Orlando Sora e la sua storia: la valorizzazione dell’artista passa anche dalla realtà virtuale

Orlando Sora e la sua storia: la valorizzazione dell’artista passa anche dalla realtà virtuale
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Il Centro di Cultura Aldo Paramatti tiene viva la memoria dell’artista Orlando Sora, molto amato a Lecco, sua città di adozione, ma figura di spicco nel panorama italiano delle arti figurative del Novecento, con una mostra virtuale permanente, gratuita e accessibile a tutti.

Era un uomo umile, che non cercava luci della ribalta, tanto eclettico e creativo quanto non competitivo e sempre molto positivo misurato, delicato, lontano da vezzi e polemiche. Così lo ricorda Gianfranco Scotti, giornalista, esperto di cultura lecchese e autore della prefazione del libro «Omaggio a Orlando Sora» di Giovanna Rotondo, scrittrice e modella di Sora per tanti anni.

Chi era Orlando Sora

Orlando Sora è nato il 18 febbraio 1903 a Fano e morto a Lecco il 31 marzo 1981. Fin dai primi anni aveva dimostrato un precoce talento disegnando e colorando duelli e battaglie. Nel 1927 si era trasferito a Milano, dove la sua prima mostra suscitò subito interesse da parte del pubblico e della critica. Nel 1931 l’artista si trasferì a Lecco, perché impegnato in una serie di ritratti, e qui si stabilì definitivamente. Visse il periodo della Seconda Guerra Mondiale dedicandosi alla sua passione ma anche a ritratti su commissione per mantenere la sua famiglia e i tre figli. Fece anche tanta ricerca, ad esempio ispirandosi al concetto della Madre, illustrando questo tema nelle varie manifestazioni della vita. Ed è per questo che oggi in tante case lecchesi ci sono i quadri di Sora. Dal 1951 si dedicò all’affresco: il primo fu quello per la chiesa del Caleotto a Lecco. Ha affrescato anche altre chiese, famosa è la sua via crucis nella chiesetta dei Piani d’Erna.
I suoi affreschi si trovano a Lecco nel Palazzo delle Poste e Telecomunicazioni ed è famoso il caso dell’affresco nel Teatro della Società, dove l'opera è stata staccata dal tetto in amianto e sarà nuovamente riposizionato una volta terminata la bonifica.
Scotti ha conosciuto l’artista di persona: «Aveva un carattere per certi versi fanciullesco. Ricordo quando gli venne affidato il compito di affrescare il soffitto del Teatro, la cosa l’aveva entusiasmato, era felice della grande impresa che lo aspettava. Aveva già più di 75 anni ma non si è risparmiato, ci ha lavorato 5-6 mesi riuscendo a trarre il meglio da quel supporto, l’amianto, così difficile e granuloso. Non amava esibirsi in mostre e manifestazioni e l’aspetto provinciale della città di Lecco credo ne abbia influenzato la carriera, probabilmente se fosse rimasto a Milano dove aveva iniziato raccogliendo grandi apprezzamenti, avrebbe avuto maggior successo».

Orlando Sora e il Novecento italiano

Orlando Sora merita un posto d’onore nel panorama del Novecento artistico italiano, come spiega il professor Eugenio Guglielmi, architetto e docente universitario, autore di numerosi saggi in particolare dedicati all’arte degli anni Trenta del Novecento. «Orlando Sora rappresenta, come molti artisti del periodo, quell’anello di congiunzione virtuosa tra la provincia e la grande diffusione della pittura figurativa degli anni Trenta del Novecento. Dopo Fano e Lecco, province per eccellenza, è ora che passi anche da Milano, dove tutto è iniziato e dove si occuparono di lui esperti come Piermaria Bardi, uno dei più grandi scopritori di talenti del periodo. Bardi addirittura organizzò nel 1927 la prima mostra personale di Sora in una galleria milanese. Suscitò subito interesse da parte del pubblico e della critica, tanto che ne seguono molte altre. La caratteristica che pone Sora al centro della cultura figurativa del 900 è stata la sua propensione alla pittura murale, un tema che coinvolse i maggiori critici del tempo. Riscoprire l’opera di Sora, inserita nel solco di importanti figure dell’arte italiana, non può che suscitare interesse ed entusiasmo da parte di chi ha apprezzato il lungo cammino artistico di questo artista, che a mio parere non può essere ricordato solo come “lecchese d’adozione”. Definirlo così sarebbe un limite. Si trasferì a Lecco nel 1931 e il suo essere appartato e umile non ha favorito il proseguo dei rapporti con le grandi correnti artistiche che si incontravano nella vicina Milano e in generale in Italia. Credo che Sora meriterebbe una location ufficiale all’interno del Museo del Novecento a Milano perché la sua figura riporta la provincia al centro, che era proprio il tema di quel periodo storico».

