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Giornata mondiale dei legumi, i consumi crescono

I consumi volano: dai fagioli ai ceci, hanno fatto registrare un +15%

Giornata mondiale dei legumi, i consumi crescono
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Il 10 febbraio è stata la Giornata mondiale dei legumi. E' stata anche l'occasione per notare che i consumi sono aumentati del 15%. Con valori che vanno dal +12% per i ceci al +28% per i fagioli che si classificano come i più amati dagli italiani nell’anno del Covid. E’ quanto emerge da una analisi Coldiretti su dati Nielsen nell’anno terminante a giugno 2020. Dati diffusi in occasione della Giornata mondiale dei legumi istituita dall’Organizzazione delle Nazione Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO). E' vista come un’opportunità per aumentare la consapevolezza dei benefici dei legumi per la salute e per contribuire a sistemi alimentari sostenibili.

Giornata mondiale dei legumi

A far crescere la domanda di legumi è stata la svolta green nelle scelte di acquisto dei consumatori con la tendenza a mettere nel carrello cibi più salutari ma anche i lockdown che inducono a fare scorte di prodotti alimentari a lunga conservazione e la necessità di contenere i costi domestici con prodotti convenienti di alta qualità nutrizionale. Ad aumentare sono anche i prodotti trasformati a base di farina di legumi come biscotti, crackers, pasta e sostituti del pane. Sul fronte nutrizionale i legumi sono un’ottima fonte di proteine e di fibre alimentari, utili per regolare le funzioni intestinali e per il controllo dei livelli di glucosio e colesterolo nel sangue. Contengono di sali minerali, come ferro, calcio, potassio, fosforo e magnesio, vitamine del gruppo B e, quando sono freschi, anche vitamina C.

Il punto di vista dell’ambiente

Dal punto di vista ambientale le piante di legumi hanno un importante ruolo nella difesa della fertilità dei suoli grazie alla loro capacità di fissare l’azoto al terreno. Riducendo l’uso di concimi chimici e contribuendo alla difesa delle acque e dell’ambiente. I legumi più diffusi in Italia sono fagioli, piselli, lenticchie, ceci e fave. Oltre a cicerchie, lupini e soia ma il Belpaese può contare anche su molte produzioni tipiche di qualità riconosciute dall’Unione Europea. Come i fagioli di Rotonda, di Atina, di Sarconi, di Sorana, di Cuneo, vallata bellunese oltre alle lenticchie Castelluccio e a quelle di Altamura. Le coltivazioni nazionali sono diffuse su oltre 150mila ettari. Ai quali se ne aggiungono 273mila seminati a soia e soffrono della pressione degli arrivi di prodotto a basso costo e ridotta qualità.

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