politica

Colico resta a Lecco: il comitato continua la battaglia per il referendum

Dibattito sulla permanenza di Colico nella Provincia di Lecco: tra raccolte firme, accuse di opacità e la richiesta di un referendum popolare

Colico resta a Lecco: il comitato continua la battaglia per il referendum
Pubblicato:
Aggiornato:

Una battaglia non solo per non cambiare provincia, ma soprattutto per fare in modo che a decidere le sorti del paese, in maniera democratica, siano i cittadini. Questa la lotta del Comitato Colico Resta a Lecco che nella mattinata  di oggi, lunedì 16 giugno 2025,  ha presentato le proprie istanze. Lo ha fatto in una sede istituzionale, la sala del Consiglio provinciale di Lecco.

Colico resta a Lecco: il comitato continua la battaglia per il referendum

A fare gli onori di casa è stata la presidente della Provincia di Lecco, Alessandra Hofmann. "È significativo aver messo a disposizione del Comitato questa sala: per la Provincia, Colico è Lecco. Questo luogo rappresenta un simbolo importante per tutte le componenti del Consiglio, che si sono dimostrate concordi, all’unanimità, nel sostenere la permanenza del Comune nella nostra Provincia. Colico, con il suo lago, la sua tradizione e la sua economia, è parte integrante e fondamentale del nostro territorio" – ha sottolineato la presidente dell'ente – "Villa Locatelli sostiene l’operato del Comitato e auspica che, anche grazie alla modifica della legge regionale (ed in particolare dell'articolo 19 della legge 7 del 2025) , si possa arrivare a un referendum. È giusto dare la parola ai cittadini e permettere loro di esprimere il proprio senso di appartenenza. Auguro al Comitato buon lavoro e una proficua raccolta firme".

Firme sì, ma è una consultazione popolare chiara, segreta e trasparente quella che il Comitato Colico resta a Lecco chiede a gran voce: ovvero, un referendum. Lo ha affermato chiaramente Silvia Paroli, coordinatrice del gruppo e consigliera comunale di minoranza del gruppo Più Comunità, che ha ricostruito quanto accaduto finora.

Silvia Paroli ed Enzo Venini

Il 21 marzo, a Colico, è stato presentato il comitato Il Bitto sposerà l'Agone, che sostiene che il passaggio del Comune alla Provincia di Sondrio possa portare numerosi vantaggi ai cittadini. Tre giorni dopo, è nato il gruppo che invece spinge per la permanenza a Lecco, motivando la scelta con diverse ragioni.

"Riteniamo che i presunti benefici non siano stati dimostrati. Non solo: nutriamo sospetti sulle modalità con cui è stato presentato il comitato favorevole. Ad esempio, è stata diffusa una ricerca contenente errori, dati distorti e lacune, con l’evidente intento di mostrare solo i presunti vantaggi del passaggio. Questa ricerca è stata smentita da più fonti, al punto che ora non viene più citata. Alcuni politici e imprenditori vicini alla maggioranza che guida l’Amministrazione comunale sono coinvolti nel comitato favorevole: è difficile pensare che l’Amministrazione non ne sapesse nulla o che sia effettivamente neutrale. Alcuni amministratori, infatti, stanno raccogliendo firme e hanno già sottoscritto la proposta: addirittura, figurano tra i primi 100 firmatari. Nel giro di quattro giorni, il comitato favorevole ha raccolto 100 firme. Noi, invece, non abbiamo avuto lo stesso supporto all’avvio della nostra raccolta firme. A loro è stata concessa la sala consiliare per tre mattine a settimana per raccogliere adesioni, in violazione del regolamento comunale. Hanno anche affisso manifesti e volantini all’esterno del municipio: un’altra azione non conforme al regolamento, che prevede che siano esposti solo all’interno".

