Lettere al Giornale

L’emergenza del virus ha tirato fuori il meglio di chi veglia su di noi (magari)

di Stefano Ferrari

L’emergenza del virus ha tirato fuori il meglio di chi veglia su di noi (magari)
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E’ stato bello e istruttivo vedere come l’emergenza del virus abbia tirato fuori il meglio della nostra classe politica, dei nostri esperti, dei luminari della scienza e di tutte le persone che più o meno nell’ombra, ci coccolano, ci proteggono e vegliano su di noi con l’obiettivo del nostro bene.

Mi è piaciuta la coerenza dei politici che, dopo aver chiesto privazioni e sacrifici economici, hanno subito tutti deciso di dimezzarsi stipendi e vitalizi; chi non lo ha fatto per scogli burocratici, si è subito precipitato a devolvere parte dei propri compensi, di casa in casa, a famiglie di operai, negozianti e braccianti senza lavoro. Snellezza delle procedure, velocità delle soluzioni e sentimento del bene comune hanno contraddistinto ogni azione piccola o grande. Lo stesso vale per scienziati e professori, sempre in disparte e nell’ombra, sacrificati giorno e notte in oscuri laboratori alla ricerca di soluzioni mediche veloci e prodigiose, salvo fugaci e modeste apparizioni televisive per comunicare sostanziali risultati clinici, utili alla salvezza di migliaia di vite. Sempre coerenti e in armonia l’uno con l’altro, ci hanno evitato retorica e propaganda, trascurando ogni minimo interesse personale, cattedratico o accademico, aiutando così, giorno per giorno, la scienza a fare passi da gigante.

Infine i mass media, encomiabili per l’informazione sempre equilibrata, moderata, sensata e senza alcuna retorica. Un pensiero libero, essenziale, spesso anche controcorrente, e soprattutto indipendente dai quei poteri forti determinati unicamente a usare l’informazione per avvalorare e consolidare il valore delle proprie decisioni.

Tutto ciò ha istituito un contraddittorio che ha permesso alla gente di formarsi un’opinione propria, di capire l’essenza del problema, di usufruire dei dati scientifici e economici reali e trasparenti, senza il rischio per nessuno di perdersi in puerili dispute sul raggio percorribile fuori dal portone di casa o sulla pericolosità del vicino sporto dalla finestra a fumarsi una sigaretta.

Insomma, una volta tanto possiamo dirci di essere fieri di essere italiani e, per quanto mi riguarda, spero l’emergenza passi presto, per potermi godere alla TV nuovi reality in cui virologi e immunologi si sostituiranno a Gordon Ramsey e Cannavacciuolo, tranne qualcuno che diventerà certo senatore a vita per la scoperta del miracoloso “restate a casa.”.

Stefano Ferrari

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