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Valle d’Aosta, un patrimonio storico-artistico imperdibile

Tra castelli medievali e reperti preistorici e di epoca romana

Valle d’Aosta, un patrimonio storico-artistico imperdibile
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Si riparte! Dopo l’esperienza invernale che ci ha portato sulla neve delle varie località valdostane, saliamo di nuovo in macchina e via verso la Valle d’Aosta. Perché la bella stagione ci propone un altro genere di “immersione”: vogliamo tuffarci non in piscina (beh, se capita, perché no?), ma nel patrimonio culturale di questa regione che è stata crocevia di popoli, di movimenti artistici, di personaggi che hanno fatto la storia. Le tracce non mancano…

GO Valle d'Aosta Arte e Cultura

È quello che propone “GO Valle d'Aosta Arte e Cultura”, il prodotto editoriale realizzato dal gruppo Netweek e allegato ai suoi settimanali: 36 pagine ricche di informazioni perché una giornata o una settimana in questa regione possano essere vissute in pienezza a 360°. Qui si trovano le indicazioni per arrivare in Valle d’Aosta, le informazioni da seguire per andare alla scoperta delle numerose bellezze storico-artistiche e conoscere gli eventi in corso. Oltre a tanti consigli e suggerimenti per permettere ai lettori di scegliere la località giusta da visitare.

Prima di tutto i castelli

La Valle d’Aosta ha un patrimonio di castelli e manieri davvero unico: fortezze inaccessibili, rocche inarrivabili, ma anche palazzi da favola. La nostra guida ne presenta otto tra i meglio conservati e visitabili. Si comincia con il Castel Savoia che domina tutta la vallata del Monte Rosa fino al ghiacciaio del Lyskamm nel comune di Gressoney-Saint-Jean: fu il maniero della Regina Margherita e davvero qui si respira la magica atmosfera delle favole ricche di racconti di re e regine, principi e principesse… Diversa è l’atmosfera che si respira al Forte di Bard che si presenta oggi come una fortezza di sbarramento suddivisa in diversi corpi nei quali trovano spazio molteplici e interessanti strutture, come il Museo delle Fortificazioni e delle Frontiere e il Museo delle Alpi.

Una vera e propria dimora signorile è le Château d’Issogne: basta varcarne i cancelli per restare a bocca aperta davanti alla celebre Fontana del Melograno in ferro battuto e agli affascinati affreschi delle eleganti lunette dell’ampio porticato con le arcate a tutto sesto e soffitto con volta a crociera, raro esempio di pittura alpina medievale. Si resta impressionati anche davanti a le Château de Verrès, ma per tutt’altro motivo: qui siamo di fronte a un’impressionante fortezza militare, un possente cubo di trenta metri di lato praticamente inespugnabile. Nel cortile, quadrato, si ammira un monumentale scalone in pietra impostato su archi rampanti che da solo vale la visita: è davvero imponente in mezzo alla regolarità geometrica della struttura e all’essenzialità della decorazione e incute un po’ di soggezione. Ci addentriamo nella valle e incontriamo l’elegante Castello Gamba, arroccato su un promontorio roccioso che domina Châtillon: fu fatto costruire, tra il 1903 e il 1905, dal barone torinese Carlo Maurizio Gamba per offrire all’amatissima sposa Angélique Passerin d’Entrèves la possibilità di trascorrere lunghi periodi all’anno vicina agli affetti della famiglia di origine, che risiedeva nel castello di Châtillon. Trasformato in sede museale, oggi ospita una ricca collezione di arte moderna e contemporanea regionale.

Ed eccoci a le Château de Fénis: con le sue mura merlate e le sue torri è probabilmente “il castello” della Valle d’Aosta per antonomasia, quello più conosciuto e visitato, e uno dei manieri medievali meglio conservati in Italia. Pregevoli anche gli affreschi che si possono ammirare nel piccolo cortile interno come quello raffigurante San Giorgio che uccide il drago e che sovrasta lo scalone semicircolare; così come i dipinti dell’Annunciazione e di San Cristoforo, in stile gotico internazionale, che ornano la parete orientale.

Poi abbiamo quella che fu la residenza di caccia del “roi chasseur” Vittorio Emanuele II,  il Castello Reale di Sarre. Da qui il re sabaudo partiva per le sue battute di caccia a camosci e stambecchi nelle vicine valli di Cogne, Valsavarenche, Val di Rhêmes che diventeranno, nel 1922, parte del Parco Nazionale del Gran Paradiso. Gli ambienti più caratteristici sono senza dubbio la Galleria e il Salone dei Trofei. Arriviamo, quindi, a le Château Sarriod de La Tour che si alza a strapiombo sulla Dora Baltea: qui è imperdibile la singolare "sala delle teste" che ha 171 mensole intagliate nel soffitto che offrono un vasto repertorio che si spinge ai limiti del grottesco e che presenta, insieme a volti e personaggi “per bene”, personaggi raffigurati in pose oscene o con i volti deformati da smorfie feroci e sbeffeggianti.

Concludiamo il tour dei manieri con l’incredibile ed elegante Château d’Aymavilles, da poco riaperto. Il castello, infatti, è stato oggetto di un lungo e articolato intervento di recupero iniziato nel 2000 e che ha interessato sia la struttura architettonica che gli apparati decorativi interni, riuscendo a valorizzare le particolarità delle diverse campagne edilizie e dei numerosi rimaneggiamenti avvenuti nei secoli. La visita guidata e le installazioni multimediali permettono di scoprire la storia del castello attraverso le fasi salienti della sua trasformazione, legate alle diverse famiglie che lo hanno abitato.

