Tragedia a Venezia: perchè sono morti Buzzi e Nicolini VIDEO

"Dopo 20 ore di mare a quella velocità arrivi distrutto, la stanchezza è tanta, negli ultimi tratti cala la tensione, il record è fatto, ma la distrazione può essere fatale e la morte, come in questo caso ti aspetta all'ultima virata, all'ultima onda".

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Tragedia a Venezia: ecco perché sono morti Fabio Buzzi e Luca Nicolini. A ricostruire il terribile incidente, in cui è rimasto ferito anche l'imprenditore lecchese  Mario Invernizzi è Assonautica Italiana, associazione  istituita da Unioncamere nel 1971 per promuovere la nautica da diporto, il turismo nautico e l'Economia del Mare (video in apertura courtesy Assonautica Italiana).

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Tragedia a Venezia: ecco perchè sono morti Buzzi e Nicolini

Lo scafo , recuperato dai Vigili del Fuoco è strutturalmente integro. "Poche barche avrebbero resistito ad un impatto così potente - spiegano da Assonautica Italiana -  Vale a dire che il mezzo, pensato per usi militari, era progettato bene. Un errore umano, visti gli strumenti di cui la barca era dotata, alla base della tragedia. Il mezzo era strumentato con un sofisticato sistema militare per la visione notturna composto da due strumenti a disposizione del radarista: uno a raggi infrarossi che intercetta le fonti di calore ed un secondo ad amplificazione di luminosità, entrambi consultabili sullo stesso schermo sia in contemporanea che uno alla volta per avere la massima dimensione degli eventuali ostacoli sulla rotta".

La ricostruzione

È probabile che in fase di avvicinamento alla bocca di porto, dove la presenza di barche è un fatto normale, il responsabile della rotta abbia messo a tutto schermo la visione ad infrarossi. "La diga essendo un "bersaglio freddo" in questa funzione non può apparire sugli schermi - proseguono da Assonautica -  È da escludere che gli strumenti non fossero perfettamente funzionanti dato il fatto che l'ing. Buzzi non avrebbe mai messo a rischio nè la vita delle persone che si sarebbero trovate sulla sua rotta, nè quella del suo equipaggio. Dati i precedenti, avrebbe optato per un ingresso a lento moto"

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Il possibile errore umano

 Giampaolo Montavoci, pluricampione di Off Shore, Presidente della Commissione FIM Endurance e pilota di un'altra Venezia Montecarlo ha sottolinenato ad Assonautica :"Dopo 20 ore di mare a quella velocità arrivi distrutto, la stanchezza è tanta, negli ultimi tratti cala la tensione, il record è fatto, ma la distrazione può essere fatale e la morte, come in questo caso ti aspetta all'ultima virata, all'ultima onda".

Un minuto di silenzio

Oggi Assonautica apre il Salone Internazionale di Genova con il lutto al braccio dei suoi uomini in segno di rispetto ad un grande della motonautica mondiale. "Celebreremo Fabio Buzzi sabato mattina al parterre del mensile " Nautica" prima delle premiazioni di ASSONAUTICA AWARD 2019 -  ha detti  Presidente Malcarne: " Un segno di omaggio a quell'ingegnere che da solo ha fatto ricerca sugli scafi veloci molto di più di tanti marchi messi assieme, sia in termini di materiali che di linee d'acqua. Un tributo all'uomo che ha cambiato la nautica con un approccio sempre razionale, ma da grande appassionato di barche e di motori .Lui, l'aveva detto più volte, non avrebbe voluto morire in un letto d'ospedale. Nella tristezza della tragedia, ci piace pensarlo felice, così com'è sempre stato a bordo delle sue barche".

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