Elezioni Lecco 2020

Bonaccini a Lecco: "La destra si può battere"

Il governatore dell'Emilia Romagna dà la carica al Centrosinistra e al candidato Gattinoni

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Platea colma in piazza Garibaldi  e grande entusiasmo per Stefano Bonaccini arrivato puntuale alle 21 di ieri sera, giovedì 1 ottobre, per dare la carica (ma anche la direzione) al Centrosinistra di Mauro Gattinoni nel finale dell'ultimo miglio, in vista del ballottaggio del 4-5 ottobre. Il candidato sindaco - che deve rimontare un gap di oltre 1.600 voti contro il Centrodestra dell'avversario Peppino Ciresa (sostenuto da Lega, Forza Italia, Fratelli d'Italia) -  ha accolto come "portafortuna" il presidente della Regione Emilia Romagna, in carica dal 2104 e riconfermato lo scorso gennaio con il 51,4% dei consensi contro la candidata di Matteo Salvini, Lucia Bergonzoni. Una vittoria "storica" contro un altrettanto storico tentativo delle destre di prendersi la Regione più rossa d'Italia.

Bonaccini: "La destra si può battere"

Bonaccini ha "portato bene" a Mantova, l'altro capoluogo di provincia lombardo dove il candidato del Centrosinistra, il sindaco uscente Mattia Palazzi, dieci giorni fa, è stato confermato al primo turno con un autentico plebiscito: il 70% dei voti. Ma a Lecco la sfida è ben diversa. "In effetti è il primo ballottaggio che faccio"  ha detto il governatore emiliano, sfoderando subito il vademecum alla bisogna:   il suo libro "La destra si può battere". Edito subito dopo il lockdown, "avrei voluto intitolarlo 'Salvini si può battere'" - rivela Bonaccini - Perché quando l'ho fatto io avevo davanti uno che negli ultimi anni aveva stravinto in nove regioni su nove. Un avversario che per la campagna elettorale è  stato lì due mesi e mezzo. Ha imparato qualcosa però: adesso non va più a suonare ai citofoni. Ebbene, in sette mesi abbiamo spostato 300mila voti e rimontato di 15 punti in percentuale. Come abbiamo fatto? Mai fatta campagna elettorale contro qualcuno, ma per qualche cosa".

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"Non bisogna aver paura di cercare voti da un'altra parte"

Prima lezione: "A Campogalliano, (il Comune dove ha iniziato come assessore, ndr) ho amici di centrodestra che mi hanno votato. Non bisogna aver timore di cercare voti da un'altra parte". Seconda lezione: " Noi non abbiamo mai detto che siamo meglio di qualcuno, solo che siamo molto diversi in quello che proponiamo su temi molto concreti. Abbiamo ad esempio detto subito che per noi la sanità resta a centralità pubblica". Terzo: "Per cinque anni abbiamo governato con una coalizione molto larga, senza avere mai una crisi. Se c'era un problema  ci chiudevamo in una stanza a discutere, ma ne uscivamo sempre con una linea univoca". Quarto: il civismo "che abbiamo saputo coinvolgere". Ma fondamentale è stato "riappropriarsi dei luoghi fisici dove, colpevolmente, avevamo lasciato che Salvini  scorrazzasse, mentre noi stavamo chiusi in una stanza a litigare per una foto in più". "Alla fine son venuti in 10mila in piazza. Bisogna sapere parlare con chi si incontra nei bar, certo non di cose da bar".

Le differenze con Fontana

Bonaccini ha parlato a lungo del modello sanitario emiliano e della sua idea di autonomia regionale. Sottolineando le differenze con la Lombardia di Fontana. Con una premessa:  "Io sono anche presidente della Conferenza delle Regioni. Oggi solo 5 su 19 sono  del Centrosinistra. E per questo qualcuno pretendeva che lasciassi". Una pretesa rimbalzata al mittente: "Noi siamo una istituzione. Nei cinque anni che  stai lì devi governare anche per chi non ti ha votato. Ma dico anche che è sbagliato fare trionfalismi per vittorie straordinarie, altrimenti si rischia di lasciare troppo spazio agli altri. Ricordiamo che al Nord ci resta solo l'Emilia".

