Malavita organizzata

Operazione antimafia nel Lecchese: arrestati sette affiliati alla Cosca Pesce-Bellocco. In manette padre e figlio

"Tra gli arrestati figurano anche appartenenti ad altre storiche famiglie ‘ndranghetiste che si sono insediate nei territori del lecchese e del comasco"

Operazione antimafia nel Lecchese: arrestati sette affiliati alla Cosca Pesce-Bellocco. In manette padre e figlio
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Operazione antimafia nel Lecchese: in manette sette affiliati della Cosca Pesce-Bellocco. La Direzione Investigativa Antimafia infatti ha dato esecuzione, alle prime luci dell’alba di oggi, martedì 5 ottobre, all’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. di Milano su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 7 persone ritenute "gravemente indiziate a vario titolo dei reati di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione, trasferimento fraudolento di beni e valori e appropriazione indebita aggravati dal metodo mafioso, nonché bancarotta fraudolenta e autoriciclaggio". Tra queste padre e figlio residenti nel Lecchese. I due sono stati arrestati a Bosisio Parini. Si tratta di Michele Oppedisano (nipote del “capo del crimine” Don Micu Oppedisano, di Rosarno), 52 anni, originario proprio di Rosarno e condannato nel maxi processo "Infinito",  e del figlio Pasquale, che di anni ne ha 22.

Operazione antimafia nel Lecchese: arrestati sette affiliati alla Cosca Pesce-Bellocco. In manette padre e figlio

 

L’indagine ha tratto spunto da riscontri su personaggi legati alla cosca Pesce-Bellocco di Rosarno particolarmente attivi nel territorio lombardo. "Gli interessi degli indagati spaziavano dalle estorsioni ai reati di bancarotta fraudolenta, al riciclaggio di proventi di attività delittuose connesse anche all’illecita gestione di rifiuti - spiegano dalla Dia -  Tra i soggetti colpiti dai provvedimenti restrittivi figurano, inoltre, appartenenti ad altre storiche famiglie ‘ndranghetiste insediatesi nei territori del lecchese e del comasco".

Botte ed estorsioni

Secondo gli inquirenti "Particolarmente significativi sono risultati degli episodi estorsivi nei confronti di alcuni promotori finanziari costretti – attraverso minacce e percosse – a consegnare somme di denaro contante e/o fornire una “forzata” collaborazione nell’ambito dell’intermediazione creditizia".

Sono tuttora in corso le perquisizioni che vedono impegnati il personale della DIA di Milano, Roma, Napoli, Reggio Calabria e Brescia nonché i Reparti della Polizia di Stato, dei Carabinieri e della Guardia di Finanza competenti sulle province di Brescia, Mantova, Novara, Varese, Lecco e Como.

"L’operazione, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo lombardo, assume rilievo poichè riscontra le connotazioni mafiose e le spiccate capacità criminali dell’organizzazione criminale oggetto d’indagine da parte della Direzione Investigativa Antimafia".

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