fondamentale: i bambini possono toccare con mano come funziona la natura, avere la bustina di semi, vedere crescere le piantine è certamente importante per loro, coinvolgendo tutta la famiglia a essere protagonista di questo processo".
La sostenibilità ambientale è ormai una priorità: è una vera novità e quanto la pandemia ha influito?
"La pandemia ha certamente accelerato e aumentato questa sensibilità, ma secondo me c’era già un risveglio rispetto a questi temi: le catastrofi naturali, come le alluvioni, ci stavano richiamando ad avere maggiore attenzione, forse eravamo ancora un po’ sordi verso certe sirene di allarme e la pandemia ci ha scosso aumentando la forza del richiamo della natura. Dobbiamo però augurarci che il tema della sostenibilità non sia solo una moda, spesso una parola abusata: dobbiamo calare a terra questo concetto, per me vale di più l’arte del fare in questo contesto. Faccio un esempio: da più di 60 giorni non piove e il fiume Po è in secca, ci sono difficoltà per irrigare i campi e far crescere il grano. Il rischio è che scatti la speculazione sui beni primari, come pasta e pane. Dobbiamo darci da fare, certo non possiamo far piovere, per i miracoli non siamo attrezzati, ma tutto aiuta, anche piccoli gesti, influiscono sul clima e la natura. La sostenibilità ha senso se tutti ci impegniamo, nel nostro piccolo, senza ostacoli di principio. La spinta all’economia ci ha fatto sacrificare delle risorse naturali, oggi dobbiamo investire per recuperare quello che abbiamo perso".
Il problema riguarda tutti, dalle istituzioni politiche alla gente comune?
"Ognuno deve fare la sua parte, non possiamo aspettare che solo i governi trovino le soluzioni. Tutti nel proprio piccolo, dalla casa all’azienda, possono aiutare a migliorare la natura. Dobbiamo chiederci quali conseguenze portano i cambiamenti climatici nella vita di tutti. Ci vuole una pianificazione nel tempo e non possiamo aspettarci dei risultati immediati. Diciamo che dobbiamo seminare oggi per raccogliere domani".
E dopo “Facciamo l’orto in casa” quest’anno proponiamo “Facciamo FIORIRE la nostra Terra”.
"Io ho un grande amore per il giardino. La natura è bellezza: i fiori sono il simbolo più rappresentativo della natura e del bello. Nel 90% delle case e dei luoghi che visitiamo, anche quelli di sofferenza, si trova almeno un fiore, un piccolo richiamo alla natura, un modo per non dimenticare quello che siamo e risvegliare il nostro legame con la terra".
Voi lavorate per il mondo agricolo, quindi siete green per natura?
"Noi in apparenza viviamo una contraddizione di base: abbiamo una vocazione alla natura ma utilizziamo un materiale, la plastica, che sembra contro l’ambiente. Stiamo investendo molto per ricercare una plastica sostenibile. Non dobbiamo però perseguire una strada facile mettendola al bando ma dobbiamo educare ed educarci a un corretto utilizzo. Il nostro compito è studiare e ricercare una plastica riciclabile, che venga trattata correttamente. Non ci stancheremo mai di ricordare che solo l’educazione e la responsabilità, anche individuale, sono e saranno i fattori che ci libereranno favorendo la transizione verso la sostenibilità".
Anche voi avete realizzato un orto aziendale?
"Il nostro progetto dell’orto aziendale, nato dopo aver condiviso qualche idea con un amico imprenditore illuminato, ci rende molto felici: attualmente ci lavorano tre persone in un percorso per i lavoratori delle categorie protette, perfettamente inserite nella nostra comunità e le loro produzioni vengono cedute settimanalmente ai collaboratori di Novatex, che erogano un’offerta a sostegno dell’iniziativa. Se avessimo più spazio allargheremmo l’orto, sperando di coinvolgere la comunità che ci circonda, per aiutare chi è in difficoltà e fornire maggiori opportunità e sostegno alla Cooperativa Paso Lavoro che ha realizzato il progetto".