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"La sanità pubblica ci ha salvati dal Covid dei populisti"

"Riguardo alla gestione dell'emergenza Covid non mi sono mai  permesso di criticare Fontana. Tutti abbiamo fatto errori, anch'io. Perché non avevamo esempi da cui attingere esperienza. Ma la verità è che quella che qualcuno chiama sprezzantemente Italietta oggi è tra i Paesi più sicuri del mondo. Chi se l'è cavata meglio? Chi ha una forte sanità pubblica. Di fronte alla tragedia i leader populisti hanno portato i loro paesi al collasso per paura dei fischi. Io penso che il diritto a studiare e alla salute deve essere garantito a chiunque, non solo a chi ce la fa. Sicché io i soldi del Mes li voglio per metterli nella sanità". In Emilia Romagna, ha ricordato Bonaccini,  sono state istituite  85 Usca (Unità Speciali di Continuità Assistenziale per l'assistenza ai malati Covid) e recentemente inaugurati 145 posti letto per l'emergenza Covid "non lontani ma vicino ospedale".

L'autonomia regionale emiliana

"Il nostro progetto di autonomia regionale, costruito in condivisione con le parti sociali, è diverso da quello che vogliono Lombardia e Veneto. Per i nostri bisogni standard noi non chiediamo un euro in più da togliere ad altre regioni". Questa la chiosa, così argomentata: "Non chiediamo di decidere su energia, turismo. La scuola la voglio nazionale, anche se alla Regione rivendichiamo la programmazione in ordine agli edifici scolastici  e il fabbisogno di insegnanti. Programmabilità e certezze, questo vogliamo. E la sburocratizzazione degli iter, convinti di poter fare più velocemente".
Vero è che per l'autonomia delle Regioni la Lega "in un anno e mezzo di governo non ha portato a casa niente".  Mentre "adesso sono fiducioso, perché c'è un disegnò di legge del ministro Boccia pronto ad arrivare in Parlamento".

Un nuovo look per un Pd vincente?

Il Pd deve trovare nuova immagine per diventare vincente come Bonaccini? Il leader dem (inconfondibile per il suo look)   non ha eluso la domanda, posta dalla giornalista che moderava l'incontro. "Chi va dicendo che ho vinto perché ho cambiato look dice una cagata pazzesca (espressione volutamente presa a prestito da Fantozzi, ndr). Se fosse cosi sarebbe meglio cambiare mestiere". Ma è anche vero che il Pd dovrebbe definire meglio le parole d'ordine che lo contraddistinguono rispetto agli altri partiti: "Per noi devono essere lavoro e scuola".
Parole che, ha sottolineato Bonaccini, sono centrali nel programma del candidato sindaco lecchese  Gattinoni. "L'ho letto, è molto bello". "Il Pd ha tutte le carte in regola per avere un futuro  in un Paese dove  la destra va spostandosi  sempre più a destra. I voti che perde Salvini li prende Meloni. Non credo che tanti moderati italiani siano contenti.di finite fuori dall'Europa. Il futuro si gioca tra chi vuole i muri alzati e chi no. Ho sempre detto a Nicola Zingaretti di fare gruppi di lavoro prendendo i sindaci dal territorio che ce l'hanno fatta. Dobbiamo irrobustire la sinistra riformista per riguadagnare pezzi di società civile che con la destra non vogliono né possono stare. Dobbiamo inquadrare questioni che riguardano la vita delle persone, anziché pensare alle nostre carriere".

Le domande dei giovani di "Gatto"

Ma la questione ha anche offerto l'abbrivio per tornare a palla alle elezioni di Lecco. Sul palco quattro giovani delle quattro liste che sostengono Gattinoni, hanno posto altrettante domande a Bonaccini ricevendo consigli.

