Lavoro: calano le assunzioni nel Lecchese

Ecco quali sono le figure più ricercate nella nostra provincia e quelle più difficili da trovare.

Lavoro: calano le assunzioni nel Lecchese
Pubblicato:
Aggiornato:

Nel 3° trimestre 2019 le  imprese delle province di Como e Lecco prevedono di effettuare complessivamente 15.630 nuovi ingressi (-16,8% pari a -3.150 unità rispetto al 2° trimestre; in particolare a Como -1.430 persone e a Lecco -1.720, cioè rispettivamente -12,4% e -23,8%)

Calano le assunzioni nel Lecchese

A cercare nuovo personale sarà il 20,6% delle aziende comasche con almeno un dipendente e il 20,5% di quelle lecchesi (contro il 24,1% e il 22,2% del 2° trimestre).  Nella nostra regione i nuovi posti di lavoro saranno quasi 231.000 (-5,8% rispetto al periodo aprile-giugno), e a livello nazionale sfioreranno quota 1.113.000 (-16,5%). Questi dati emergono dall’indagine Excelsior sulle previsioni di assunzione, svolta mensilmente dalle Camere di Commercio (per le imprese oltre 50 addetti) e da Infocamere tramite l’invio di questionari online e interviste telefoniche. L’indagine è coordinata a livello nazionale da Unioncamere, in accordo con l’Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro (ANPAL), il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

1
Foto 1 di 2
2
Foto 2 di 2

Nel 3° trimestre 2019, il 36,1% delle entrate si concentrerà nel comparto industriale: si tratta di 5.650 nuovi contratti (-18,8% rispetto al periodo aprile-giugno), di cui 890 riguarderanno il settore delle costruzioni (-18,3%). Rispetto al 2° trimestre cresce la quota di nuovi ingressi nel terziario (dal 62,9% al 63,9%). In particolare, le nuove assunzioni previste saranno 1.710 nel commercio (con un calo del 21,2% rispetto al periodo aprile-giugno), 2.370 nel turismo (-42,6%) e 5.900 negli altri servizi (+6,9%).

1
Foto 1 di 2
2
Foto 2 di 2

 

I  contratti

Nel mese di luglio 2019, sulle 5.190 assunzioni programmate dalle imprese lariane la quota con contratto a tempo indeterminato sale al 28,1% (ad aprile era del 27,9%). Lecco, con il 34%, sale dal 5° posto di aprile al 2a piazza tra i territori lombardi (dietro solo a Varese, con il 36%). Como, con il 25% (contro il 27,3%), scende dal 6° al 10° posto, precedendo solo Mantova e Sondrio.        La quota delle nuove assunzioni a tempo indeterminato previste a luglio dalle imprese lariane resta inferiore alla media lombarda (che rimane stabile rispetto ad aprile, attestandosi al 30%), ma rimane più alta di quella nazionale (che diminuisce dal 26,9% al 22,3%). Rispetto ad aprile, scende di quasi due punti percentuali la quota dei contratti di apprendistato (dal 10,4% all’8,5%), facendo comunque registrare un valore superiore alla media lombarda, ma inferiore a quella italiana (rispettivamente 8% e 9,5%). Calano i contratti a tempo determinato (dal 59,8% di tre mesi fa al 57,6%, dato superiore alla media regionale, 57%, ma inferiore a quella nazionale, 64%). La quota di assunzioni con altre forme contrattuali sale dal 2% di aprile al 5,6% di luglio, tornando superiore a quella lombarda e italiana. A Como, la maggioranza dei nuovi ingressi a tempo indeterminato previsti si concentra nelle costruzioni e nel manifatturiero (rispettivamente 84% e 62%); viceversa, il terziario vede una netta prevalenza di contratti a tempo determinato (servizi alle persone 84%; servizi alle imprese 71%; turismo 68%; commercio 67%). Per Lecco, prevalgono gli ingressi a tempo indeterminato nel manifatturiero (66%); il tempo determinato è maggiormente utilizzato nei servizi alle persone (75%), nel turismo (66%) e nel commercio (57%); nei servizi alle imprese entrambe le quote superano il 40% (tempo indeterminato 46%, tempo determinato 41%). Nelle costruzioni si nota un 54,7% delle entrate programmate a luglio riguarda imprese di Como e Lecco con meno di 50 dipendenti; il 19,7% medie imprese; il 25,8% realtà imprenditoriali oltre 250 addetti. Rispetto ad aprile sale decisamente la quota delle aziende più grandi (oltre 250 addetti era del 16,1%).

