La scuola resta la strada maestra per uscire dall'ignoranza e avviarci verso una prospettiva di luce
La finestra di Marco Calvetti

Pensi all'ozio dell'isolamento e al negozio che raggiungi mascherato e solitario perché il coronavirus non ti da tregua. Ti telefona un amico, un conoscente, un parente e ti chiede come stai. Sembra una filastrocca di quelle che la fine si allontana di strofa in strofa.
In questa giostra di virologi, professori, politici che fanno i medici e viceversa, di farmaci più o meno miracolosi, di vaccini ancora lontani, di Cina e di Olanda, anch'io rischio di essere travolto e decido allora di svoltare nel pianeta dell'innocenza dei bambini, che non vanno più in quella scuola che prima volevano schivare e ora vagheggiano come il paradiso. E ogni giorno a casa è una condanna e allora credo che il primo obiettivo delle Istituzioni sia di riprodurre, dentro le mura, il clima scolastico, conciliando didattiche e sentimenti. E la tecnologia, invece di manipolare cervelli, attitudini e caratteri, riscopre un volto umano e si mette al servizio dell'alunno, dell'allievo, dello studente, messi cosi in fila secondo l'età e il grado.
La scuola resta la strada maestra per uscire dall'ignoranza e avviarci verso una prospettiva di luce
Ci sono già, anche a Lecco, attivi e sperimentati in queste settimane progetti che provano a sopperire al vuoto o comunque a integrare le sperimentazioni dei vari Istituti per impedire al virus almeno di non sottrarre opportunità e non bruciare tempo prezioso e di trasformare il percorso scolastico in una corsa ad ostacoli, destinata per definizione a sancire differenze. Laddove si è aperto un varco il Comune, cioè' l'ente più' vicino all comunità, si deve buttare con coraggio e forza perché i bambini di oggi, oltre alle ferite psicologiche non si trovino domani defraudati del sapere. Solo la Pubblica Istituzione può, valorizzando le proposte e le azioni dei privati, provare a rendere il diritto allo studio, giusto e accessibile alla più' vasta platea.
Davvero non riuscirei a capire la legittima e persino angosciosa preoccupazione per l'economia, se non fosse corroborata con la volontà di intervenire in quello che, in tempo di "pace" viene considerata la risorsa fondamentale del villaggio e del cosmo: cioè quella cultura, quella conoscenza che caratterizza il genere umano, convinto come sono che non ci possa essere nessuno sviluppo economico senza progresso civile.
E la crescita scolastica, specie in queste ore fosche, resta tra tutte le vie percorribili la strada maestra.
Marco Calvetti