Ritardi e cancellazioni dei treni: rimpallo di responsabilità tra Rfi e Trenord
Per l'ad di Rfi «I disservizi di novembre 2019 sulla rete ferroviaria lombarda sono per il 19,3% di competenza Rfi e per il 68,2% in capo alle imprese ferroviarie».
Ritardi dei treni: rimpallo di responsabilità tra Rfi e Trenord. Per l’ad di Rfi, ieri in audizione in Regione, «i disservizi di novembre 2019 sulla rete ferroviaria lombarda sono per il 19,3% di competenza Rfi e per il 68,2% in capo alle imprese ferroviarie».
Ritardi dei treni: rimpallo di responsabilità
Ieri in Regione Lombardia era prevista l’audizione di Maurizio Gentile, amministratore delegato di Rfi, Reti ferroviarie italiane, ospite della V commissione Territorio e infrastrutture. Gentile ha ammesso responsabilità sui ritardi e cancellazioni di un sofferto mese di novembre per i pendolari, ma solo in minima parte. Meno del 20% dei disagi sarebbero addebitali a Rfi (precisamente il 19,3%) mentre il 68,2% sarebbe da addebitarsi alle imprese ferroviarie. E qui entrano in campo Trenord e la Regione, che nel recente passato hanno sempre scaricato su Rfi le responsabilità per la maggior parte di ritardi e cancellazioni dei treni, all’origine dei disagi dei pendolari.
Gentile ha preso in esame anche un lasso di tempo più lungo, da gennaio a ottobre, dove le responsabilità di Rfi per i ritardi scenderebbero all’11,6%, il resto sarebbe da addebitare al trasporto regionale. Escludendo ovviamente quei casi (suicidi, investimenti di utenti che attraversano i binari, persone che camminano lungo la linea obbligando i treni a rallentare…) che non sono ovviamente imputabili né a Rfi né a Trenord.
Non si è parlato ovviamente soltanto di ritardi, ma anche dei lavori fatti e da fare per ovviare ai tanti inconvenienti dell’ultimo periodo. Gentile ha assicurato, tra le altre cose, che sulla rete ferroviaria della Lombardia Rfi nel 2019 ha rinnovato 170 km di binari e oltre 180 deviatori. Per il 2020 sono previsti 200 km di rinnovo di binari e 200 deviatori da cambiare. In accordo con Trenord è previsto poi un monitoraggio di quei treni che sono costantemente in ritardo e hanno un negativo effetto domino sulla circolazione.
Il Pd: “Dov’era l’assessore Terzi?”
Le dichiarazioni dell’ad di Reti ferroviarie italiane non sono ovviamente passate inosservate. Soprattutto al Partito democratico che come abbiamo già avuto modo di ricordare ha promosso una raccolta firme per dire “Basta Trenord“.
“Oggi Rfi – scrivono il consigliere regionale cesanese Gigi Ponti e la sua collega Carmela Rozza – dice che solo l’11,6% dei ritardi dei treni del trasporto ferroviario regionale lombardo è riconducibile all’infrastruttura, mentre Trenord attribuisce alle inefficienze della rete la maggior parte dei disagi. L’amministratore delegato Maurizio Gentile davanti alla commissione del Consiglio regionale in cui, incredibilmente, mancava proprio l’assessore ai trasporti Claudia Terzi, che da mesi accusa l’azienda per i problemi di Trenord. In questo balletto di cifre sta alla Regione dire ai cittadini non tanto di chi è la colpa, ma come farà a risolvere i problemi e che cosa chiede a Rfi e a Trenord per i prossimi contratti di servizio che partiranno nel 2020. Oggi sappiamo da Rfi che l’assessorato ha già avanzato le sue indicazioni, evidentemente senza confrontarsi né con la commissione né con i pendolari. Lo dovrà fare al più presto perché le chiediamo di venire a spiegarlo in commissione”.
La lega: “Manca un piano straordinario”
Il vice capogruppo della Lega in Regione, il brianzolo Andrea Monti, nel commentare l’esito dell’audizione non si sofferma sul rimpallo di responsabilità e guarda piuttosto al futuro, agli investimenti da fare per migliorare la rete. Investimenti giudicati inadeguati.
“Abbiamo avuto modo – ha rimarcato – di ascoltare una lunga presentazione di investimenti, per un periodo da qui al 2025, molti di questi già noti da tempo e occorre dire come, ad esempio, il numero di chilometri previsti in nuovi binari da realizzare sia assolutamente sotto proporzionato rispetto alle esigenze della Lombardia. In particolare non si può tacere sull’assenza di un piano straordinario per fronteggiare emergenze e ritardi che sono costretti ad affrontare i pendolari proprio a causa dei disservizi dovuti alla rete. A differenza di Trenord infatti, che ha previsto azioni speciali ad hoc e un piano straordinario, che qualche effetto positivo lo sta dando, Rfi sembrerebbe poco interessata a mettere in campo misure ulteriori. Ho chiesto quindi espressamente che venga posto in essere un piano straordinario da parte del gestore della rete, perché è chiaro che la situazione non può proseguire in questi termini”.
In conclusione Monti si augura “un netto cambio di passo nella gestione del servizio” sul quale nessun pendolare può essere in disaccordo. Perché a chi usa il treno tutti i giorni interessa relativamente di chi sono le responsabilità, interessa che il convoglio sul quale è seduto (o purtroppo troppo spesso in piedi) arrivi in orario.