A quel punto, le minoranze – compatte – hanno proposto in Consiglio comunale la creazione di un gruppo di lavoro indipendente per analizzare i possibili benefici e le criticità del passaggio di provincia, ma la proposta non è stata accettata. Come Comitato Colico resta a Lecco, hanno inoltre avviato una propria raccolta firme.

"Tuttavia, è importante ricordare che queste raccolte firme non hanno il valore di un referendum e possono essere soggette a pressioni. Per questo motivo, non possono costituire l’unica base per una decisione così importante" – ha chiosato Paroli – "Abbiamo quindi proposto in Consiglio una delibera per indire un referendum consultivo, ma è stata bocciata. Nel frattempo, in Regione è stato presentato un emendamento relativo al cambio di provincia e, ora, entro la fine di giugno sarà discussa una nuova proposta in Consiglio".

Silvia Paroli e l'avvocato Claudio Linzola

La nuova proposta di referendum come detto  verrà presentata nella prossima seduta utile. Ma nel caso in cui non venisse approvata, il Comitato Colico resta a Lecco non ha intenzione di arrendersi. Anzi. Ed è stato  l'avvocato Claudio Linzola del foro di Miliano, legale del Comitato a calare l'asso. "La proposta di referendum è stata bocciata perché, secondo la maggioranza che siede in Consiglio, la tematica non è prettamente di carattere locale. Riteniamo, invece, che la questione sollevata sia di carattere esclusivamente locale, come previsto dallo Statuto comunale e dal Regolamento sul referendum del Comune di Colico, che consentono di sottoporre alla comunità temi di interesse locale. Ma questa obiezione non regge, poiché casi del tutto analoghi — come quello del Comune di Comacchio — dimostrano il contrario. In quel caso, il Consiglio comunale ha regolarmente deliberato l’indizione del referendum su un tema del medesimo tenore, sulla base di una normativa comunale identica, nei principi e nei limiti, a quella di Colico. Se si riterrà impropriamente che il referendum non possa svolgersi, chiederemo l’impugnazione della deliberazione che ne ha sancito la bocciatura, per gravi vizi di merito e di forma, inclusi quelli legati alla documentazione fornita ai consiglieri comunali, che riteniamo carente o parziale. Ci riserviamo di adire il TAR e, se necessario, ogni altra sede giurisdizionale competente, a tutela del diritto della cittadinanza a partecipare alle decisioni pubbliche che la riguardano direttamente".

Non una questione politica, bensì di legittimità democratica. Così Enzo Venini, del gruppo consiliare Più Comunità, ha definito la battaglia del Comitato Colico Resta a Lecco: "Con una raccolta firme non si può distruggere una provincia. Vogliamo che i cittadini si esprimano liberamente e in segreto. Il passaggio di Torre de Busi a Bergamo è costato tre anni di lavoro della Pubblica amministrazione per il trasferimento delle competenze".

Raffaele Gregae Guido Plazzotta

Presenti oggi anche Raffaele Grega, ex sindaco, e Guido Plazzotta, entrambi consiglieri del gruppo "Colico di Tutti". "Non possiamo permettere che l’interesse di pochi influenzi il futuro di un’intera comunità" - ha detto Plazzotta - "a Colico c’è già spaccatura tra Guelfi e Ghibellini. È necessario che il consiglio si prenda la responsabilità con un vero referendum, non con una raccolta di firme approssimativa. La trasparenza non può essere invocata solo quando fa comodo. Colico merita un confronto onesto e partecipato, non un passaggio di provincia voluto dalle retrovie".

Sulla stessa lunghezza d'onda l'ex primo cittadino: "La loro operazione non è nata a marzo, ma già nel settembre 2024 io e altri due ex sindaci siamo stati informati di questa idea. Ci era stato detto che ci sarebbero stati coinvolgimento e partecipazione, ma non è stato così. La loro posizione è legittima, ma la responsabilità è dell’Amministrazione che, di fatto, è venuta meno al proprio mandato perché il sindaco non è stato sindaco di tutti. Ci vorrà tempo perché questa ferita venga rimarginata".

Necrologie