Una sala permanente in Villa Manzoni

Dopo numerose mostre dedicate all’arte di Orlando Sora oggi Lecco ha una sala permanente dedicata al personaggio nella Galleria Comunale d'Arte – Sezione d'Arte Moderna, posta al primo piano di Villa Manzoni. «La sala è molto apprezzata perché Sora è un artista molto amato da sempre dai lecchesi. Sono dieci le opere esposte, di proprietà dei Musei di Lecco, e rappresentano tutto il percorso artistico di Sora» spiega Barbara Cattaneo, direttrice scientifica del Sistema Museale Urbano Lecchese (Si.M.U.L) e curatrice della Sala Sora.
Si parte dagli anni Trenta con l’opera «La mia famiglia» (1933), che appartiene alla prima produzione di Sora con tonalità dai bruni, ai grigi, ai verdi sfumati, ai rosa leggeri agli ocra. Il grande quadro, donato al Si.M.U.L, dalla figlia Giovanna Sora nel 2010, rappresenta la famiglia dell’artista all’interno del suo studio, con in primo piano la moglie e la piccola Vanna. L’evoluzione stilistica di Sora, intorno agli anni Cinquanta, cambia registro, giungendo a una semplificazione progressiva della forma: dal realismo a quella che potremmo definire un’astrazione figurativa. Le figure umane diventano via via uguali tra loro, prototipi di donne e uomini, non più riconducibili al singolo, i paesaggi linee rette e curve che ne definiscono i contorni, i colori uniformi, nei toni e nella scelta delle tinte, sempre leggere e sfumate. In sala sono presenti schede di lettura e pannelli illustrativi con biografia e informazioni per accompagnare il pubblico nella visita.

Consolidarne la memoria e avvicinare un nuovo più vasto pubblico

Una mostra online per vedere affreschi e opere: grazie al Centro di Cultura Aldo Paramatti, ai suoi sponsor ed ai media partner.
La mostra virtuale online al sito www.orlandosora.it è gratuita, permanente e aperta a tutti. Presenta una selezione di importanti opere che vanno dagli anni Trenta agli anni Ottanta del Novecento.
«Avevamo inizialmente pensato a una mostra tradizionale, con un percorso fisico. Poi la tecnologia è venuta in aiuto: abbiamo implementato la realtà virtuale cinque anni fa, è stato un progetto pioniere. La mostra online consente di visitare anche le opere che non sempre sono disponibili al pubblico, come in particolare alcuni affreschi “Il giorno del Giudizio” nella chiesa del Caleotto a Lecco, il ciclo alle Poste Centrali di Lecco, la Via Crucis alla Chiesetta dei Piani d’Erna e il grande acrilico “Il Teatro della vita” sulla volta del Teatro della Società che attualmente non è aperto al pubblico» spiega Simone Paramatti che ha promosso l’iniziativa.

Il sito della mostra virtuale è stato lanciato in concomitanza con l’esposizione alla Torre Viscontea del 2018. Ora si continua sul web: «Questa mostra online è un omaggio a Orlando Sora e alla sua vasta opera pittorica, che ha coinvolto la nostra città e il territorio circostante. Abbiamo voluto provare a rendere facilmente fruibile la visita agli affreschi di Sora. E costruito un percorso virtuale che il pubblico può visionare senza spostarsi. Così facendo abbiamo potuto creare quello che formalmente non sarebbe possibile, ovvero una mostra itinerante di affreschi. Si tratta, dunque, di una mostra molto interessante che consente anche ai più giovani di conoscere questo artista» conclude Umberto Paramatti, Presidente del Centro di Cultura intitolato al padre, suo fondatore e animatore.

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