Sedi Inps, la Cgil lancia l'allarme: "A rischio le sedi della Bassa"

A rischio Treviglio, ma anche Romano e Terno d'Isola.

Sedi Inps, la Cgil lancia l'allarme: "A rischio le sedi della Bassa"
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Sedi Inps, la Cgil lancia l’allarme: “A rischio le sedi della Bassa”.

Rischio chiusura per le sedi Inps nella Bassa

Sono preoccupanti, soprattutto per gli anziani, le notizie ventilate in queste ore dalla Cgil di Bergamo, che dopo il “salvataggio” della sede Inps di Zogno, teme che la scure della spending review si abbatta sulle sedi della Bassa “Di recente, infatti, è entrata in vigore una determina della Presidenza Nazionale dell’Inps che prevede tre parametri per razionalizzare le risorse sul territorio” spiega il sindacato. I tre criteri sono:

  • L’utenza di riferimento di ciascuna sede dovrà essere di almeno 60mila abitanti
  • Gli addetti delle sedi periferiche dovranno essere almeno dieci
  • Non sarà più possibile che due o più agenzie restino aperte entro un’area raggiungibile in meno di mezz’ora d’auto”

Le sedi di Treviglio, Romano e Terno non reggono né al secondo né al terzo criterio.   Le prime due, che hanno competenza sui paesi della Bassa, si trovano in via San Giorgio a Romano e in viale Col di Lana a Treviglio e aprono dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 12.30. Idem quella di Terno, sede di pertinenza dell’Isola, che si trova in via Casolini.

Si apre una partita delicata

“Cosa accadrà alle agenzie di Grumello, Romano di Lombardia, Terno e Treviglio?” si è chiesto detto oggi Marcello Gibellini, membro del Comitato in rappresentanza della Cgil provinciale. Nonostante dalle analisi organizzative emerga una più alta produttività nelle agenzie periferiche rispetto alla sede centrale, i nuovi criteri introdotti a livello nazionale obbligheranno Inps a riorganizzare la geografia delle sedi della nostra provincia”.

Nessuna decisione

L’ipotesi di chiusura, o perlomeno di un accorpamento, al momento, è bene chiarirlo, è appunto solo un’ipotesi legata alla diffusione delle linee guida. Ma lo spettro rimane e a farne le spese potrebbero essere migliaia di anziani che potrebbero essere costretti a spostarsi nella migliore delle ipotesi da una parte all’altra della Bassa, sfruttando un sistema di trasporto pubblico locale pressoché inesistente, oppure a raggiungere il capoluogo, per le proprie pratiche pensionistiche.

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