La protesta

Sciopero della sanità privata, lavoratori in presidio davanti a La Nostra Famiglia FOTO

"Chi è impiegato nell’ambito sanitario, oltre a mettere a disposizione la propria professionalità ha fatto anche una scelta di vita e pertanto devono essere garantiti i diritti (partendo dal contratto nazionale), il rispetto e la dignità”.

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Sciopero nazionale dei lavoratori della sanità privata, a causa della mancata sottoscrizione definitiva, da parte delle associazioni datoriali Aris e Aiop, della pre-intesa raggiunta il 10 giugno scorso sul rinnovo contrattuale. Per questo Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl hanno proclamato la mobilitazione per tutta la giornata di mercoledì 16 settembre. Nel Lecchese il presidio più importante è stato organizzato fuori dai cancelli dell’istituto La Nostra Famiglia di Bosisio Parini, dove tra l’altro la dirigenza sta cercando unilateralmente di cambiare il contratto a lavoratrici e lavoratori, applicandone un altro peggiorativo.

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Sciopero della sanità privata, lavoratori in presidio davanti a La Nostra Famiglia

“Siamo qui per dire che vogliamo il nuovo contratto della sanità privata dopo 14 anni di attesa – afferma Catello Tramparulo, segretario generale Fp Cgil Lecco e coordinatore regionale Fp per La Nostra Famiglia –. Dopo tre anni di trattative serrate a livello nazionale è stata raggiunta una pre-intesa, ma ancora oggi non è stato firmato il contratto. Chiediamo l’intervento del ministro della Sanità Roberto Speranza e delle Regioni che si sono impegnate a garantirne la firma. Andiamo avanti con la protesta, non ci fermiamo oggi, qui a Bosisio Parini continueremo almeno fino al 31 dicembre con un presidio permanente. Qualche mese fa i lavoratori venivano chiamati eroi, mentre ora ci si dimentica di loro”.

Il segretario generale della Cgil Lecco Diego Riva

Presente alla mobilitazione anche il segretario generale della Cgil Lecco Diego Riva. “Qui le lavoratrici e i lavoratori sono in presidio da tempo e la stanchezza può farsi sentire, ma serve resistere un minuto in più rispetto ai vertici dell’associazione – afferma –. Questa discussione è molto ampia perché non si rivendica solo il giusto diritto di vedere rinnovato il contratto nazionale dopo troppi anni, ma siamo entrati in un meccanismo generale più complesso, c’è l’interesse di provare a smantellare tutti i contratti nazionali. I diritti conquistati devono continuare a essere la base per migliorare la vita delle persone perché in questi anni stanno dando molto, ma le diseguaglianze aumentano. Una politica economica espansiva valorizza le risorse umane e non affronta la competitività solo sul costo del lavoro. Chi è impiegato nell’ambito sanitario, oltre a mettere a disposizione la propria professionalità ha fatto anche una scelta di vita e pertanto devono essere garantiti i diritti (partendo dal contratto nazionale), il rispetto e la dignità”.

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