Toccante cerimonia

Lecco rende omaggio al giudice Livatino e si commuove con la testimonianza di Nava

Nava: "Non c’era un’altra strada, anche se poi bisogna portare una croce testimoniare è l’unica possibilità"

Lecco rende omaggio al giudice Livatino e si commuove con la testimonianza di Nava
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«Quando tocca a te tocca a te», «Non c’era un’altra strada, anche se poi bisogna portare una croce testimoniare è l’unica possibilità. Non si può voltare la faccia dall’altra parte. Lo insegno ai miei nipoti. Vorrei dirlo ai ragazzi nelle scuole. Nel modo in cui sarà possibile, voglio esserci quando andrete nelle scuole. I ragazzi devono sapere come comportarsi». Sono le parole di Piero Nava, supertestimone nel caso dell’esecuzione per mano mafiosa di Rosario Livatino, il «giudice ragazzino», freddato dopo un inseguimento il 21 settembre del 1990. Parla al telefono, con la voce appositamente distorta, durante la presentazione del nuovo progetto «Sono Stato anch’io», uno spettacolo teatrale nato dal libro scritto a sei mani da tre giornalisti lecchesi Lorenzo Bonini, Paolo Valsecchi e Stefano Scaccabarozzi proprio per raccontare la sua vicenda.

Lecco rende omaggio al giudice Livatino e si commuove con la testimonianza di Nava

Il 9 maggio nella stessa data della beatificazione di Rosario Livatino anche Lecco ha celebrato la «straordinaria normalità» di questi due protagonisti del nostro tempo. La manifestazione è stata organizzata da Assocultura Confcommercio Lecco. Alla pizzeria Fiore, luogo simbolo della lotta alla mafia, i tre giornalisti già autori del libro su Piero Nava, hanno presentato alle autorità ed alla città il loro nuovo progetto, realizzato con il sostegno di Cartiere dell’Adda e affidato all’abilità espressiva di Alberto Bonacina e Sara Velardo. Il progetto, uno spettacolo destinato alle scuole, debutterà a giugno e a settembre sarà rappresentato negli istituti.

 

La vicenda è nota, Piero Nava, originario di un piccolo centro del Lecchese, si trova in Sicilia per lavoro, sta percorrendo la strada che collega Enna a Caltanissetta, procede piano perché ha un problema ad una gomma, viene superato da due ragazzi su una moto. Appena il tempo di pensare che stanno correndo troppo e due curve dopo vede una Fiesta rossa addossata al guardrail e poi nello specchietto retrovisore si rende conto che qualcuno con una camicia azzurra è in fuga, braccato da uno dei due motociclisti che brandisce una pistola. Questo è il turning point della sua vita. Realizza quel che ha visto e decide di rivolgersi alle autorità. La vita come l’ha finora conosciuta è finita, nelle more di una legge che protegga i testimoni di giustizia che all’epoca ancora non era stata costruita, passa anni difficili, cambiando diverse identità, ma ad oggi non si pente: «mantenere il rispetto e la dignità per sé stessi è la cosa più importate» dice.

Parole che colpiscono le autorità presenti: il sindaco Mauro Gattinoni sottolinea che «il mondo può davvero cambiare a partire dai gesti dei singoli. Lo Stato siamo anche noi». Sulla stessa linea anche il Prefetto, Castrese De Rosa: «Non dobbiamo sottovalutare il fenomeno mafioso, non è relegato a Sud, riguarda tutti. Ma lo stato è più forte. Se siamo un sistema possiamo batterlo. Il giudice Livatino è stata definito una figura profetica, ha fatto il suo dovere, come Piero Nava, abbiamo bisogno di questa normalità, dello straordinario quotidiano della normalità. Sono esempi». Il prefetto ha poi invitato i giornalisti presenti a fare sempre il proprio lavoro perché «una stampa libera è il corollario di un paese democratico».

Commuoventi le parole di Padre Angelo Cupini (Comunità di via Gaggio): «Livatino e Piero Nava sono di tutti noi. Come diceva il cardinal Martini dobbiamo confrontarci sull’essere uomini e donne oggi, non sulle provenienze». Anche Angelo Belgeri, vicepresidente di Confcommercio Lecco e referente del Cpl per l’associazione ha sottolineato la centralità della legalità per la vita quotidiana e l’importanza dell’esempio. «Il giudice Livatino e Piero Nava sono giganti, sono montagne. Ecco, come le montagne del nostro territorio dobbiamo essere una catena ininterrotta di monti, perché insieme è possibile». Presenti anche il questore Alfredo d’Agostino e Marco Magni, presidente di Azione Cattolica di cui Livatino fu quotato esponente.


La manifestazione si chiusa con un’anteprima dello spettacolo teatrale proposta da Alberto Bonacina de «Lo stato dell’arte», che ha portato in scena proprio il momento in cui Nava si trova suo malgrado ad essere testimone dell’omicidio e capisce la tragicità dell’evento, pur non sapendo ancora chi fosse quella «camicia azzurra in fuga». Il lungo applauso che ha accolto la performance la dice lunga della bravura dell’interprete e dell’emozione della tematica.

Chiara Ratti

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