Il Coronavirus annulla Salvini e le Sardine, così Parolari torna alle manovre carbonare LA FINESTRA DEL GIOVEDI'

Il Coronavirus ha spazzato i comizi previsti per questa sera nelle piazze Cermenati e Garibaldi con la Lega e le Sardine a darsi di gomito a distanza. L'attesa era ovviamente per Matteo Salvini, anche perchè dopo uno snervante en attendant Godot c'era fibrillazione per l'indicazione del candidato sindaco del centrodestra.
Il Coronavirus annulla Salvini e le Sardine, così Parolari torna alle manovre carbonare
Dopo la sacra annunciazione del Tintoretto che ha catturato oltre 20mila visitatori, toccava all'annuncio profano del Capitano e invece siamo ancora al campo delle cento pertiche. Sono tra quelli che anche quando non condividono il pensiero di Salvini e il suo approccio ruvido e demagogico a questioni complesse, sempre si ricordano che ha resuscitato il movimento lombardo con un exploit, in termini di consenso reale (alle europee e con il filotto delle amministrative) che non ha eguali nel globo terrestre.
Basta il pallottoliere per capirlo, al di là dei sondaggi, e basta non nutrirsi di pregiudizi. Se qualcuno lo accusa di protagonismo e leaderismo esagerato, dimentica lo stile (si fa per dire) di Umberto Bossi. L'ho conosciuto bene il Senatur e ho trascorso del tempo con lui, in specie a tavola, e ho ben visto come comandava i suoi uomini, quasi costretti a bere la coca cola per compiacere il capo astemio.
Quel che mi stupisce è che i suoli "cloni" locali non gli somiglino per niente e si mostrino, soprattutto in questa fase pre elettorale autentiche pappemolle, incapaci di produrre, dopo 10 anni di opposizione municipale, una rosa decente di nomi tra i quali scegliere il candidato sindaco. A parte il segretario cittadino Emanuele Mauri che pur onorato ha risposto picche all'investitura del leader per ragioni professionali, mi pare che il commissario provinciale Stefano Parolari stia giocando la partita nelle segrete stanze, per non dire in camera sua, talchè ai cronisti che gli rivolgono cortesemente il quesito, ormai frusto, volta le spalle con la stessa ombrosità dei cercatori di funghi.
Mi chiedo: perchè non prende il treno e va in via Bellerio come usavano i suoi predecessori (su tutti il compianto Luciano Mario Colombo) per attingere "la notizia" alla fonte diretta? Le sconfitte di Valmadrera e Oggiono, dove per pochi voti si è lasciato via libera ad Antonio Rusconi e a Chiara Narciso, non hanno insegnato nulla?
Se la coerenza è una virtù, la cocciutaggine è un difetto imperdonabile, specie se in gioco non c'è il destino personale ma il futuro di una città.
Nelle prossime ore qualche nuova dovrebbe spuntare all'orizzonte e io voglio dare appuntamento ai nostri lettori all'editoriale di lunedì 2 marzo sul Giornale di Lecco cartaceo perchè sulla questione e sul personaggio ho qualche freccia nella faretra e voglio scoccarla nel segno di quella trasparenza che invece la Lega provinciale avvolge in una sorta di mistero, non sapendo che altro non è che il segreto di pulcinella.
Marco Calvetti