da tutelare

Giornata mondiale degli ulivi Unesco

Ci è celebrata il 26 novembre: in Italia c’è un patrimonio di 250 milioni di piante da tutelare

Giornata mondiale degli ulivi Unesco
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Il 26 novembre si è svolta la Giornata mondiale degli ulivi Unesco. In Italia è presente un patrimonio di 250 milioni di piante anche monumentali, decimato dall’avanzare della Xylella e dalla crisi provocata dalla chiusura di ristoranti e agriturismi dove le vendite si sono praticamente dimezzate. Si tratta di una presenza da tutelare, come ricordato da Coldiretti, ben consci dell’importante ruolo economico, ambientale e salutistico della produzione dell’olio di oliva, colonna della dieta mediterranea.

Giornata mondiale degli ulivi Unesco

L’andamento della raccolta è importante dal punto economico ed occupazionale per una filiera che conta oltre 400 mila aziende agricole specializzate in Italia ma anche il maggior numero di oli extravergine a denominazione in Europa (43 Dop e 4 Igp), il più vasto tesoro di biodiversità del mondo. L’Italia – precisa la Coldiretti – è il primo consumatore mondiale di olio di oliva con una media negli ultimi 5 anni di 504 milioni di chili, seguita dalla Spagna con 483 milioni di chili e dagli Stati Uniti con ben 320 milioni di chili. A sostenere la domanda mondiale sono certamente gli effetti positivi sulla salute associati al consumo di olio di oliva provati da numerosi studi scientifici che hanno fatto impennare le richieste di quel segmento di popolazione che nel mondo è attento alla qualità della propria alimentazione.

L’aquisto online

Per le feste l’aumento record del 29,2% del commercio elettronico nel 2020  in prossimità del Natale spinge anche gli acquisti on line di extravergine ma è allarme per il rischio truffe secondo il rapporto dell’Istituto per la tutela della qualità e repressione frodi (Icrqf) che da febbraio a maggio 2020 nel periodo della prima ondata dell’emergenza Covid ha effettuato ben 558 interventi per la rimozione di inserzioni irregolari di prodotti alimentari sui siti Alibaba, Amazon e Ebay, con quasi la metà (45%) dei casi di irregolarità che hanno riguardato proprio l’olio di oliva.

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