Sulla sanità integrata con il terzo settore e il mondo delle associazioni: "Occorre puntare sulla assistenza domiciliare, assumere nuovo personale. E la politica la smetta di intromettersi nella scelta dei primari ospedalieri. Ci sono i dirigenti per quello, mentre i sindaci devono definire programmi vicini al territorio".

Sulle possibilità di una città universitaria (Lecco con il Politecnico lo è come Bologna) di trattenere i giovani anche dopo gli studi: "Serve sistema che sappia dialogare per instaurare connessioni ra centro e periferie".

Su come anche una piccola città possa realizzare un Patto per la sostenibilità: "Le scelta strategiche si condividono, non si prendono da soli se si vuole arrivare lontano. Apprezzo la proposta di Mauro di incentivare l'utilizzo dei mezzi di trasporto pubblico rendendoli gratuiti per gli studenti fino ai 17 anni.  Già da due anni noi paghiamo il bus urbano a 60mila pendolari se hanno l'abbonamento per treno. Per ciascuno di loro son 200 euro di risparmio all'anno".

Infine se sia possibile realizzare servizi di qualità che mettono in sinergia volontariato e professionisti: "Il welfare deve essere rivisto. I Comuni devono imparare a gestire di meno e a controllare di più. Ci sono privati che fanno meglio. L'Emilia Romagna garantisce l'asilo nido per tutti, anche in convenzione con i privati e in rete con il Terzo settore per reperire i fondi necessari. Non è un caso che nella nostra regione ci sia il tasso di occupazione femminile più alto d'Italia. I nidi creano anche posti di lavoro. E' una nuova forma di economia".

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Gattinoni: "Cambiamo Passo"

Infine, il microfono è passato a Mauro Gattinoni, felice che la serata avesse rilevato tanti punti di contato tra il suo programma e l'esperienza di Bonaccini. A partire dallo slogan di quest'ultimo, "facciamo un passo avanti", declinato a Lecco come "cambiamo passo". "Ci chiedono dove vogliamo portare questa città.  Ma altrove no ci sono altre proposte. Noi proponiamo un progetto per il futuro, altri non ce l'hanno" l'esordio del candidato sindaco che ha quindi ribadito come centrale al suo programma il tema della "sostenibilità". "Non a caso abbiamo deciso di creare una delega ad hoc in capo al sindaco, perché la sostenibilità permea tutti gli ambiti di governo di una città".

"Abbiamo un progetto"

"Abbiamo fatto una campagna meravigliosa, piena di  fantasia, energia, proposte. Nessuno si è risparmiato. Una campagna che ci ha migliorato anche nel nostro sentire l'anima di questa città, consentendoci così di riuscire a interpretarla. Ci riconosciamo tutti in un progetto, per questo dico che  lunedì la portiamo a casa!". Non sono mancate però le chiose polemiche contro l'avversario. "In queste ore ci stanno arrivando addosso tante fake news. Ma se ti sottrai alle domande, non sei responsabile" l'attacco a Ciresa che ieri non ha voluto partecipare al confronto in Rai. Ultimo diniego di una serie iniziata subito dopo l'esito del primo turno elettorale, che ha sancito il ballottaggio anziché la vittoria secca del candidato del Centrodestra.

La carica finale finale

"Avrei dei dubbi se fossi un suo elettore vedendolo sottrarsi ad un confronto. Una persona onestà ma incapace costa di più alla collettività" gli ha fatto eco Bonaccini. "La gente cambia idea. Per questo Mauro hai grandi possibilità". Ultimo consiglio del vincitore Bonaccini al neofita Gattinoni: "Ormai mancano poche ore. Sorridete domani  e non venite meno alla civiltà e all'educazione con cui avete finora portato avanti la vostra proposta . Perché per convincere bisogna essere convinti".

Cadeaux lecchese  a Bonaccini

La serata è stata coronata da un cadeaux molto lecchese: a Bonaccini, collezionista di maglie di calcio, è stata regalata quella bluceleste del Lecco. "Se fosse stata del Como non l'avrei presa" la battuta di congedo.

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