Parco Adda Nord Terzi: "Ricorsi? E' campagna elettorale del Pd"

L'assessore regionale interviene sul ricorso al Tar promosso da otto sindaci dl Pd e dalla Provicia di Bergamo

Parco Adda  Nord  Terzi: "Ricorsi? E' campagna elettorale del Pd"
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Nuova nota polemica dell'assessore regionale Claudia Terzi  contro i sindaci del Pd promotori del ricorso al Tar contro il commissariamento del Parco Adda Nord.

Contro il commissariamento del Parco Adda Nord

“La campagna elettorale è alle porte. Per qualcuno il modo migliore per cercare di ottenere visibilità politica è quello di fare ricorso contro una delibera della Giunta Maroni”. Così l’assessore regionale all’Ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile, Claudia Terzi. Il commento è alla notizia della costituzione in giudizio contro la Regione di otto membri dell’Ente Parco regionale Adda Nord. I Comuni di Cassano d’Adda (Mi), Airuno (Lc), Calco (Lc), Olginate (Lc), Lecco, Paderno d’Adda (Lc), Verderio (Lc), Solza (Bg) e la Provincia di Bergamo chiederanno al Tar Lombardia di annullare la delibera della Giunta regionale dello scorso 9 ottobre che ha destituito il presidente del Parco Adda Nord, Benigno Calvi, e il Consiglio di Gestione dell'ente, con conseguente nomina di un commissario straordinario.

Massima trasparenza

“Posso capire che sia già iniziata la campagna elettorale e che in tempi di vacche magre, possano fare comodo anche i soldi del gettone di presenza – sottolinea l'assessore Terzi - Ma che alcuni sindaci del Pd cerchino di difendere l’indifendibile mi sembra quantomeno assurdo. Ricordo che i soldi gestiti dai parchi derivano da contributi pubblici, regionali, comunali e provinciali, di tutti i cittadini, quindi. Per questa ragione vanno tutelati, con la massima trasparenza. Visto che chi rappresentava il parco non è stato in grado di vigilare, è giusto che se ne verifichi la responsabilità e laddove dimostrata ne paghi le conseguenze, fino in fondo, senza se e senza ma”.

Irregolarità dimostrate

“Gli accertamenti svolti da Arac - ribadisce Claudia Terzi - hanno rilevato molteplici irregolarità, sia amministrative sia contabili, riconducibili all'attività dell'Ente negli ultimi anni. In particolare, le infrazioni riscontrate si riferiscono, soprattutto, alla violazione delle procedure di acquisizione del personale, all'affidamento di incarichi e di aggiudicazione di appalti di servizi e forniture; alla carente motivazione nei provvedimenti amministrativi e all'omessa redazione dei contratti in forma scritta. Tanto che le risultanze dell'indagine sono state inviate per competenza alla Procura, all'Inps, all'Arac, giusto per citarne alcuni”.

Costi  del ricorso

“Vogliono fare ricorso? - evidenzia Terzi - lo facciano. Usino pure i soldi dei loro contribuenti, diverse migliaia di euro per costituirsi in giudizio, solo per una mera questione ideologica. Ma chi fa ricorso dovrà avere il buonsenso e il coraggio di spiegare ai propri elettori e ai cittadini che sta utilizzando risorse di tutti per difendere chi, messo a capo di un Parco regionale, sostenuto da soldi pubblici, lo ha gestito commettendo, pare, gravi irregolarità. Il Pd, non solo lombardo, sta sempre più dimostrando una grave incapacità di gestione della cosa pubblica, anche se si tratta di un'area protetta. Pur di difendere i compagni di partito e le cadreghe si passa sopra anche al diritto sacrosanto di ogni cittadino di sapere come vengono amministrati i soldi pubblici e l’evidente necessità di fare chiarezza e giustizia!"

La relazione di Arac

“Questi sindaci e il presidente della provincia di Bergamo - conclude Terzi - si sono letti la relazione di Arac? Ancora una volta nel Pd prevale la logica di partito rispetto a una doverosa necessità di fare chiarezza. La legalità prima di tutto. O il principio vale solo se sotto accusa sono quelli degli altri partiti?! Mi piacerebbe sapere cosa ne pensa, sulla vicenda, il sindaco di Bergamo visto che vorrebbe, con la stessa compagine politica che promuove il ricorso, guidare la nostra regione”.

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