Festa in Alta Valsassina per S. Antonio con la benedizione degli animali FOTO

Rivive una tradizione antica ma sempre suggestiva

Festa in Alta Valsassina per S. Antonio con la benedizione degli animali FOTO
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Grande festa ieri, domenica 14 gennaio in Alta Valsassina con la celebrazione di Sant'Antonio e la tradizionale benedizione degli animali.

Benedizione degli animali

Teatro della giornata di festa è stato il Comune di Crandola Valsassina dove alle 11, proprio nella chiesa parrocchiale di Sant'Antonio è stata officilata la messa seguita poi dal momento di benedizione degli animali domestici. Cani, gatti e non solo. I Valsassinesi hanno coluto che la particolare "protezione" di Sant'Antonio riguardasse anche pesciolini rossi e caprette. Dopo la funione religiosa la giornata di festa è proseguita nel pomeriggio nel salone della Pro Loco con la consueta  tombolata di S. Antonio. Ecco alcune belle foto pubblicate sulla pagina Facebook dell'oratorio Oratorio di Margno con Crandola, Casargo, Indovero con Narro.

 

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La tradizione

In Italia esiste una vera e propria venerazione per Sant’Antonio Abate (da non confondere con Antonio patrono di Padova). Eppure leggendo qualche cenno della sua biografia si scopre che il santo non ha alcun legame con il nostro Paese. Antonio fu un eremita egiziano, vissuto nel IV secolo dopo Cristo, cui si deve l’inizio del cosiddetto “monachesimo cristiano”, ovvero della scelta di passare la vita in solitudine per ricercare una comunione più intensa con Dio. Evidentemente bastò questo “primato” per diffondere il culto in tutta Europa, cui si aggiunsero, nel tempo, molti tratti popolari.

 

Sant'Antonio e gli animali

Fin da epoca medievale, Sant’Antonio viene infatti invocato in Occidente come patrono dei macellai, dei contadini e degli allevatori e come protettore degli animali domestici. Questo, forse, perché dal maiale gli antoniani (i seguaci di Antonio) ricavavano il grasso per preparare emollienti da spalmare sulle piaghe. Antonio, dice la tradizione, era anche un taumaturgo capace di guarire le malattie più tremende. E poi, c’è la credenza popolare che vuole che il Santo aiuti a trovare le cose perdute. Al nord si dice "Sant'Antoni dala barba bianca fam trua quel ca ma manca” e al sud - dove viene spesso chiamato Sant’Antuono, per distinguerlo da Antonio da Padova - "Sant'Antonio di velluto, fammi ritrovare quello che ho perduto”.

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