Lettere al Giornale

"Chiamatemi Ulisse e vi dirò perché"... storia di una vera Odissea nella sanità lecchese

La testimonianza di un lettore

"Chiamatemi Ulisse e vi dirò perché"... storia di una vera Odissea nella sanità lecchese
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In data 12 gennaio ricevo una comunicazione raccomandata R/R da parte della ATS Brianza Regione Lombardia ove mi si chiede di pagare 9 prestazioni (presumo per esami) di cui sono indicate solo importo e data relative al periodo 2017 e 2018 e nulla relativo alle ragioni e al contenuto della prestazione per un importo complessivo di circa euro 195,00 a cui si aggiungono altri 195.00 euro di sanzione amministrativa (in misura ridotta ahahahhh) più euro 15,00 per spese di procedimento, per un totale di oltre euro 400,00

Ciò riscontrato mi attivo immediatamente per capire cosa sia successo e riscontro che è vero che il reddito familiare supera non di molto il minimo stabilito dalla legge e fin qui nulla di strano, ma io vorrei comprendere quali sono gli esami di cui mi viene contestato il mancato pagamento, perché non sono un medico e della tabella esenzioni ho capito poco o nulla, e inoltre perché ogni richiesta di prestazione è sempre stata accompagnata dal codice esenzione disposto dal mio medico curante.

Premetto che ho subito una operazione by-pass nel 2009, premetto che mi è stato riscontrato il diabete mellito dal 1994 e che per entrambi i problemi godo di una esenzione per esami e prestazioni farmaceutiche. Decido in ogni caso che prima di pagare esigo di sapere quali sono le ragioni degli addebiti, quindi armato di buone speranze telefono al numero indicato su uno dei fogli ricevuti (0341-482512): segreteria attiva e nessuno che mai risponda; scrivo mail all’indirizzo indicatomi (esenzioni@ats-brinaza.it): silenzio stampa.

Da buon navigatore, amante della chiarezza e con scarsissima fiducia nella sanità lombarda e dei suoi gestori, decido di intraprendere un viaggio alla ricerca di risposte rispetto a ciò che mi viene addebitato:

1 tappa: partenza venerdì mattina ore 8,30, sportello esenzioni presso ospedale Mandic (Merate); risposta “non ne sappiamo nulla provi alla cassa dell’ospedale”; sono nella terra dei Lotofagi (mangiatori di Loto)

2 tappa: fatta la debita coda la gentilissima signora si scusa, ma non è in grado di fornirmi una risposta adeguata e tenta di capire di quali esami si tratta dal costo degli stessi: encomiabile; sono nella terra della maga Circe.

3 tappa: ritorno ad Imbersago ove chiedo conforto al mio medico che mi indica di chiedere spiegazioni alla Direzione Sanitaria del Mandic, dove avrei dovuto sostenere ogni prestazioni addebitata; gentilmente mi si dice che stante l’argomento non sono in grado di risalire agli esami contestati e forse vista la natura pecuniaria della questione forse è il caso che mi presenti all’Agenzia delle Entrate di Merate; eccomi nell’isola di Eolo.

4 tappa: eccomi davanti all’ingresso dell’Agenzia: si può entrare solo su appuntamento, trovo un numero telefonico affisso alla porta da chiamare, ma la telefonata mi viene respinta; citofono ed una signorina mi dice di chiamare per una prenotazione, gli pongo il problema del telefono “non abilitato alla chiamata”: risposta “non è un problema nostro, vada all’ASL”. Sono nell’isola di Ogigia ma senza Calipso.

5 tappa: vado di corse all’ASL di Cernusco: chiusa da settembre u.s., uffici trasferiti negli spazi dell’ex polifunzionale del Mandic; sono nell’isola dei Feaci, ma Nausicaa non c’è.

6 tappa: ritorno al Mandic, gli uffici (lo sportello) è lo stesso della prima tappa, ricevo la stessa risposta e un “provi presso gli Uffici di Monza dell’ASST viale Elvetia”; riecheggiano nella mia mente le parole della canzone: Elvetia il tuo governo schiavo di altrui si rende”; sono tra Scilla e Cariddi e non so più dove andare.

7 tappa rientro a casa, controllo al pc e scopro l’esistenza di uffici ASST a Lecco (via dell’Eremo 9/11). Magari non sarò ad Itaca ma una moderna Penelope ora mi dà assistenza per riprendere la navigazione.

Decido che è ora di mangiare e di riflettere, perché se questa è la sanita lombarda (da oltre 25 anni sempre nelle stesse mani) dove ognuno è un’isola a sé stante, forse è meglio che non faccia nulla, anche se vorrei pagare i debiti.

A meno che … non decida di fare ricorso e resti in attesa, perché se hanno aspettato cinque anni prima di farmi questa contestazione chissà quanto impiegheranno a rispondere ai miei ricorsi, nel frattempo potrei essere passato a miglior vita: VIVA LA SANITA’ LOMBARDA.

E se investissi il Gabibbo ???

Alberto Battaglia

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