Aosta, dal Neolitico ai nostri giorni

In mezzo a questi castelli c’è il capoluogo di questa valle, Aosta. Una città davvero ricca di storia e di un patrimonio storico artistico imperdibile. Così, partendo da lontano nella storia, si può ammirare l’Area Megalitica, l'area archeologica di Saint-Martin-de-Corléans, dove si trovano i primi segni della presenza dell’uomo sul territorio valdostano nella seconda metà del V millennio a.C. Oggi, su quest’area di circa diecimila metri quadrati, è stato costruito un museo inaugurato nel 2016, ed è considerato uno dei più interessanti siti archeologici della preistoria in Europa. Al MAR-Museo Archeologico Regionale, si trovano molti reperti che si possono anche toccare con mano, visto che le vetrine sono dotate di cassetti con copie dei reperti destinati all’esperienza tattile e alla comprensione della loro funzione.

Ma sono soprattutto i romani, che hanno fondato la città, ad aver lasciato testimonianze della loro presenza. Pensiamo soprattutto al Teatro Romano, un vero capolavoro dell’architettura di quell’epoca: si conserva la facciata meridionale, alta 22 metri. Costituito da una serie di arcate e da tre ordini sovrapposti di aperture di diversa ampiezza, il teatro occupava un'area di 81 m di larghezza e di 64 m di lunghezza e poteva ospitare fino a 3.500/4.000 spettatori. E poi il singolare Criptoportico forense che da solo può valere un viaggio: si tratta di un edificio seminterrato dalla forma a ferro di cavallo quadrangolare, costituito da un doppio corridoio con volte a botte sostenute da robusti pilastri in blocchi di calcare locale, databile tra la fine del I secolo a.C. e l’inizio di quello successivo, che sorreggeva un’area sacra. Da non perdere anche la chiesa paleocristiana di San Lorenzo, che venne destinata a ricevere le sepolture dei primi vescovi aostani.

Aosta, tra piazze e aree verdi

Ma Aosta è anche una città che non ha nulla nulla di invidiare in termini di vivibilità a qualsisasi altra località italiana. A cominciare da alcune piazze eleganti e maestose, davvero invidiabili. Prima fra tutte la storica piazza Chanoux, il “salotto buono” di Aosta, intitolata al martire della resistenza Emile Chanoux: ospita l’Hôtel de Ville e il Municipio di Aosta, costruzione di stile neoclassico. Poi piazza Roncas, posta lungo il cardo massimo della città romana e piazza Giovanni XXIII che occupa in parte il sito del Foro romano, di cui si trovano resti nel recinto a fianco della Cattedrale.

Ma il capoluogo valdostano è anche una città immersa nel verde, caratterizzata da parchi e giardini. A Nord-Est della città, lungo il torrente Buthier, nel 2009 è stato inaugurato Parco Saumont che su una superficie di oltre 16 mila metri quadrati di verde impreziositi dalla presenza di tre laghetti artificiali, presenta vari percorsi pedonali e ciclabili e un’area gioco per bambini e ragazzi, oltre a spazi per il relax. A Busseyaz, sulla prima collina della città, sorge il Parco Fontaine Saint-Ours, mentre lungo la strada per Porossan, in direzione del vicino paese di Saint-Christophe, si trova la Riserva naturale di Tzatelet: 140 mila metri quadrati, con un campo sportivo polivalente e per gli sport tradizionali, un’area giochi per bambini e ragazzi, un percorso-vita di dieci stazioni ginniche.

Infine, in località Entrebin, poco a Sud dell’abitato della frazione di Excenex, a circa 1.000 metri di altitudine, è possibile compiere una suggestiva passeggiata nell’omonimo Arboreto dove sono presenti piante di oltre duecento specie, sia autoctone, sia esotiche.

Il Ponte-acquedotto di Pont d'Ael

Concludiamo il nostro viaggio in Valle d’Aosta al singolare ponte-acquedotto di epoca romana sul torrente Grand Eyvia che si incontra in prossimità del villaggio di Pont-d'Ael. Non siamo di fronte a un semplice ponte, ma a un vero e proprio capolavoro di ingegneria idraulica romana, una grandiosa opera in muratura alta circa 56 metri e lunga più di 50 che anche oggi impressiona per le capacità costruttive note già a quell’epoca. Il suo unico arco si allunga sulla gola, larga qui solo 12 m, ma profonda 66 m, con una campata di 14,24 m. Il ponte, attraverso poi un acquedotto tecnicamente avanzato lungo in totale 6 km, non aveva una funzione di collegamento bensì di trasporto e utilizzo dell’acqua per scopi “industriali”, in quanto l’acqua serviva all’estrazione e alla lavorazione del marmo bardiglio, nelle cave individuate in località Pesse del comune di Aymavilles.

E tante manifestazioni

Infine, un ricco programma di appuntamenti per grandi e piccini, per amanti della musica e del teatro, del gioco e della buona tavola… L’estate valdostana è ricca di proposte e GO Valle d'Aosta Arte e Cultura ve le propone in dettaglio, elencandone titolo, orari e località, così che non possiate perdervi nulla!

 

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