Le figure 


Raffrontando i dati con quelli di aprile, in luglio cresce la quota di ingressi riservati a figure high skill(dirigenti, specialisti e tecnici: dal 14,1% al 17,3%); il valore resta inferiore alla media regionale (22,6%), ma torna superiore a quella nazionale (16,8%). In particolare, Como mantiene la 5a posizione nella graduatoria regionale, preceduta ora da Milano, Monza Brianza, Varese e Lecco (che recupera due posti, passando dalla 6 a piazza alla 4a).

 

Rispetto al mese di aprile, a luglio torna a salire la quota di entrate destinate a personale laureato (dall’8,4%, all’11,4%); ciononostante la percentuale del territorio lariano continua ad essere inferiore alla media regionale (16,1%), ma torna leggermente superiore a quella nazionale (11,2%). Como (la cui quota sale dall’8,7% all’11,3%) perde una posizione nella graduatoria lombarda rispetto ad aprile, posizionandosi al 6° posto, dopo Milano, Monza Brianza, Varese, Pavia e Lecco (rispettivamente 22,4%, 15%, 12,8%, 12,6% e 11,4%); Lecco recupera 4 posizioni, piazzandosi al 5° posto. Viceversa, cala la quota degli ingressi di diplomati (dal 69,5% di aprile al 61,7%, di cui il 31,8% con diploma di scuola media superiore e il 29,9% di Istituto professionale), mentre sale quella di risorse umane che hanno semplicemente assolto all’obbligo scolastico (dal 22,1% al 26,8%). Per queste ultime, Como (con il 29,5%) evidenza il valore più basso in Lombardia dopo Sondrio, piazzandosi, pertanto, in decima posizione (ad aprile occupava la 4a piazza). Lecco (21,3%) passa dall’8° al 3° posto, a pari merito con Monza, dietro a Milano e Varese (rispettivamente 19,9%, e 21,2%).

Le figure più ricercate

Tra i profili maggiormente richiesti sia dalle imprese comasche che da quelle lecchesi spiccano soprattutto figure a media e bassa specializzazione:

per  Como, “cuochi, camerieri e altre professioni dei servizi turistici” (550 persone) “professioni specifiche degli altri servizi alle persone” (370 nuovi ingressi), “conduttori di mezzi di trasporto” (180 assunzioni previste);

per Lecco, “operai nelle attività metalmeccaniche ed elettromeccaniche”, “cuochi, camerieri e altre professioni dei servizi turistici” (310 nuove assunzioni ciascuno) e “commessi e altro personale qualificato in negozi ed esercizi all’ingrosso” (90 nuovi ingressi).

I giovani

Aumenta la quota di ingressi riservati a giovani con meno di 29 anni (dal 35,1% di aprile al 35,5% di luglio); il valore lariano è superiore sia alla media regionale che a quella nazionale (rispettivamente 32,9% e 31,5%). A livello lombardo, Lecco (37,3%) e Como (34,6%) si posizionano rispettivamente al 2° e al 3° posto (erano 3a e 1a ad aprile); al primo posto c’è Bergamo (37,4%) e al quarto c’è Sondrio (33,6%). A Como la quota di “under 29” per alcune famiglie professionali è particolarmente consistente: “area produzione di beni ed erogazione del servizio” (33%, pari a 600 figure), “aree commerciali e della vendita” (45%, pari a 310 unità) e “aree tecniche e della progettazione” (31,3%, pari a 120 persone). Anche a Lecco le aree che riservano le maggiori opportunità ai giovani sono analoghe: “area produzione di beni ed erogazione del servizio” (38,3%, pari a 350 figure), “aree commerciali e della vendita” (46,3%, pari a 150 unità) e “aree tecniche e della progettazione” (25,2%, pari a 60 persone).

Le figure professionali di difficile reperimento

Altro focus dell’analisi concerne le figure professionali di difficile reperimento. La loro quota resta consistente ed è pure in crescita (dal 29,6% al 33,3% di luglio); il dato è superiore sia alla media regionale (29,2%) che a quella nazionale (26,6%). Da sottolineare come le imprese lecchesi evidenzino maggiori difficoltà rispetto a quelle comasche a trovare il personale di cui necessitano (40,3% contro 29,9%). A Como questo fenomeno è particolarmente sentito per le seguenti famiglie professionali: “area produzione di beni ed erogazione del servizio” (27,9%, pari a 500 figure), “aree tecniche e della progettazione” (44,6%, pari a 170 figure); “aree commerciali e della vendita” (25,2%, pari a 170 unità). Anche Lecco evidenzia le stesse criticità: “aree produzione di beni ed erogazione del servizio” (44,2%, pari a 410 figure), “aree tecniche e della progettazione” (59,5%, pari a 140 figure) e “aree commerciali e della vendita” (26,7%, pari a 90 unità).

 

 

Seguici sui nostri canali