Lupi, l'europarlamentare Fiocchi risponde agli ambientalisti: "Ruolo dei cacciatori è fondamentale"
"Trovo che l’attacco al piombo nelle munizioni esuli dal discorso relativo alla gestione del lupo"
Carissimo direttore,
colgo spunto dalla lettera del WWF Lecco, Legambiente Lecco e CROS Varenna sulla questione lupo, tema di cui mi sono occupato negli ultimi 30 anni, sia in qualità di cittadino, di cacciatore e ambientalista e di Eurodeputato.
E’ sicuramente un tema complesso e controverso, sul quale auspico una discussione trasversale basata esclusivamente su dati scientifici seri e su soluzioni già applicate in altre parti del mondo con successo. Il vittimismo espresso dalle associazioni ambientaliste mi pare eccessivo, visto che personalmente ho ricevuto centinaia di minacce di morte e migliaia di insulti sul tema della gestione degli invasivi e nocivi. Inoltre, trovo riduttivo riferirsi solo allo studio di Mauro Belardi, quando potrei citare decine di altri studi che dichiarano una popolazione del lupo in Italia oscillante tra i 4 e i 21mila esemplari, oltre al parere scientifico della Commissione Europea che ha dichiarato che il lupo non è più specie a rischio di estinzione.
Trovo che l’attacco al piombo nelle munizioni esuli dal discorso relativo alla gestione del lupo. Anche qua, i dati riportati nella lettera sono parziali e di parte, utilizzati solo per attaccare le categorie dei cacciatori e pescatori. Ho una esperienza di 40 anni sul tema piombo e ho partecipato con successo al programma americano di divieto del piombo per la caccia nelle zone umide, recuperando 14 milioni di acri di zone umide, in parallelo al divieto del piombo e altre iniziative di protezione delle zone di riproduzione delle specie a rischio, con un grande risultato di crescita importante di tutte le specie minacciate.
Anche la parte sugli effetti positivi del ritorno del lupo è superficiale e di parte, e denota un approccio ideologico e non scientifico al problema. Se gli amici animalisti fossero più presenti sul territorio, dovrebbero sapere che la presenza del lupo sta avendo effetti trascurabili sulle popolazioni di cervi, camosci e cinghiali e qualche effetto minimo sulla popolazione delle nutrie. Purtroppo, sta avendo un effetto importante di riduzione della popolazione dei caprioli (in sofferenza anche per la competizione con i cervi) e sull’età media degli altri ungulati: il lupo, animale intelligentissimo ed estremamente efficiente, tende a predare i piccoli perché più semplici. L’effetto di questo approccio, che tende ad innalzare l’età media della popolazione degli ungulati, lo vedremo tra 10 anni. Tralascio il fatto che la pressione predatoria del lupo nelle nostre valli alpine sta facendo scomparire parecchie specie autoctone di capre e pecore.
Non tralascio il fatto che i nostri allevatori e agricoltori di montagna hanno un ruolo fondamentale nella tenuta del territorio montano, condizione essenziale per evitare rischi idrogeologici e incendi!
Può essere brutto da accettare, ma l’uomo deve avere il ruolo di bio-regolatore in questo territorio troppo antropoformizzato; ci sono troppi corvi e gazze e la popolazione dei passeri è dimezzata; ci sono troppi cormorani, e la popolazione di alborelle e lavarelli sta scomparendo; ci sono troppi lupi, e tutti gli allevatori di montagna smetteranno di portare le bestie in malga, per tenerle in un capannone in pianura, imbottite di ormoni e antibiotici!
In particolare, seguendo i programmi di successo sulla gestione del lupo, basati sui sette gradi di confidenzialità, applicati con successo in Canada e negli USA, va insegnato al lupo che l’uomo è pericoloso!
Da questo punto di vista, il ruolo dei cacciatori e pescatori è fondamentale. Non perché siamo moralmente superiori, ma perché senza un ambiente e una biodiversità forte, la nostra passione muore!
Grazie,
Pietro Fiocchi
Membro commissione ENVI – Parlamento Europeo