Caso Durante, Gattinoni accoglie le dimissioni, ma puntualizza: "Alessandra non è il mostro dipinto dalle cronache"
Gattinoni: "Il contenuto del post era inappropriato e inadeguato. Ma quelle parole che sono rimbalzate nelle cronache, come 'ritardato' e 'analfabeta, non sono state scritte da lei"

Accolte le dimissioni dell'assessore Alessandra Durante: la comunicazione è stata data oggi, venerdì 4 luglio 2025, dal sindaco Mauro Gattinoni. "Abbiamo un cyberbullo in città e sul web, che lancia insulti anonimi, che produce commenti di odio, che usa parole come 'ritardato', 'frustrato', 'analfabeta', contro i cittadini. Mi spiace per i social e per la stampa, ma questo cyberbullo non è Alessandra Durante, non è l'assessore al Comune di Lecco. Questi termini sono stati ripresi in modo manipolatorio e le sono stati attribuiti addirittura con il virgolettato, ma non erano presenti nel suo post". Con queste parole il primo cittadino ha aperto la conferenza stampa tenutasi oggi in Sala Consiliare sul caso Durante, che in questi giorni ha fatto il giro delle prime pagine nazionali, sottolineando che "Alessandra non è il mostro che è stato dipinto".
Caso Durante, Gattinoni accoglie le dimissioni, ma puntualizza: "Alessandra non è il mostro dipinto dalle cronache"
Certamente, prosegue Gattinoni, "l'errore è stato fatto". "L'errore principale è l'anonimato - spiega infatti - tutti ci chiediamo perchè. Non è compatimento né vigliaccheria, per come la conosco io il motivo è che, avendo visto l'ennesima accusa ingiusta verso il lavoro della nostra Amministrazione, forse ha voluto difendere una collega e ha ritenuto essere più credibile se lo avesse fatto in forma anonima e non come un atto dovuto da parte di un'amministratrice. Questo - l'anonimato - è stato l'errore, perché inquina il rapporto di trasparenza con i cittadini. Forse l'ha fatto solo perché siamo umani, e abbiamo ancora il diritto di sbagliare. E se sbaglia un politico è davvero così strano che, anziché accampare giustificazioni, chieda scusa? E' questa la differenza: anziché giustificare l'ingiustificabile come fanno ad altri livelli politici, lei ha chiesto scusa. Questa si chiama dignità. Accanto alle scuse, il ruolo istituzionale esige l'offerta delle dimissioni al sindaco, e il sindaco è rimasto incredulo di quel mostro che è stato creato rispetto a cinque anni di lavoro fatto e fatto bene, quindi mi sono preso il tempo opportuno per riflettere su come, operativamente, il comune potesse andare avanti. Diffidiamo da chi ha sempre la risposta pronta: serve del tempo per avere una risposta. Comunque, le dimissioni sono state accolte, firmerò il decreto formale. Informo, se ancora a qualcuno interessa, che le quattro piastrelle di via Nava (fatto alla base del post che ha scatenato la bufera social, ndr) sono state aggiustate dai tecnici comunali, ma credo che per aggiustare quello che si rompe nelle persone a causa di attacchi di cyberbullismo serva ben altro".
Gattinoni ha informato che terrà le deleghe dell'assessora Durante finché non verranno distribuite o nominati altri assessori.
Sollecitato dalle domande della stampa, Gattinoni ha precisato: "Non sto minimizzando: il post di Alessandra è stato davvero pesante, ancor più per il fatto di essere scritto in forma anonima. Il contenuto era inappropriato e inadeguato. Ma quelle parole che sono rimbalzate nelle cronache, come 'ritardato', 'analfabeta, non sono state scritte in quel post. Alessandra addirittura rimandava delibere di Giunta perché magari c'era scritto 'disabili' e non 'persone con disabilità'. Comunque l'errore lei l'ha fatto, e lo sta pagando con la pena di contrappasso peggiore: la gogna mediatica. Ricordo, inoltre, che ci sono anche responsabilità relative agli amministratori dei gruppi Facebook (in relazione alla decisione dell'amministratore del gruppo Facebook in questione di rendere noto l'autore anonimo del post, ndr), perché il diritto alla privacy vale per tutti i cittadini. Io rispondo per gli errori di Alessandra, ma ce ne saranno anche altri. Io non difendo quel fatto, ma difendo il lavoro fatto dall'assessora. Purtroppo è più facile dare visibilità all'albero che cade rispetto alla foresta che cresce".